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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Phlebotomized - Pain, Resistance, Suffering
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09/04/2021
( 1898 letture )
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A ottobre 2019, come un fulmine a ciel sereno e con una formazione completamente stravolta, sono tornati in pista i deathsters olandesi Phlebotomized, cult band capitanata dal chitarrista originale -e unico membro fondatore rimasto- Tom Palms, che negli anni novanta si era distinta entrando nel cuore dei metallari pubblicando Immense, Intense, Suspense, vero e proprio manifesto death metal estremamente intimo, sperimentale e fuori dagli schemi. Oggi, nel 2021, i sette musicisti pubblicano Pain, Resistance, Suffering consegnandoci venticinque minuti di musica inedita spalmati in sette tracce a due anni di distanza dal precedente full lenght Deformation of Humanity.
Diciamolo subito Pain, Resistance, Suffering prosegue sulla scia del disco precedente, prediligendo musica di grande intensità emotiva ed esecutiva, cesellata in molti casi da ottime idee in termini di arrangiamento che arricchiscono e personalizzano il death metal degli olandesi donandogli un quid particolare, ma è doveroso precisare che la spinta realmente innovatrice di Immense, Intense, Suspense sembra sia andata perduta. Certo, parliamo sempre di metallo della morte progressivo e non convenzionale, ma che per assurdo è più legato all’eredità lasciata dai Nocturnus, che al pastiche sonoro cui i nostri ci avevano abituato. Inoltre, confermiamo nuovamente l’assenza del violino che tanto aveva contribuito a rendere unici i Phlebotomized delle origini. Pur tenendo a mente questi dettagli però, Pain, Resistance, Suffering è davvero un bel sentire. I nostri hanno ancora parecchio da dire e bastano i quasi due minuti della titletrack che fa il paio con l’intro It Will Pass -di poco più lunga- per capire che l’ispirazione è ancora di casa. A colpire maggiormente sono le partiture di tastiere che donano una marcia in più agli intrecci chitarristici, dando sfogo ad atmosfere spaziali con un organo gotico davvero tetro ma azzeccatissimo. No Surrender rivisita a modo proprio coordinate sonore più consone agli Amorphis a cui si aggiungono incursioni in territori più melodici, tra tastiere ed armonie quasi di scuola Dark Tranquillity ed un uso parsimonioso delle clean vocals talvolta un po’ decadenti. Se Beheaded Identity è particolarmente efficace per le bellissime melodie sognanti sostenute da un mid tempo asfittico, sviluppando atmosfere sofferte, You Have No IDea pesta fortissimo per circa un minutino scarso, non senza prima aver distorto in modo sarcastico, con un campionamento, l’inno nazionale statunitense. In chiusura il quadratissimo, roccioso ed efficace mid tempo Collusion Starts Here dal taglio melodic death e dal riff portante drammatico alla Orion decisamente efficace, seguita a ruota dal meno immediato e asfittico rifferama in palm muting di GPS.
L’unico difetto di questo EP, se tale si può definire, è la durata. Questo antipastino di nome Pain, Resistance, Suffering ha suscitato nuovamente l’interesse per i Phlebotomized e il loro futuro sviluppo artistico: i venticinque minuti di nuova musica lasciano insoddisfatto il nostro desiderio di sentire di più da parte di questa band di culto. Speriamo dunque che l’attesa tra questa breve release e il prossimo album completo sia davvero minima perché, per riportare una celebre citazione cinematografica: Signori, avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione (Calvin Candie, "Django Unchained").
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4
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Grande Ep dotato di un'eleganza conferitagli dalle tastiere che, ingentiliscono i brani ma non fanno perdere d'intensità il tutto.. Alta classe... |
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3
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Davvero bello questo ep. Banali non lo sono mai stati e questa caratteristica la mantengono tuttora, anche se la proposta è diversa da quanto fatto negli anni novanta (di grindcore però onestamente non ne sento). La title-track e la successiva No Surrender a mio avviso sono due pezzoni. Il disco del 2018 me lo sono perso... ma recupererò. Voto 83 |
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2
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Una grande classe compositiva, travolgente e cattiva al punto giusto. Deformation of Humanity per me è uno dei più bei dischi del 2018 e questo PRS ne è una logica consequenza, fose un filo meno passionale. Ottimi da sempre, anche con queste nuove connotazioni che nulla hanno a che vedere con gli esordi. |
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1
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Ok l'ho appena finito di ascoltare e non mi è dispiaciuto affatto, anche se per me il grindcore è sempre faticosissimo da digerire (va detto che la scarsa durata aiuta). Comunque a prima impressione sembra interessante, ma ci dovrei dare un altro paio di ascolti e un po' più di attenzione, ad ogni modo merita! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. It Will Pass 2. Pain, Resistance, Suffering 3. No Surrender 4. Beheaded Identity 5. You Have No IDea 6. Collusion Starts Here 7. GPS (Global Problems Served)
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Line Up
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Ben De Graaf (Voce) Tom Palms (Voce, Chitarra) Dennis Bolderman (Chitarra) Thijs van der Sluijs (Chitarra) Rob op’t Veld (Tastiere) André de Heus (Basso) Alex Schollema (Batteria)
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