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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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27/11/2021
( 1577 letture )
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All'interno della lunga tradizione del metal ellenico, spesso caratterizzata da un particolare gusto per la melodia applicato ai generi più estremi, si inseriscono con un ruolo di primissimo piano i Septicflesh, abili trasfiguratori e sperimentatori della materia death metal. Έσοπτρον (Esoptron), termine greco per "specchio" (inteso certamente in una maniera più figurata che materiale a giudicare dai versi che accompagnano la titletrack) è il titolo della seconda fatica di Spiros e Sotiris, che segue di appena un anno il debutto Mystic Places of Dawn e di cui è sotto certi punti di vista una naturale evoluzione.
Oltre all'evidente miglioramento nel sound, sembra che anche il songwriting abbia smussato sia certe acerbità e asprezze degli esordi, esprimendo con più matura consapevolezza ma anche con una diversa scelta di toni e armonie quanto già di buono mostrato sul primo disco. Le atmosfere del tutto particolari già sviluppate dalla band greca vengono amplificate grazie all'abbondanza di sezioni melodiche e orchestrali che vengono spesso accompagnate ed alternate a tempi più compassati e melodie più riflessive quando non solenni ed epiche, mentre lo spazio dedicato alle parti spesso anche gradevolmente cervellotiche e al fulmicotone tipiche di Mystic Places of Dawn si assottiglia. Ne consegue che i toni arcani e misteriosi che traspaiono anche dai testi di entrambi i lavori, che uniscono rimandi mitologici a introspezioni dal gusto quasi psichedelico, assumono maggior rilievo anche dal punto di vista strettamente musicale. Le tastiere sono ovviamente lo strumento cardine per ricreare queste ambientazioni criptiche e grazie anche alla varietà di suoni per cui vengono impiegate donano a ciascuna canzone le tonalità di suono giuste. Έσοπτρον conferma, inoltre, la grande creatività soprattutto di Sotiris, principale songwriter, sia nella ricerca di un sound originale che incorpora variegate influenze in un sound tutto sommato riconoscibile ed omogeneo, sia nella struttura delle canzoni, che risultano "liquide", senza punti di riferimento, come flussi di coscienza sempre cangianti, che mai si soffermano troppo sullo stesso pensiero, palesando un approccio compositivo di stampo sostanzialmente progressive. Già la titletrack, che apre il disco dopo il breve intro Breaking the Inner Seal traccia abbastanza chiaramente le direttrici su cui si muoverà un po' tutto il disco, seppure con soluzioni abbastanza varie: su un riffing death metal in mid tempo piacevolmente interrotto da una fugace accelerazione centrale, la canzone si evolve mentre si alternano le tastiere, gli assoli eleganti e melodici della chitarra, il growl profondissimo di Spiros. In questa come in altre canzoni quali Succubus Priestess si possono notare talvolta influenze tipicamente heavy metal classiche, così come una certa vena gothic che ben contrasta con le parti più arcigne e tirate e che è una costante di un po' tutto il disco. Così proprio le canzoni forse più aggressive dell'album, Rain e So Clean, So Empty, infarcite di riff feroci e blast beat, contengono anche alcune tra le parti di tastiera più evocative e sezioni di chitarre malinconiche e suggestive. E così, passando per gli arpeggi epici e glaciali di Ice Castle, le suggestioni medievaleggianti dell'intermezzo Celebration e i rimandi lirici e musicali all'antico Egitto di The Eyes of Set, si giunge in conclusione alla lunga Narcissism. Brano articolato e complesso che, rappresenta al contempo un'epitome e un'esaltazione della vena più sperimentale ed eccentrica del combo di Atene ed evolve in maniera sorprendente e irregolare per nove minuti tra orchestrazioni e cori maestosi che rivelano un'influenza riconducibile alla neoclassica à la Dead Can Dance latente per un po' tutto il disco, stravaganti sezioni di fiati e più classiche parti death metal.
Se un difetto va trovato in un disco tutto sommato quindi buono e a tratti ottimo, è quello di aver perso leggermente l'impatto più immediato e spontaneo del debutto e di dare l'impressione, forse conseguentemente, di crogiolarsi a volte eccessivamente nelle sezioni più elaborate dal punto di vista stilistico e più maestose dal punto di vista dell'atmosfera, forzando un po' troppo la mano, ad esempio, in alcuni punti meno riusciti di Narcissism o nella parte centrale dell'altrimenti bella Ice Castle. Ciononostante, Έσοπτρον si merita comunque con tutta probabilità la palma di apice della carriera dei Septicflesh, superando il suo predecessore per maturità stilistica e il suo successore per superiorità di idee e sound (più piatte le prime, troppo "finto" il secondo) e trovando il giusto equilibrio tra una solida radice death e la passione per sperimentazioni e orchestrazioni che è il vero e proprio trademark di questa storica realtà mediterranea.
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4
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Bell\'album,dal sound mistico e atmosferico.
Peccato per la batteria programmata molto piatta ma,dopotutto, Spiros e compagni non hanno mai sbagliato davvero un colpo |
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3
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Affascinante album di una Band geniale. Ice Castle il mio brano preferito. |
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2
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Grandissimo album, addirittura un filo meglio del debut, che già era eccellente. Il migliore della discografia? Difficile dirlo, perché la qualità è sempre stata mediamente altissima in casa Septic Flesh, anche nelle produzioni più recenti, pur se suonano diverse dagli album più vecchi. Però certamente questo è uno dei loro migliori. Voto 87 |
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1
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Tra il meglio di questo gruppo strepitoso, anzi li preferivo nettamente in questa veste, più introspettiva e più misticheggiante, piuttosto che con la batteria sparata a 200 bpm per un'ora. Occhio al nome della band perché non si vedono gli altri album presenti in database.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Breaking the Inner Seal 2. Esoptron 3. Burning Phoenix 4. Astral Sea 5. Rain 6. Ice Castle 7. Celebration 8. Succubus Priestess 9. So Clean, So Empty 10. The Eyes of Set 11. Narcissism
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Line Up
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Spiros (Voce, Basso) Sotiris (Voce pulita, Chitarra, Tastiera)
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