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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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04/03/2021
( 1626 letture )
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Su quello che esce dagli studi di registrazione presieduti da Erik Mårtensson andrebbe affisso il marchio, a mo’ di simbolo di garanzia, a certificare la qualità del prodotto. Sarebbe un giusto riconoscimento per il dotato musicista svedese, che in ogni sua veste riesce sempre a convincere. Essendo il leader degli Eclipse il principale compositore, nonché produttore dei brani di Retransmission (metodo diventato una prassi del suo modus operandi), è facile individuare la persona da ringraziare per l’ennesimo gradito ascolto in ambito hard rock, tanto per cambiare partorito in Scandinavia. Stavolta a supportarlo troviamo il singer Jeff Scott Soto (Talisman) ed il polistrumentista Robert Säll (Work of Art), in questa sorta di supergruppo nato nel 2008 e denominato W.E.T., acronimo delle iniziali delle band di cui fanno parte i tre. Essi esprimono un hard rock dalle forti tinte AOR, sonorità tipiche di band quali H.E.A.T ed ovviamente la succitata band di Mårtensson, solo per menzionare due delle compagini migliori. Dunque un circolo esclusivo, nemmeno troppo ristretto, di band svedesi omologate, che producono un sound standardizzato, evolutosi talmente tanto negli ultimi anni, da poter far quasi pensare alla creazione di un nuovo genere o quantomeno ad un movimento differente rispetto a quello ottantiano dal quale prendono spunto.
L’ennesima dimostrazione empirica di ciò è riscontrabile nel corpus di brani adrenalinici presenti su Retransmission, hits aventi alcuni precisi elementi: i ritornelli da arena, l’alchimia funzionale esistente fra chitarra ritmica e solista, la ricchezza di cori enfatici, i ricami di tastiere e di synth pomposi, gli scarni virtuosismi di una batteria apparentemente meccanica ma decisamente funzionale e soprattutto gli escamotage contemporanei. Sono infatti proprio gli innesti piazzati sapientemente dal producer in cabina di regia a catalogare il prodotto, il quale deve necessariamente strizzare l’occhio al mercato rock di nuova matrice (tanto per intenderci quello degli ultimi 10-15 anni). Definibili tramite un possibile neologismo come “hAORock”, data l’ottima capacità d’inglobazione di reminiscenze melodiche e hard rock odierno, troviamo sapientemente ordinate lungo l’LP: The Moment of Truth, Beautiful Game, You Better Believe It e la conclusiva One Final Kiss. Sono questi i check point sui quali soffermarsi per conoscere la natura del platter, pur non potendo relegare il resto del disco a semplice contorno. Sta di fatto che i quattro pezzi meritano di essere consumati a massimo volume e raccolgono le peculiarità segnalate precedentemente, risultando entusiasmanti. Inoltre si fanno apprezzare per le abilità da shredder dei chitarristi impegnati: un valore aggiunto se si pensa che oltre a Magnus Henriksson (altro membro degli Eclipse), pure Mårtensson e Säll sono abili alla sei corde. Non è un caso che gli spettacolari assoli siano una costante dell’album, difatti tornano periodicamente in ogni tracks, esaltando brani già di per sé buoni, come The Call of the Wild e How Far to Babylon. Entrambi peraltro sono episodi dove spicca una scoppiettante sezione ritmica. I W.E.T. dimostrano di saper vincere facilmente con How Do I Know, dove piazzano un chorus catchy dalla melodia piena ed un terminale “muro del suono” a base di orchestrazioni, sul quale Mårtensson fa la parte del novello Phil Spector. Il singolo Big Boys Don’t Cry ribadisce la statura e la versatilità degli attori protagonisti, nel caso specifico impegnati dietro al microfono; mentre le power ballads Got to Be About Love e What Are You Waiting For non fanno altro che rimpinguare le casse dei W.E.T., rendendo il loro repertorio ancor più ricco, ad ogni modo i nostri evitano di uscire dalla propria comfort zone.
Superato il positivo impatto iniziale e riallacciandoci al discorso introduttivo, Retransmission (così come altri lavori appartenenti al fantomatico mondo “hAORock”), rischia di essere tacciato di pre-confezionamento, avendo un così confortevole materiale "plasticoso" ad avvolgerlo. È indubbio che la produzione minuziosa rischia di farlo rimanere confinato nello scaffale, peraltro assieme a prodotti somiglianti ma di qualità decisamente inferiore. È quindi compito del consumatore privilegiare ascolti certificati e garantiti come questo; d’altro canto spetta a musicisti di prim’ordine come i W.E.T. fare attenzione, poiché c’è il rischio di perdersi troppo nei dettagli tecnici della consolle. In futuro -considerando l’inevitabile progresso tecnologico- la ricercatezza esagerata porterebbe inesorabilmente allo svilimento della parte emotiva. Fortunatamente qui c’è il giusto equilibrio!
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12
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ALTRO GRANDE CD SIETE GRANDI CD DA PAURA SOTO STELLARE.🎤❤❤🎸🤘🏼🤘🏼🤘🏼🤘🏼 |
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11
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Grande Album già candidato ad essere nella mia top 5 del 2021. |
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10
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Buon album, si ascolta facilmente e non tradisce le aspettative.
Voto 80. |
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9
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Io sono dell'opinione che il loro album di debutto è irraggiungibile..... |
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8
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Azzardo dicendo che assieme al nuovo dei Dead Daisies è la migliore uscita hard rock del 2021.
Il duo Soto/Mårtensson rappresenta ben più di una garanzia! |
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7
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Per me il migliore dei W.E.T. Sicuramente potrà sapere un pò di plastica per come è stato creato e per l'omogeneità dei brani, ma il livello di songwriting di Martensson è talmente elevato che copre anche i difetti. Tante hit, tante melodie splendide, gran prova strumentale e la voce di Soto che è sempre di gran classe. Non trovo punti deboli (a differenza dei loro dischi precedenti), il disco è veramente godibile dall'inizio alla fine e sottolineo soprattutto Big Boys Don't Cry, One Final Kiss e Got To Be About Love, tre singoli splendidi. |
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6
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Jeff Scott soto il Robert de Niro dell'hard rock |
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5
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Mamma mia che bel disco..big Boys don t cry la mia preferita |
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4
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Album spettacolare e Soto stellare. Voto 90. |
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3
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Mi è arrivato da poco e già dopo 3/4 ascolti è già completamente assimilato. Lavoro certosino in fase di produzione, sonorità di altri tempi. Certo che Frontiers Records ha una scuderia niente male. |
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2
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...comprato appena uscito...gran disco....candidato ad essere tra i migliori dischi del 2021 ...nel settore hard rock....90.... |
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1
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Mi sembra che nella recensione non sia stato dato troppo peso al ruolo di SOTO....è un Maestro immortale del suo strumento, la Voce, ogni canzone merita un punto in più nel voto solo per le sue performances..... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Big Boys Don't Cry 2. The Moment of Truth 3. The Call of the Wild 4. Got To Be About Love 5. Beautiful Game 6. How Far to Babylon 7. Coming Home 8. What Are You Waiting For 9. You Better Believe It 10. How Do I Know 11. One Final Kiss
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Line Up
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Jeff Scott Soto (Voce solista) Erik Mårtensson (Chitarre, cori, tastiere) Robert Säll (Tastiere, chitarra) Magnus Henriksson (Chitarra solista) Andreas Passmark (Basso) Robban Bäck (Batteria)
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