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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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11/05/2020
( 1741 letture )
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Warrior of Sun è il debutto discografico degli Hounds, realtà power/heavy metal proveniente dal torinese, in cui milita al basso il nostro collaboratore Stefano Paparesta. La band nasce nel 2016 e si dedica come molte band alla riproposizione di cover, nello specifico tributando nientemeno che i Savatage, dedicandosi poi alla scrittura di brani propri, pubblicando un primo EP omonimo nel 2017 ed arrivando ora al debut sotto l’egida della sempre attiva Punishment 18 Records. L’influenza della band mai abbastanza compianta di Criss e Jon Oliva è abbastanza evidente, pur senza essere troppo invadente, il che non guasta, e nei momenti in cui si palesa è quasi dichiarata, come voler tributare la band americana piuttosto che copiare. I nove brani che compongono Warrior of Sun sono un concentrato di metal e hard rock anni 80 senza troppi fronzoli, il disco è una dichiarazione di amore verso un periodo storico e movimento musicale ben definito, senza neanche cercare l’innovazione, l’intransigenza con cui è composto, suonato e registrato sono una dichiarazione di intenti e così alcune scelte, che potrebbero essere stati peccati di ingenuità ed inesperienza possono tramutarsi in punti di forza. Un esempio di questo è la qualità di registrazione, che si può riassumere in antiquata, non al passo coi tempi, tuttavia piacevole in quel suonare così old style e anni 80. Qualità comunque buona, definita e non caotica, come spesso accade in debut dal budget ridotto. Non troveremo suoni pompati, orchestrazioni bombastiche produzioni plasticose, quanto invece suoni dinamici, taglienti e graffianti.
Il disco si apre con la strumentale Madness and Rage, introdotta da piano e tastiere per poi sfociare in crescendo in una cavalcata heavy, brano dedicato probabilmente anche come intro live, troviamo poi la title track, brano power epic, in cui si bilanciano melodia ed atmosfere oscure, riff e soli di chitarra tipiche dell’heavy classico, e l’uso del piano e dei synth confermano le influenze sopracitate. I brani posseggono una buona identità, senza assomigliarsi troppo l’uno con l’altro, riescono a vivere di luce propria. Condemned To Hell è introdotta da un organo e risulta uno dei brani più oscuri e sinistri, in cui echi di Black Sabbath si mischiano e band come Cirith Ungol e Judas Priest, Beyond The Horizon è più compatta e dall’incedere trascinante, The Chronogate è una breve strumentale che spezza i ritmi, e introduce City Hunter, altro brano che mischia l’hard rock e l’heavy figlio del power americano di Riot, Metal Church e primi Savatage, con un buon tiro ed un ritornello coinvolgente. The Light è il brano più strutturato, con una prima parte più vicina ad una ballad per poi cambiare atmosfere e trasformarsi in una cavalcata heavy. I vari cambi di atmosfere, l’uso delle tastiere e del piano fanno si che le influenze dei Savatage siano più che mai evidenti, e l’intenzione di voler creare qualcosa che possa tributare la band di Streets è evidente. Hero’s Fate è vagamente più progressiva, mentre la conclusiva Unreal concentra nuovamente colate di metallo ad un finale melodico e d’atmosfera.
Quanto descritto non potrà che fare la felicità dei defenders legati allo US Power, tuttavia in Warrior of Sun troviamo anche ombre ed elementi che andranno perfezionati: gli schemi e cliché utilizzati alla lunga possono stancare, alcune idee suonano poco originali e trattenute, osare un po’ in fase di composizione e arrangiamento avrebbe giovato al risultato finale. I ragazzi sanno suonare e tutto è al loro posto, invece la voce di Massimo Ventura necessita di trovare la giusta impostazione, la grinta non manca, ma talvolta vuole muoversi in territori non adatti al proprio timbro ed alla propria estensione, errori tipici dell’inesperienza e di lacune tecniche, che per un futuro secondo lavoro andranno assolutamente colmate. Un disco grezzo, ma genuino, ancora immaturo ma la storia ci ha insegnato che debut immaturi possono essere l’inizio di una storia fatta di capolavori.
