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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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12/01/2019
( 1420 letture )
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Nati nel 1982, sulla scia di altre band che da li a poco sarebbero esplose, i Wrath raccolsero sempre meno di quanto effettivamente ebbero seminato. Nonostante si fossero formati a inizio anni ottanta, il loro primo album Fit of Anger è datato 1986, preceduto solamente da una demo, ovvero Children of the Wicked. Thrash grezzo, energico, potente e ben suonato, penalizzato da una voce non sempre all’altezza (per Insane Society, terzo ultimo album del loro primo periodo sostituirono Gary Golwitzer con Kurt Grayson).
Nonostante siano sempre stati in ombra rispetto a gruppi come Metallica, Slayer, Megadeth i Wrath si distinsero bene, in particolare con Nothing to Fear, un piccolo gioiello di violenza. Qualità medio alta dunque, peccato che gli anni novanta segnarono una brusca frenata per la band complici forse le infinità di sperimentazioni che quel decennio portò nella musica. Dai Wrath, da li in avanti avremo qualche sporaodico segno di vita accompagnato da una demo del 1992 e da EP intitolato Wrath targato 2008. Per aspettare una vera rinascita bisogna invece aspettare il 2014 , un disco veramente ispirato per chi ama una tipologia di thrash molto vicina ai Nuclear Assault. A quattro anni di distanza dunque siamo contenti di ritornare a parlare dei Wrath. Come si presentano dunque i nostri dopo un lavoro di buona fattura come il precedente?
La band capitanata da Golwitzer resta fedele a se stessa (fin troppo come capiremo tra poco), a partire dall’artwork dove abbondano i colori accesi infernali come il rosso e l’arancio. C’è una ricerca da parte della band riguardante l’estremizzazione sonora non da poco. Però c’è una nota da dire e non è neanche banale. Ovvero che quest’obiettivo ha offuscato di molto la scrittura a livello compositivo portando i nostri a riciclarsi e a banalizzarsi. In questi anni abbiamo imparato a conoscere i musicisti, sappiamo che Scott Nyquist o Rob Noon sanno creare un tappeto sonoro niente male. Tracce come l’introduttiva Conflict è li a dimostrarcelo, dove a far da protagonista è proprio il suono maligno della chitarra oppure Mother Hell dove i ritmi si fanno rallentati e l’album trova finalmente una varietà maggiore(peccato sia l’ultima traccia). La pecca maggiore, dispiace dirlo è la voce di Golwitzer che risulta essere poco incisiva e scostante (bisogna dire però che rispetto ai vecchi dischi ha fatto passi in avanti). Altra nota dolente sono i suoni che risultano essere fin troppo impastati e in molti casi le chitarre arriva a soffocare il lavoro dietro le pelli fatto da Jake Fromkin (specialmente durante gli assoli).
Sono errori questi che minano la longevità di un album che risulta alla fine essere violento ed energico ma che esaurisce in tempi molto brevi la sua forza anche a causa di scelte compositive deboli (la parte centrale dell’album è piatta, le canzoni sono monotone e difficilmente riescono a prendere se ascoltate in successione), una voce non all’altezza e un sound fin troppo soffocante. Rimandati dunque ma li aspettiamo al varco col prossimo album.
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L'ho ascoltato perchè mi piacevano i primi dischi dei Wrath (soprattutto il primo, Children Of The Wicked è un grande pezzo); a parte il discorso suoni, che non mi sembrano male di per se, sono d'accordo con la recensione, ma la sufficienza piena gliela darei comunque... diciamo un 63 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Conflict 2. What You Grave 3. Draw Blood 4. Tension on High 5. My Rage 6. Feeding the Host 7. Clearing my Soul 8. Unholy Alliance 9. Mother Hell
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Line Up
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Gary Golwitzer (Voce) Scott Nyquist (Chitarra) Rob Noon (Chitarra) Gary Modica (Basso) Jake Fromkin (Batteria)
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RECENSIONI |
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