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Devourment - Butcher the Weak
22/12/2018
( 1891 letture )
Butcher The Weak, album del 2006 dei Devourment, mi ha sempre lasciata con un grande ma.
Anche ora che lo riassaporo con un orecchio un po’ più clinico non riesce a convincermi del tutto.
Faccio un montaggio insolito, mettendo le mani avanti e analizzando prima gli elementi che mi lasciano un agrodolce a fine ascolto:
lo trovo un album monotono. Capisco che sia difficile pensare a dei lavori brutal che ripetitivi non siano, ma basti solo fermarsi al loro precedente Molesting The Decapited per rendersi conto di quel che intendo: manca la spunta creativa, manca l’intenzionalità di fare un lavoro stimolante, manca quell’incentivo in più che avrebbe dato tonicità all’album rendendolo provocatorio e energico.
La produzione: me lo chiedo ogni volta se ci sia stato un problema nel mixaggio o se sia stata una scelta consapevole. C’è un evidente squilibrio nel lavoro di calibratura dei vari strumenti ed è una produzione eccessivamente troppo bassa. La batteria rimane sempre frontale rispetto agli altri membri e se consideriamo che è una batteria già di suo molto impattante ne viene che sono proprio le pelli ad accompagnare tutto il resto, o meglio: sono le pelli a soffocare tutto il resto. Gli altri componenti non emergono, rimangono come basamento profondo e cupo. Che sì, crea atmosfera irrespirabile e sovraccarica, intensifica il mood di oppressione ma si indebita di fronte a peculiarità compositiva e arditezza in termini di resa. Peccato.
In più la batteria non ha dei suoni definiti e ben distinti: la doppia cassa si pasticcia sotto il suono troppo secco dei rullanti, suono che è protagonista su tutto, i piatti hanno timbri troppo induriti e in alcune angolature quasi fastidiosi.
Ma: i Devourment sono un gruppo capace, in grado di suonare bene un buon brutal.
Dopo sei anni dal Molesting The Decapited, i nostri confezionano Butcher The Weak, un album estremamente brutale, quasi indigesto.
La voce di Mike Majewski, che ha sostituito quella di Ruben Rosas, descrive un growl poco leggibile ma che si appoggia bene al clima claustrofobico delle tracce, il suo ribollire magmatico si deposita sulla struttura delle canzoni come uno strato denso di fango in fondo allo stomaco.
Le chitarre, pur non elevandosi in riffature pregiate, suonano veloci e inesorabili, la produzione le rende spesse, un amalgama saturo e pregno. Certo, troviamo anche dei mid e down-tempos che però non rendono giustizia al caos malato della sezione delle corde.
Se già nelle produzioni brutal il basso rimane sempre un po’ schiacciato nella coralità esecutiva, qui lo si individua con qualche sforzo in più. Non è ben distinguibile e fa un uso sovrabbondante di distorsioni: questo porta i pattern delle chitarre ad un esito disorganico, impastato. Tuttavia in termini di resa finale è un basso adeguato e pertinente.
La differenza che troviamo tra questo secondo rilascio e il loro debutto è sicuramente un accrescimento di brutalità e potenza di sound, purtroppo però c’è stato un depotenziamento del valore contenutistico (e artistico) dei brani che, come dicevo in apertura, si delineano come piatti uniformi, senza un’intelaiatura personale convincente.
È un album sì, da ascoltare, da capire, forse.
Ma se si vogliono conoscere i Devourment nel loro miglior abito, li possiamo trovare nella raccolta 1.3.8.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
84.14 su 7 voti [ VOTA]
Silvio Berlusconi
Lunedì 30 Agosto 2021, 0.38.30
3
disco solido e compatto,ma i Devourment a parer mio han fatto di meglio sia prima che dopo.
God of Emptiness
Domenica 23 Dicembre 2018, 9.44.08
2
PS. Ho ascoltato quest'album a ripetizioni per tutta la settimana scorda e trovare al sabato la recensione su metallized è stata una sincronicità junghiana davvero notevole ahaha
God of Emptiness
Sabato 22 Dicembre 2018, 20.46.23
1
Condivido la recensione per quanto riguarda la scelta del mix dei suoni ma la band appunto scelse di riregistrare l'intero lavoro un anno dopo e il risultato fu davvero perfetto a mio modo. Non condivido invece le critiche alla qualità dei brani. I primi due pezzi sono qualcosa di pazzesco. Da insegnare a scuola. Voto 90. Lo preferisco anche al suo seminale predecessore
INFORMAZIONI
2006
Brutal Bands
Brutal
Tracklist
1. Butcher The Weak
2. Masturbating At The Slab
3. Serial Cocksucker
4. Tomb Of Scabs
5. Autoerotic Asphyxiation
6. Anal Electrocution
7. Fuck Her Head Off
8. Babykiller
Line Up
Mike Majewski (Voce)
Ruben Rosas (Chitarra, Voce, Basso)
Eric Park (Batteria)
 
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