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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Cult of the Fox - By the Styx
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05/06/2018
( 1374 letture )
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Gli svedesi Cult of the Fox potrebbero essere tranquillamente classificati tra quelle numerose band underground dedite al metallo più puro e incorruttibile, fortemente tributario e revivalista. Il combo nordeuropeo è una realtà ormai consolidata: By the Styx è infatti il terzo full-length pubblicato nel giro di sette anni, con una componente organica non più giovanissima.
Il nuovo album fa intravedere con chiarezza lo spirito fatto di puro heavy metal ottantiano dei Cult of the Fox, che si rifà particolarmente alla NWOBHM e ai Black Sabbath. Canzoni con strutture semplici e brevi, suonate con una tecnica adeguata che non si mette mai in grande evidenza e una produzione sporca e grezza (se non si conoscesse la data di pubblicazione si potrebbe veramente supporre che By the Styx sia un prodotto dei primi anni Ottanta) danno all’uscita discografica una patina old school, evidente fin dal primissimo ascolto. Non manca nemmeno una certa vena epica in diversi pezzi, e anche la copertina, per quanto opinabile, con un Cerbero dalle fattezze volpine, s’inserisce perfettamente nel clima degli anni in cui l’heavy metal propriamente detto si preparava a vivere la sua epoca d’oro. L’album non è però esente da difetti, riscontrabili in una certa staticità compositiva e in un songwriting non sempre particolarmente brillante, e con la voce di Magnus Hultman che non riesce a trasmettere alle canzoni la carica che dovrebbero avere: poco potente, troppo poco aggressiva, finisce per ritrovarsi quasi fuori luogo rispetto al resto della band. Tutto ciò, però, non esclude che tra le undici canzoni di cui è composto By the Styx non ci possa essere qualcosa di buono: la cadenzata Blackfriar’s Bridge è un buon pezzo che si assesta su binari epici ed emoziona soprattutto nell’assolo che per qualche secondo possiede l’essenza del compianto Quorthon; Bones Alley è abbastanza prevedibile, ma se la cava bene con i suoi cori e con la linea melodica del riff principale; A Warrior Reborn gioca tra una strofa carica ed energica e un ritornello più disteso ed epicheggiante. Per il resto, la scaletta si assesta su livelli tutt’altro che esaltanti, per quanto non ci si imbatta mai in un pezzo realmente disastroso. Si riesce a trovare qualche buon riff, qualche buon solo, ma il livello generale delle canzoni non consente di tenere l’ascoltatore così coinvolto nell’ascolto, per un disco che già dai primi giri finisce per annoiare.
C’è sicuramente del buono nei Cult of the Fox, ma si può ancora migliorare molto. Il songwriting manifesta alcune buone idee, ma non sono abbastanza per etichettare By the Styx come un buon album, mentre gioverebbe sicuramente un cantante più dotato e magari con un’estensione vocale maggiore di quella di Hultman, in grado di dare alle canzoni la giusta potenza. Un album che va ascoltato solo se siete fruitori veramente accaniti di heavy metal vecchia scuola, altrimenti passate tranquillamente oltre.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Siege from the Sky 2. By the Styx 3. Killing the Black Dog 4. Riddle of Steel 5. Blackfriar’s Bridge 6. Nightmaster 7. Bones Alley 8. A Warrior Reborn 9. Return to the Burning 10. The Damnation of Albert Caneham 11. Shuttin' em Down
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Line Up
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Magnus Hultman (Voce) Erika Wallberg (Chitarra) Fredrik Theander (Chitarra) Peter Svensson (Basso) Marcus Rosenkvist (Batteria)
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RECENSIONI |
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