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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Rise of the Northstar - Welcame
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30/03/2017
( 3479 letture )
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Dopo la pubblicazione di due EP, Welcame segna il debutto ufficiale dei francesi Rise of the Northstar. In soli sei anni, la band è riuscita a guadagnare parecchia visibilità, grazie ad un’efficace strategia di autopromozione e autodistribuzione, consacrata dal recente accordo con la Nuclear Blast. L’etichetta si è occupata di promuovere il suddetto album, inizialmente pubblicato da Repression Records, proprietà dello stesso frontman della band. Quello che immediatamente colpisce deiRise of the Northstar è l’immagine che il gruppo si è costruito con cura. Come si capisce sin dalla cover, essa attinge a piene mani dalla cultura shonen manga giapponese – per intenderci Dragon Ball o One Piece – e dal mondo dei bosozoku e dei furyos, rispettivamente teppisti motorizzati e bulli in divisa scolastica. L’universo tematico specifico scelto, a metà fra il mondo della malavita del Sol Levante e quello dei fumetti, ne influenza i testi e soprattutto l’apparenza. Ne risulta un’immagine, innanzitutto visiva, molto forte e riconoscibile – per rendersene conto basta dare un’occhiata ai video ufficiali. Quest’immagine specifica e inusuale nel panorama HC-metal, unita alla sapiente promozione, ha sicuramente contribuito alla rapidissima ascesa della band, il cui debutto su larga scala era molto atteso.
Ma cosa è proposto nel concreto, al di là delle vistose apparenze? L’album si muove sulle coordinate dell’hardcore metallizzato, quadrato e potente. Le tracce sono generalmente dei rocciosi midtempo, la maggioranza dei riff non lambisce infatti un’alta soglia di bpm, malgrado in alcuni punti i musicisti pestino sull’acceleratore. Le tracce presentano i classici elementi stilistici dell’HC newyorkese: riff sincopati, breakdown, cori e gang vocals in quantità, il tutto caratterizzato dall’immediatezza tipica del genere. A ciò si aggiunge un cantato declamato, in parecchi punti decisamente rappato, e delle componenti specificamente metal, come gli assoli di chitarra e un suono più pesante, in parte assimilabile a quello degli Hatebreed. Il genere sfocia talvolta nel thrash (The New Path), mentre la tamarrissima cover del rapper Phraohe Monch (Simon Says) è praticamente crossover. In ogni caso, l’album risulta omogeneo nella sua interezza: non c’è una canzone in particolare che spicca sulle altre, benché la prima metà risulti leggermente più brillante della seconda. La produzione cristallina non influisce negativamente sul risultato e mette in risalto tutti gli strumenti, anche se il basso, di tanto in tanto riconoscibile, appare relegato in secondo piano.
L’attitudine risultante dall’unione dell’immaginario nipponico e di quello classicamente HC è cafona, “in your face” e completamente autocelebrativa. Fortunatamente, la band evita di prendersi troppo sul serio e l’intero album è percorso da una necessaria auto-ironia. La frase contenuta in Bosozoku, “my English sucks but my lyrics kill”, ne è un esempio. Non si tratta di un prodotto musicalmente innovativo, ma bisogna dire che il genere non lo richiede. L’unione del NYHC-sound con influenze rap e metal dà vita ad un album comunque ben suonato e fresco, sensazione aiutata dall’immaginario scelto. Per tutta la durata del lavoro, i Rise of the Northstar riescono a mantenere un buon equilibrio tra un suono potente, un’attitudine becera ma divertente e un piglio autoironico che ne rende l’ascolto piuttosto godibile. In base a questi elementi, Welcame costituisce un album sicuramente indicato agli amanti dell’HC, ma anche a coloro che hanno voglia di sentirsi un prodotto facilmente assimilabile, muscolare e nel suo genere a tratti entusiasmante.
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13
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Segnalo nuovo singolo uscito oggi (finalmente). Validissimo tra l\'altro. |
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ma scusate qual'è il problema se viene definito metalcore ? secondo me vi fate troppi problemi, è stupendo,poi apprezzo tantissimo le citazioni alla cultura dei bosozoku e a molti anime novantiani come shounan junai gumi, per non parlare della prestazione vocale di vithja che è spaventosa, il mio voto è un 85. |
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11
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disco gagliardo e tamarrissimo. i ROTNS sono uno dei miei gruppi venuti fuori nello scorsco decennio preferiti,mi auguro recensiate anche The Legacy of Shi! |
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10
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Mi sto guardando a ripetizione i loro video sul tubo. Niente niente male!! Hanno delle sfuriatone metal- hardcore (no non metalcore no!!) che prendono parecchio, l'immagine originale da banda di periferia travestita da giovani giapponesi tipo guerrieri della notte delle banlieue parigine. Bravi bravi, se hanno successo son contento. |
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9
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Me li fecero ascoltare tempo fa e sinceramente penso che sia un idea simpatica, sicuramente dal punto di vista scenografico decisamente diversa.
Hardcore Punk che segue la tradizione NY, quindi un po più metallizzato sulla scia degli Agnostic Front. |
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8
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Ma c'è Kuabara in copertina (Yu degli Spettri)! |
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7
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Ma quando è stata scritta questa rece? Vabbè, ne condivido i contenuti, ma non il voto. È uno dei migliori dischi usciti in questi anni. Diciamolo, valesse un 75 non sarebbero usciti dai confini Francesi. Per me un 85. |
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6
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Grazie, mi fa molto piacere ) |
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5
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Ho letto con molto piacere la recensione. Fatta bene davvero |
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4
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Capolavoro....attendiamo il nuovo disco e incrociamo le dita !!! 90 |
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3
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Capolavoro....attendiamo il nuovo disco e incrociamo le dita !!! 90 |
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2
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Ma questa recensione da dove esce fuori?? Comunque grande album davvero. Per me un 8 pieno ci sta...anzi anche qualcosa in più! |
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1
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Per me il voto va a 90. Album spettacolare e spaccaossa un fottuto album in your face, cantato simil rap e cori da urlare a squarcia gola! Da avere a tutti i costi per gli amanti del genere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. What the Fuck 2. Welcame (Furyo State of Mind) 3. The New Path 4. Samurai Spirit 5. Dressed All in Black 6. Again and Again 7. Tyson 8. Bosozoku 9. Simon Says 10. Authentic 11. Blast ‘Em All
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Line Up
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Vithia (Voce) Eva B (Chitarra) Air-One (Chitarra) Fabulous Fab (Basso) Hokuto No Kev (Batteria)
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