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Ma chi ha gridato al capolavoro, ho scritto che non l'ho ascoltato.. Ahahah  |
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Io non ho sparato nulla. Ho replicato solo al commento su John Oliva, che non sarà Halford ma è un super cantante comunque. |
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Adescato in chat??🤣 Sicuro che sia lui il bisognoso di aiuto? Ahahahah |
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@underground: il post era il #5 ma fa lo stesso Piuttosto ti regalo volentieri il mio amico @Galilee.. in realtà è uno stalker che mi ha adescato in chat... hai ragione ad intendere che abbiamo postato per conoscenza, ma solo lui ha gridato al capolavoro e scomodato RH pur avendo esordito dicendo che non ha sentito l'album... lo fa sempre, facci caso. Aiutiamolo |
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@Skull: quella mia frase era in risposta alla tua:"tutto vero se adoperi il medesimo metro di giudizio per Hounds e Savatage... ". Ho trattato i due gruppi sullo stesso piano: seppur i Savatage di Hall e Gutter Ballett fossero superiori a Sires, quest'ultimo era comunque un buonissimo debutto ben oltre il sette.
Magari questo gruppo farà un grande album un giorno, ma questo è un debutto sufficiente e basta.
Se poi interviene anche il tuo amico Galilee a spararle grosse allora mi arrendo 🤣 |
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@Underground#18: ma quella di Halford l'ha sparata @Galilee, è come la Cape Canaveral di Metallized....
gli piace spararle grosse, soprattutto in pubblico  |
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@underground: non hai niente di cui scusarti o per cui correggere il tiro, ma se non è un paragone questo "I Savatage peggiori (visto la citazione nella recensione) erano anni luce avanti a questo gruppo" virgolettato dal tuo post#5 allora non so cosa sia un paragone. Non esistono altro che opinioni e gusti personali, un minimo di preparazione certo aiuta ma credimi io le rencensioni lasciano il tempo che trovano sempre e comunque, tolto rarissime eccezioni. Tecnicamente il lavoro degli Hounds è oggettivamente sufficiente, se piace il genere anche qualcosa di più. A me non piace e nonostante questo qualcosa di buono l'ho sentito. E' curioso che a me 44enne suoni vecchio questo sound che invece amano ed intendono perseguire ragazzi di 25 anni... si trovassero un cantante, un batterista o andassero a lavorare... è comunque una scelta coraggiosa che dimostra personalità.
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Quindi dai dello str... al recensore🤣. Scherzo!! Infatti ho dato un mio giudizio, se poi uno ci vede nel cantante il degno erede di Rob per carità. |
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@Underground: amico è una parola grossa ed io non ne ho, vedevo spesso il batterista, prima della pandemia, perché andavo a mangiare dove lavora. Non sto difendendo nessuno e neanche attaccando te, hai letto male il mio post io dicevo che non si può usare lo stesso metro e facendolo non potrei che darti ragione su quasi tutta la linea, dico quasi perchè ci sono poi anche i gusti personali.
A me fanno cagare anche i Savatage, ammetto candidamente, nessuno si offenda ma almeno così è tutto chiaro. Riguardo alle recensioni, più in generale, ti direi di non prenderle troppo sul serio, sopratutto dove già chi le scrive si prende troppo sul serio: tra uno che si crede di camminare sull'acqua ed uno str... che galleggia la differenza può essere proprio poca
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E vabbè: se è un tuo amico capisco. |
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Non sarà un Halford ma poco ci manca. Io lo trovo bravissimo. |
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@Skull: ho scritto che magari cresceranno col tempo e diventeranno più bravi, per adesso questo è un debutto a malapena sufficiente. Le critiche servono anche per crescere. |
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Non ho fatto i paragoni: nel primo mio commento cito i Savatage ad esempio perché a loro volta citati nella recensione, ho risposto a Skull che diceva di usare lo stesso metro di giudizio con entrambi i gruppi, cosa che ho fatto.
