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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Hyperdontia - Nexus of Teeth
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20/09/2018
( 2226 letture )
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Nexus of Teeth è uno di quegli album che hai piacere a recensire, perché ti fa venire voglia di parlarne e parlarne ancora in modo concitato e preso. Ma andiamo per livelli, altrimenti in preda all'entusiasmo rischierei di fare un polpettone malfatto di informazioni confuse.
Il gruppo. Malik e Mustafa (rispettivamente bassista e chitarrista) militano insieme per anni in diverse band. Nel 2010, durante un festival di musica death a Copenhagen conoscono David, all'epoca frontman degli Undergang, e successivamente Tuna, batterista polacco. Un incontro occasionale e bizzarro, il loro, tre realtà (quella turca, quella danese e quella polacca) molto diverse in termini di stile, interpretazione dei suoni. Ognuno conserva il carattere musicale della propria terra. Decidono quindi di sperimentare questa nuova collaborazione: l'intraprendenza di Malik e l’inventiva di Mustafa danno vita agli Hyperdontia, un progetto nato più come decompressione, un parcheggio di brani che poco si addicono alle loro rispettive band.
Discografia. Nel 2017 escono con l'EP Abhorrence Veil. Giusto due parole: sarebbe dovuto essere il prodotto di quattro amici che si ritrovano a bere birra e a comporre del buon death old school, in realtà si rivela essere il mezzo per sfiatare la loro urgenza di suonare dal vivo e la conseguente necessità di dare forma a un lavoro pieno, completo. E così, prendono tutto quello che di buono c'è in Abhorrence Veil (e ce n'è davvero molto) e costruiscono un articolo corale, corposo, più consapevole.
L'album. Nexus of Teeth suona un death metal di radice tradizionale classica, porta con sé la marca della vecchia e gloriosa potenza del death old school. Ne risulta un ascolto zuppo, gonfio, appagante. Un risultato, questo degli Hyperdontia, che celebra in otto tracce monolitiche la storia del death metal e lo fa anche grazie a un sound tossico e rabbioso, uno di quei sound che ti strappa da quest'insana abitudine contemporanea di impasti di genere e ti riporta lì, all'immortale decade degli anni '90. È vero, sono una nostalgica in tal senso, ma questa release è di un così tale impatto storico che no, non può passare inosservata. Quello che più mi affascina di questo rilascio è che, nonostante non sia particolarmente originale (sfido chiunque ad essere creativo restando fedele a un sound compatto e non scindibile come il death), cattura l'attenzione come fosse un imperativo irrinunciabile: lo ascolti e rivivi i grandi maestri del death, rispolverati e lucidati, in una lezione esecutiva che veste una freschezza nuova: la tecnica e il ritmo espresso sono elevati e intensi, l'interesse è tenuto alto grazie a modulazioni sonore incisive e esasperate. Se ancora ti stai chiedendo perché mai l'ennesimo disco death old school dovrebbe distinguersi nel cestone del supermercato da tutti gli altri prodotti simili, sappi che: la coerenza, le intenzioni di un gruppo di amici che si ritrova per suonare quello che più ama in modo esemplare, l'onestà in termini di obiettivi (un album schietto e mai superficiale), fanno di Nexus of Teeth un'opera di eccellente fattura, corporea, carnale. Riconosciamo attraverso le vibrazioni delle corde tutto il sapore dei Morbid Angel, i riff sono magnetici e rimani lì, come incollato a fissare il fuoco; sono chitarre profonde, mordaci. I licks descrivono un vocabolario di accordi ricco di violenza e tensione, le sequenze ritmiche sono impeccabili e ben equilibrate tra mid-tempos e up-tempos. La batteria è un grumo di sonorità indurite e spigolose, una pressione ficcante e diretta che ci riconsegna un'atmosfera claustrofobica, soffocante. Le voci si miscelano perfettamente in questi groove, la ruvidità del growl non pialla la definizione aspra del songwriting. E poi la produzione: questo mixaggio conduce a una realtà nata 30 anni fa, ne imprigiona l'ombra e la restituisce in sfumature brillanti e affinate. E se ancora ti stai chiedendo perché mai l'ennesimo disco death old school dovrebbe distinguersi nel cestone del supermercato da tutti gli altri prodotti simili: beh, tu fidati e basta.
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5
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Io invece concordo con l'85. E' un discone, che prende sì le mosse dal death metal old school ma lo fa con grande personalità e cattiveria, pestando dall'inizio alla fine. Aggiungo che c'è un pizzico d'Italia grazie alla copertina terribile (in senso più che positivo!) di Paolo Girardi. Dark Descent comunque ultimamente è in gran forma: oltre a questo ha fatto pure il debut dei Malthusian che forse è addirittura più bello (e non è facile). |
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4
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** ObscureSolstice: sei riuscito ad ascoltarlo? Che ne pensi?
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** Pacino: perché 61? Cosa non ti è piaciuto? Cosa non condividi di quel che ho scritto? |
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2
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La Dark Descent ci ha abituato bene con ottimi dischi soprattutto Death Metal, qui a parer mio siamo su una sufficienza risicata per questi fan, giustamente e come il sottoscritto, degli Incantation. |
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1
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Voglio vedere se Irastrana ci ha visto giusto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Purging Through Flesh 2. Of Spire and Thorn 3. Teeth and Nails 4. Aura of Flies 5. Majesty 6. Euphoric Evisceration 7. Escaping the Mortal Embodiment 8. Existence Denied
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Line Up
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David Mikkelsen (Voce) Mustafa Gürcalioğlu (Chitarra) Malik Çamlıca (Basso) Tuna (Batteria)
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RECENSIONI |
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