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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Nyktalgia - Peisithanatos
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21/08/2021
( 1178 letture )
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I Nyktalgia furono allo stesso tempo un fulmine a ciel sereno e un progetto “mordi e fuggi” nella scena black metal contemporanea. Il gruppo, formato come side project del batterista (già membro degli Sterbend, scioltisi in seguito alla morte accidentale del loro chitarrista e bassista Asmodaios), pubblicò due album in studio prima di sciogliersi e sparire dal mercato, privando la No Colours Records di una delle proprie proposte più promettenti. Gli anni 2000 furono riconosciuti come la decade che portò all’esplosione della sotto-nicchia di cui questo gruppo fu considerato alfiere (sì, stiamo proprio parlando del famoso “depressive black metal”), nonostante la propria attività limitata. Perfino il titolo del loro secondo disco, Peisithanatos, è un nomignolo affibbiato al filosofo greco Egesia di Cirene, vissuto nel terzo secolo avanti Cristo, le cui idee si possono riassumere con l’epiteto “la felicità è impossibile da ottenere, pertanto l’obiettivo del saggio è evitare il dolore e la sofferenza”: leggenda vuole che i propri insegnamenti furono proibiti nella città di Alessandria d’Egitto, poiché molti dei suoi studenti ricercavano spontaneamente la morte come conseguenza della sua dottrina.
Le premesse all’ascolto fanno quasi sorridere, ma vengono spazzate via appena la traccia di apertura si fa strada con accordi minori estesi ed insolitamente drammatici e melodici, le cui progressioni ambigue e meno ligie allo standard del black metal risentono dell’influenza dell’album omonimo di Burzum: la canzone prosegue con un ritornello strumentale a base di arpeggi, per poi far cadere all’improvviso le dinamiche con note sostenute ed estremamente melanconiche per una buona porzione della traccia. Nekrolog è la traccia più sconvolgente del disco, iniziando con un breakdown in doppia cassa che risente molto dell’hardcore anni Novanta fra arpeggi esoterici di scuola Ondskapt ed improvvisi blast beat che vanno a velocità inaudite, aggiungendo un tocco occulto di death metal che è un chiaro tributo a classici come De Mysteriis Dom Sathanas e Under Ein Blodraud Maane. La title track segue riff epici e distanti che ricalcano quelli della traccia di apertura con tracce di chitarra lead in tapping che sembrano derivate di Yngwie Malmsteen e compagnia neoclassica, mentre Pavor Nocturnus è la traccia più disperata del lotto, carica di riff intensi e tragici con chiarissimi riferimenti ai Silencer. La produzione è chiara, ma chiaramente penalizzante per il basso: se lo scream lancinante di Skjeld risulta poco distintiva e a tratti irritante a causa della propria mancanza di pertinenza alle canzoni presentate (nonostante il growl di Nekrolog sia notevolmente efficace), le tracce di chitarra suonano molto insolite, poiché c’è meno distorsione di quella prevista da un disco di metal estremo, un suono che evoca in buona parte parecchio shoegaze anni Novanta.
Il fenomeno underground del black metal in particolare ha portato alla conoscenza di una gran quantità di gemme rimaste fra gli archivi del web degne di ben più di una rispolverata. Sebbene il triste destino degli Sterbend prima e dei Nyktalgia dopo portò allo scioglimento di due act eccellenti tra la scena black metal tedesca, i loro dischi non sono stati dimenticati, e rimangono tuttora indimenticati, e sono alcuni degli album più intensi e carichi di atmosfera pessimista che l’immaginario comune possa concepire.
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3
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Quest'Album mi è piaciuto molto per la sua Scorrevolezza.. Effettivamente viene voglia di riascoltarlo appena finito.. Devo dire però che la Voce mi risulta difficile da mandare giù.. Troppo da Gallo starnazzante in fase di strangolamento.. Peccato perché il Lavoro è veramente valido... |
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2
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La recensione mi aveva incuriosito e allora me lo sono sparato in macchina cinque volte. Davvero valido, si ascolta che è un piacere, e forse non dovrebbe essere così per un disco depressive ma pazienza. In alcuni tratti mi ha ricordato i Forgotten Woods ma meno disperati, anche per lo scream che non mi è sembrato così lancinante come dice Transcendence, non mi ha disturbato affatto. Bella rispolverata davvero. Interessante anche il rimando al filosofo greco. Chissà se qualche band depressiva ha mai pensato di dedicare qualcosa a Carlo Michelstaedter: la sua filosofia pessimista mi sembra, purtroppo per lui, per le conseguenze che lui ne trasse, piuttosto adatta al genere (oltre al fatto che il suo "far di se stesso fiamma" è stato un pensiero piuttosto comune, purtroppo, nel rock n' roll). |
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1
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Ho vissuto fino ad oggi una vita grama senza conoscere questa prelibatezza. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Nyktalgia 2. Nekrolog 3. Peisithanatos 4. Pavor Nocturnus
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Line Up
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Skjeld (Voce, batteria) Malfeitor (Chitarra, basso) F. Völker (Batteria)
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RECENSIONI |
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