Sul cantante: appunto il talento conta e questo cantante non ne ha così tanto, e giusto per dire John Oliva non vale di certo Halford. |
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@Underground: si è vero, ma non li definisce come "in grado di rivaleggiare coi Savatage", semplicemente ne sottolinea una fonte di ispirazione primaria di cui parla anche il cantante nell'intervista. Dopodiché se ritieni che possano andare tranquillamente a lavorare... ti direi che non hai neanche tutti i torti ma 1) non posso mettere uno smile lampeggiante e con le stronzate che si leggono ovunque sulla webzine non gradirei un'altra tirata d'orecchie tipo terzo post 2) so per certo che un lavoro normale già lo hanno... si sbattono e si mangiano le ferie per fare qualche data anche all'estero, ci credono... che devo dirti, fra stroncarli o supportarli preferisco la seconda... aggiungo che le poche volte che ho parlato di musica con il loro batterista è sempre stato un reciproco "tu non capisci un cazzo" sempre rispettoso e divertente. Che facciano la loro strada, sono meglio di tanta altra merda che c'è in giro.
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La recensione non fa paragoni. Cita le band per dare un'idea della musica suonata. Stai cercando di dire che al debutto son tutti uguali. Quindi una mia prima prova cantante vale quella di un Halford? Il talento fuori dal comune non conta più? |
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Veramente è la recensione a citare i Savatage e comunque anche loro al tempo erano un giovane gruppo al debutto, la storia è la conseguenza. |
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Si vabbè.. Stai comunque paragonando il debutto di una giovane band italiana del 2020, ad una delle migliori band heavy di sempre e con un debutto di 30 anni e passa. Mi sembra abbia poco senso, almeno per me. |
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@Skull: spero che conosci bene i Savatage perché Sirens è dieci spanne sopra questo disco, ma già The Dungeons are calling. C'è un abisso assoluto tra i due gruppi, poi magari cresceranno col tempo ma certi paragoni li eviterei, idem per il cantante. |
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@Underground tutto vero se adoperi il medesimo metro di giudizio per Hounds e Savatage... il cantante è migliorato in tecnica, migliorerà ancora, a difettare ora è solo personalità/stile... tipico di giovani che si fanno le ossa.
La produzione poteva essere migliore o diversa, concordo anche se la ritengo buona... difettucci che hanno le prime uscite di tutte le band giovani, inclusi alcuni grandissimi nomi storici. Le tastiere non sono affatto male imho ma a parte questo ci sono dei buonissimi spunti di chitarra, parti simil-prog che suonano originali e mi sono piaciute parecchio. Deluso dalla mancanza totale di accelerazioni ma sorpreso per il groove di alcuni pezzi... secondo me il 70 è abbastanza meritato, punto più punto meno
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@Papi: come dice @Galilee li abbiamo visti (o vi abbiamo?) visti al padiglione14 non molto tempo fa e ci siamo scassati delle gran birre, io sicuro. Il mio commento, con tanto di smile che ride, voleva essere un augurio, onesto e magari ironico ad una band dell'underground della nostra Torino (e dintorni).
That's all |
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Per curiosità ho dato un ascolto a questo disco: mi spiace ma una sufficienza risicata sarebbe un voto più consono. La registrazione è decisamente scarsa, le tastiere per me hanno un suono pessimo, le canzoni si lasciano ascoltare ma lasciano ben poco, ma soprattutto il cantante lo trovo scarso o comunque ne ha di strada da fare. I Savatage peggiori (visto la citazione nella recensione) erano anni luce avanti a questo gruppo. |
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Hey Skull, li abbiamo visti la sera al padiglione. |
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E questo tuo commento illuminante cosa dovrebbe significare, scusa? |
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Gente che ha sete di successo, anzi, sete e basta!  |
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Grandi Hounds, e grande Massimo continuate così! il CD devo ancora sentirlo, ma già live hanno dimostrato di aver iniziato bene. Yeah |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Madness And Rage 2. Warrior Of Sun 3. Condemned To Hell 4. Beyond The Horizon 5. The Chronogate 6. City Hunter 7. The Light 8. Hero’s Fate 9. Unreal
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Line Up
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Massimo Ventura (voce, chitarra) Alessandro Zelferino (chitarra) Stefano Paparesta (basso) Marco De Fabianis (tastiere) Enrico Cairola (batteria)
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