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The Mars Volta - Frances the Mute
01/01/2022
( 2509 letture )
Doverosa premessa: Frances The Mute non è semplice, non è immediato, non è catalogabile ed è una di quelle opere che suddivide le opinioni in due tifoserie ben distinte: chi lo ama follemente e chi lo detesta in altrettanta misura. Siamo di fronte ad un disco fuori dall'ordinario, tuttavia parlando dei The Mars Volta l'affermazione non desta alcun clamore in quanto di ordinario la band di El Paso non ha mai avuto nulla. Il secondo disco dei multietnici texani vede la luce nel 2005 e si può tranquillamente porre a metà strada tra un concept album ed un'opera prog. I brani perdono la forma canonica di canzone (tranne The Widow) e vengono suddivisi in atti. Ognuno di essi, inoltre, si contraddistingue per la lunga durata ben oltre i dieci minuti, per una durata complessiva che quasi tocca gli ottanta minuti.

Per la prima volta al timone di comando della produzione siede Omar Rodrìguez-Lòpez ed il tocco del chitarrista emerge anche qui, i suoni sono più nudi rispetto al suo predecessore, l'impatto corale della band è molto analogico, quasi come si volesse trasmettere un senso di naturale verità del suono e nel complesso risulta piacevole e cristallino, in generale con le basse frequenze in secondo piano a favore di una grezza mediosità generale su cui le voci di Cedric Bixler-Zavala trovano terreno fertile per le proprie sperimentazioni e per le liriche narrate. Proprio dalle liriche è doveroso partire per iniziare un'analisi del disco. Il concept parla delle vicissitudini affrontate da un anonimo personaggio impegnato nella ricerca della sua famiglia di origine e l'ispirazione scaturì dal ritrovamento di un vero diario in cui l'anonimo autore parlava proprio di questa sua storia. Tutto ciò trapela in modo ricercatamente confuso nei testi dei brani, legandosi imprescindibilmente alle musiche e lasciando agli ascoltatori la libera interpretazione del significato delle parole che sono espresse in più lingue o addirittura inventate. Ogni brano è inoltre incentrato su un personaggio ben preciso coinvolto nella storia raccontata. Va inoltre precisato e ricordato che in un caleidoscopio in cui tutto sembra gettato a caso come bacchette di shanghai su un tavolo, in realtà questo tutto è studiato meticolosamente fino al più piccolo dei dettagli, dai testi alle musiche.
Il primo capitolo del disco è Cignus…Vismund Cygnus (ricorda nulla Bond… James Bond?!) brano intenso e spigoloso, con le voci che spaziano dall'inglese allo spagnolo per sottolineare la dinamicità della narrazione, guidato magistralmente da una grande prova della sezione ritmica che spazia tra generi, tempi e velocità senza far perder mai un attimo di groove. In netta opposizione The Widow cammina nella sua prima parte su binari più easy e pop per poi sfociare in una seconda parte di innesti elettronici su un continuum di organo, una composizione in cui l'amore per il suono anni settanta tanto amato dalla band emerge appieno. L'Via L'Viaquez ci rende dono dei The Mars Volta nella loro miglior espressione di personalità, un complesso e grezzo insieme di rock, progressive ed influenze latino americane, con stacchi, cambi atmosferici, assoli e molta, molta intensità. Probabilmente il brano più intricato ed ostico ma al contempo magnetico ed affascinante di questo album. Con un nuovo cambio di mood e di sonorità arriva con Miranda The Ghost Just Isn't Holy Anymore in cui le atmosfere si fanno drammatiche, le sensazioni sono delicatamente sinistre e fredde, e nuovamente la sezione ritmica torna a farsi sentire in tutta la sua potenzialità. A porre fine alla tracklist con i suoi trentadue minuti troviamo Cassandra Gemini, un rompicapo lirico e musicale, un saliscendi di sensazioni e di emozioni che stordisce per la quantità di materiale di cui è composta, sul finir della quale troviamo un incipit ai primissimi versi del disco, quasi a voler dare un senso di ciclicità al tutto.

