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Heaven Shall Burn - Of Truth And Sacrifice
26/04/2020
( 3560 letture )
Gli Heaven Shall Burn sono una di quelle band con cui si può sempre andare sul sicuro, non tradiscono mai. E con ben quattro anni di attesa trascorsi dall'ultimo Wanderer, inutile dire che le aspettative per questo Of Truth and Sacrifice sono alle stelle. Il nuovo disco si presenta da subito come un'opera imponente: due album gemelli, di circa quarantotto minuti ciascuno, a rappresentare verità e sacrificio. Parole pesanti e quanto mai attuali, come da sempre sono stati importanti i messaggi di cui gli Heaven Shall Burn sono stati portatori. E proprio ripensando alla carriera passata della band, viene da chiedersi se il voler rilasciare oltre novanta minuti di musica sia stata una scelta saggia: seppur da sempre autori di dischi tra il buono e l'ottimo, c'è anche da ammettere che la varietà delle soluzioni proposte non è esattamente uno dei punti di forza del combo tedesco. Ma non dilunghiamoci oltre, e iniziamo l'ascolto.

Truth è l'album in tipico stile Heaven Shall Burn che tutti ci aspettavamo: roboante ed esplosivo, incentrato come sempre sull'ormai rodata commistione tra riff aggressivi e assoli melodici. La prima parte vede i singoli che anticipato il rilascio succedersi uno dietro l'altro, per culminare con la splendida My Heart and the Ocean: tutti pezzi melodeath dalle caratteristiche abbastanza standard, ciò non vuol dire assolutamente che non siano di ottima qualità. C'è spazio però anche per qualche sorpresa, pensiamo ad esempio agli inserti elettronici di Ubermacht o alle orchestrazioni della lunga suite Expatriate. L'album si chiude sull'outro di archi di The Ashes of My Enemies, non prima però di un altro paio di pezzi al fulmicotone.

In Sacrifice la situazione si fa decisamente più interessante: si parte, in netto contrasto con la chiusura di Truth, con Children of a Lesser God, pezzo dal ritmo incalzante dalle forti tinte epiche che fiorisce in modo molto epico ed emozionante, almeno fino all'attacco a tinte EBM della successiva La Résistance. Già, avete capito bene: siamo di fronte al primo esperimento (decisamente riuscito) di una lunga serie, trattasi di cinque minuti di melodeath danzereccio che dimostrano la poliedricità degli Heaven Shall Burn, capaci di osare e reinventarsi in un genere da sempre piuttosto statico. Seguono gli otto minuti di Sorrows of Victory, dal sapore doomeggiante perennemente in bilico tra poesia ed aggressività, per poi arrivare a Stateless, pezzo senza un attimo di respiro in cui il gruppo ritorna temporaneamente alle proprie origini sfiorando anche i territori black metal. Piacevole anche la cover di Critical Mass dei Nuclear Assault, ma sono le ultime due tracce a suscitare di nuovo la nostra attenzione: Eagles Among Vultures ripropone stralci di orchestrazioni ben inserite nel muro eretto dalle ritmiche serrate, mentre la chiusura di quest'opera titanica è affidata a Weakness Leaving My Heart, dal lento e struggente crescendo che culmina con un'esplosione di emozioni.

Cosa rimane quindi? Un ottimo album, ennesima prova (come se qualcuno potesse nutrire ancora dei dubbi) della maturità e della personalità di una band capace, mai come in questo caso, di muoversi in maniera credibile in territori differenti, rimanendo allo stesso tempo caposaldo di un genere che spesso scade nella ripetitività e nell'autocitazionismo. Diciannove pezzi sono tanti, ed è inevitabile trovare qualche filler che contribuisce a rendere l'ascolto dell'intero lavoro, già di per sé non facile, ancora più ostico. Ma, tutto sommato, non si può certo dire che l'attesa di quattro anni abbia deluso le aspettative.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
79.78 su 14 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Sabato 7 Gennaio 2023, 21.17.19
7
Tirando le somme, sono d\'accordo con Transcendence riguardo la Staticità di questo Gruppo..
LUCIO 77
Sabato 7 Gennaio 2023, 21.13.36
6
Ascoltato anche questo con grande forza di volontà.. Sinceramente non mi ha entusiasmato.. Troppo lungo e senza particolari sussulti..
Ezio
Domenica 24 Maggio 2020, 1.28.22
5
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Ezio
Domenica 24 Maggio 2020, 1.19.50
4
Album bellissimo, che conferma il valore di questa band, i numeri uno nel loro genere, hanno voluto osare e c'e l'hanno fatta. Per me e' 85
Macca
Martedì 28 Aprile 2020, 14.49.20
3
Visto quanti sono belli Veto e Wanderer sono ansioso di ascoltare anche questo.
Graziano
Lunedì 27 Aprile 2020, 12.44.17
2
Anche per me uno dei dischi dell'anno, e per un genere che è solo tangente ai miei ascolti. Presa edizione con documentario bluray sulla band. Notevoli in tutto!!!
Underground
Domenica 26 Aprile 2020, 17.04.05
1
Album spettacolare. Fare un doppio disco per questo genere aveva il rischio di essere troppo noioso a lungo andare, invece il gruppo tedesco è riuscito nell'intento di fare un disco che si fa ascoltare dall'inizio alla fine, grazie a brani coraggiosi sia come quelli industrial, che i pezzi più lunghi ed articolati dove Marcus si esibisce addirittura in una notevole voce pulita. Tra l'altro da notare come il pezzo più violento ovvero Stateless si trovi nel secondo e più sperimentale disco. Su tutti i brani, anche se difficile da scegliere, My Heart and the Ocean anche grazie al bellissimo video sugli Sea sheperd. Uno dei dischi dell'anno.
INFORMAZIONI
2020
Century Media
Melodic Death
Tracklist
CD1:
1. March of Retribution
2. Thoughts and Prayers
3. Eradicate
4. Protector
5. Ubermacht
6. My Heart and the Ocean
7. Expatriate
8. What War Means
9. Terminate the Unconcern
10. The Ashes of My Enemies

CD2:
11. Children of a Lesser God
12. La Rèsistance
13. Sorrows of Victory
14. Stateless
15. Tirpitz
16. Truther
17. Critical Mass
18. Eagles Among Vultures
19. Weakness Leaving My Heart
Line Up
Marcus Bischoff (Voce)
Maik Weichert (Chitarra)
Alexander Dietz (Chitarra, Tastiera)
Eric Bischoff (Basso)
Christian Bass (Batteria)
 
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