No, non è per nulla semplice Frances The Mute in nessun suo aspetto. L'impressionante quantità di dettagli e di colori musicali di cui è composto annichilisce e stordisce chiunque per la prima volta abbia a che fare con lui. Non è semplice eppure è intriso da un magnetico fascino difficilmente spiegabile, probabilmente collegabile alla forza delle immagini che riesce a far percepire o alla crudezza generale di cui ogni sua parte è composta. Non è un ascolto per tutti, tuttavia chi voglia capire chi o cosa sono (o sono stati) i The Mars Volta non può fare a meno di passare attraverso l'esperienza di questo disco.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
70 su 15 voti [ VOTA]
mauroe20
Giovedì 6 Marzo 2025, 23.24.15
10
recensione troppo sintetica per un disco così complesso.
carroz
Giovedì 6 Gennaio 2022, 21.38.42
9
l'ho sempre trovato ampiamente sopravvalutato... preferisco di gran lunga l'esordio
Rob Fleming
Giovedì 6 Gennaio 2022, 19.10.57
8
Osta @fasanez, sai che non ci avevo mai fatto caso? L'ho rimesso su ora, mentre scrivo queste parole per vedere se poteva starci il rimando. Per certi versi lo ricorda. Ma Plant sa essere molto più elegante, mentre la voce di Cedric (sin dai tempi degli At Drive In) l'ho sempre trovata "aspra", "acida", priva di quelle sfumature a me congeniali. Adesso però mi è venuta voglia di ascoltare meglio l'album. Chissà...
fasanez
Giovedì 6 Gennaio 2022, 15.18.21
7
@Rob 1. Posso chiederti come mai non ti piace la voce di Cedric? Ti ricorda troppo Plant?
Testamatta ride
Giovedì 6 Gennaio 2022, 11.52.28
6
Condivido il commento #4 di Andy. Li ho seguiti dall'inizio alla fine e non sono mai rimasto deluso raggiungendo picchi di pura goduria. Di certo c'è che bisogna essere nel mood giusto quando li si ascolta perché capisco quando qualcuno dice che a tratti possono risultare fastidiosi (con diecimila virgolette) o disturbanti. In ogni caso, ribadisco, per quanto mi riguarda 6 album bellissimi.
Voivod
Martedì 4 Gennaio 2022, 21.48.31
5
Li ho amati alla follia, ma è un bel po' che non li riascolto... Questo l'o sempre trovato più ostico degli altri, ma non per questo meno riuscito, anzi!
Andry Stark
Domenica 2 Gennaio 2022, 20.02.49
4
Un album tanto ostico quanto bello, voto 95
GT_Oro
Domenica 2 Gennaio 2022, 11.21.09
3
Musicalmente troppo caotici (anche se sarà voluto e ragionato, sicuramente) e la voce la trovo insopportabile.
Black Me Out
Sabato 1 Gennaio 2022, 15.28.57
2
Capolavoro di album, fresco oggi tanto quanto lo fu al momento della pubblicazione. Un disco sul quale si potrebbe scrivere un libro da quante curiosità e finezze si potrebbero analizzare e sviscerare. A me piace sottolineare come si avvicendarono oltre venti musicisti esterni ad arricchire le sonorità ed il songwriting dell'intera opera, tra cui una ricchissima sezione di fiati ed archi. A partire da "Frances the Mute" i Mars Volta iniziarono ad avere una direzione totalmente loro e questo è testimoniato anche dal fatto che Flea e John Frusciante qui contribuiscono meno alla totalità del disco - al contrario di "De-Loused in the Comatorium", praticamente scritto per buona parte anche da loro due - ma lasciando comunque il segno: il primo con la sua tromba in "The Widow" e in "Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore" e il secondo soprattutto con gli assoli stupendi in "L'Via L'Viaquez", il mio pezzo preferito del disco, e con molti consigli in sede di produzione (ma in quel periodo Omar Rodrìguez-Lòpez pendeva ancora dalle labbra di Frusciante, basta leggere alcune interviste dell'epoca). In ogni caso la personalità qui è debordante e "Frances the Mute" rimane una di quelle opere uniche che una band riesce a comporre una volta nella vita. Meraviglioso.
Rob Fleming
Sabato 1 Gennaio 2022, 11.43.11
1
L'esordio mi era piaciuto, ma non mi aveva fatto gridare al miracolo (anche per la voce a me poco congeniale di Cedric). Ma il singolo The Widow - magnifico! - mi convinse all'acquisto. Indecifrabili; i Mars Volta richiedono numerosissimi ascolti prima di far proprie le loro sfumature. Interessante Cassandra Gemini che nelle sue 5 parti va a toccare i generi musicali più disparati. Però dopo questo ho smesso di seguirli. Sarà un caso? 75
INFORMAZIONI
2005
Golden Standards Laboratories
Prog Rock
Tracklist
1. Cygnus…Vismund Cygnus
- Sarcophagi
- Umbilical Syllables
- Facilis Descenus Averni
- Con Safo
2. The Widow
3. L'Via L'Viaquez
4. Miranda That Ghost Just Isn't Holy Anymore
- Vade Mecum
- Pour Another Icepick
- Pisacis (Phra-Men-Ma)
- Con Safo
5. Cassandra Gemini
- Tarantism
- Plant A Nail in the Navel Stream
- Feminepulse
- Multiple Spouse Wounds
- Sarcophagi
Line Up
Cedric Bixler-Zavala (Voce)
Omar Rodrìguez-Lòpez (Chitarra, Sintetizzatori)
Isaiah Owens (Tastiere)
Marcel Rodriguez-Lopez (Tastiere, Percussioni)
Juan Alderete De La Pena (Basso)
Jon Theodore (Batteria)

Musicisti Ospiti:

John Frusciante (Chitarra nella traccia 3)
Roger Manning (Pianoforte)
Larry Harlow (Pianoforte nella tracce 3 e 5)
Adrián Terrazas-González (Sassofono tenore e flauto nella traccia 5)
Flea (Tromba nelle tracce 2 e 4)
Salvador Hernandez (Tromba)
Wayne Bergeron (Tromba)
Randy Jones (Bassotuba)
Nicholas Lane (Trombone)
William Reichenbach (Trombone basso)
Larry Corbett (Violoncello)
Suzie Katayama (Violoncello)
Fernano Moreno (Violino)
Erick Hernandez (Violino)
Diego Casillas (Violino)
Ernesto Molina (Violino)
Joel Derouin (Violino)
Roberto Cani (Violino)
Mario De Leon (Violino)
Peter Kent (Violino)
Josefina Vergara (Violino)
Lenny Castro (Percussioni)
David Campbell (Arrangiamento Cordofoni, Ottoni, Pianoforte e Percussioni)
 
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