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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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26/04/2022
( 2845 letture )
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Diciamoci la verità, dopo l'addio nel 2021 dello storico chitarrista e co-fondatore Mike Sifringer i fan dei Destruction erano molto più che preoccupati; se da un lato la band aveva già fatto a meno di Schmier, è palese che tale cambiamento di line up portò ad alterne fortune per i crucchi, i quali si risollevarono appunto col ritorno all'ovile dopo una decade del corpulento frontman.
Normali, quindi, i timori di un pubblico già scottato a suo tempo, che ora si ritrova orfano di un riffmaster come Mike e di conseguenza si interroga sul contenuto del quindicesimo full length dei thrasher tedeschi i quali, va detto, negli ultimi tempi avevano prodotto lavori sì coerenti ma forse caratterizzati da una sorta di "immobilismo creativo" che li aveva resi piuttosto similari nella discografia della band. Da questo punto di vista -e non solo- Diabolical spazza via ogni sorta di dubbio rivelandosi una piacevole sorpresa, il disco che non ti aspetti (più) dai Destruction. Preso atto dell'importante defezione di cui sopra, Schmier continua -giustamente- a optare per la formazione a quattro elementi e recluta l'argentino Martin Furia, un'ottima alternativa che si sposa a meraviglia col compagno d'asce Damir Eskić (si ascolti Servant of the Beast per averne un esempio pratico); sarà l'entusiasmo per la nuova avventura o semplice affiatamento musicale, ma si nota un'insospettata ventata di freschezza nel gruppo che lascia piacevolmente colpiti. E a colpire -appunto- questa volta i padiglioni auricolari, è la title-track che dopo l'immancabile intro deflagra dalle casse con tutta la sua violenza facendo presagire buonissime sensazioni, le quali fortunatamente non verranno smentite dal resto della tracklist. Infatti pure con la successiva No Faith in Humanity ci ritroviamo sulle montagne russe composte dalle scale dei due chitarristi, mentre da parte sua Randy Black si conferma batterista di valore assoluto e quantomai adatto al sound dello storico moniker teutonico. Si cerca spesso nei refrain una certa melodia ma questo non va a discapito della pesantezza, anzi si arricchisce la proposta con soluzioni talvolta maggiormente cadenzate (Repent Your Sins, Tormented Soul o ancora The Lonely Wolf) le quali vanno a dipingere un quadro musicale completo arricchito da parti solistiche di livello superiore per gli standard cui ci avevano abituato in passato gli stessi Destruction. Se proprio vogliamo indicare qualche brano con l'antipatico appellativo di "filler" possiamo citare State of Apathy (che curiosamente è stata scelta come primo singolo del platter facendo aggrottare la fronte a più di un fan) o una Hope Dies Last, ma ciò appare quasi ingeneroso specie se confrontiamo questi pezzi con i riempitivi dei più recenti predecessori. La chiusura è affidata a una frenetica cover dei britannici GBH sulla quale Schmier e soci possono pestare all'inverosimile donandoci un finale punk-oriented al fulmicotone.
Diabolical convince sia dal punto di vista tecnico che da quello compositivo, candidandosi addirittura a miglior album post-The Antichrist (a tutti gli effetti l'ultimo capolavoro della band) e visto l'addio di una pedina storica come Sifringer e il quarantesimo anno di attività sulle spalle la cosa non era affatto scontata e lascia quasi stupiti; i Destruction se ne escono con un album ispiratissimo e di grande livello, degno delle loro migliori produzioni e... spaccaossa come Mad Butcher comanda!
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7
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Album bellissimo che cresce con gli ascolti, sicuramente Spotify me lo darà come top album 2022 salvo uscite eclatanti. Certamente c'è una maggiore ricerca melodica nei refrain e negi assoli, lo stile è uniforme anche se le canzoni sono ben riconoscibili e trascinanti, e la tecnica c'è sempre. Vinile preso perché meritano, li attendo dal vivo. Thrash 'til death! Voto 88. Daje! |
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6
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Album discreto, sicuramente meglio del precedente che è finito nel dimenticatoio in un attimo. Qui ci sono i soliti buoni destruction, con alcuni pezzi azzeccati e altri che sono triti e ritriti. Mi piace molto la versione a quattro, il gruppo ci ha sicuramente guadagnato. Hope Dies Last e The Last of a Dying Breed con Tormented Soul sono le canzoni che riascolto più spesso. E comunque lunga vita a loro, io li amo dal vivo, picchiano che è un piacere. Voto 70 |
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5
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Ho notato una cosa... I Kreator sono "accusati" di non fare Pleasure To Kill o Extreme Aggression all'infinito, invece i Destruction di rifare The Antichrist continuamente.
Io alla fine preferisco i Sodom. |
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4
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Non c'è molto da dire, è il solito album dei Destruction degli ultimi vent’anni. Niente di eclatante, nessuna sorpresa, ma -preso per quello che è - sicuramente può soddisfare i gusti di chi ha apprezzato quest’ultima (lunga) fase. Tutto sommato l’ascolto non mi si è rivelato deludente, la band ha sempre un grande impatto. Il migliore da The Antichrist… non so. Forse il precedente mi è piaciuto di più e Devolution è sicuramente un gradino sopra. Però migliore di tanti altri loro album. Voto 75 |
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3
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Ma cosa vi aspettate da questo tipo di band? Se sono 40 anni che rifanno all' infinito lo stesso disco e l'unica cosa che e' cambiata e' solo l'adeguare la produzione del disco con i tempi che corrono....queste band sono da prendere cosi' ....non c'e molto da recensire...come aspettarsi dagli exciter un disco prog metal....ma quando mai...79 come voto basta e avanza per la granitica coerenza. |
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2
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Qualche song discreta, qualcun altra mi lascia indifferente. Ormai i destruction hanno trovato una specie di equilibrio musicale che gli permette di realizzare nuovi album. Da quello che ho letto in rete questa nuova realizzazione è stata ben accolta dal pubblico in fatto di vendite, quindi può essere che sia io che non riesco più ad apprezzarli come un tempo. |
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1
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Boh, sarò io, ma anche questo disco non mi prende per niente. Dopo AntiChrist sento sempre le stesse cose, e la voce di Schmier proprio non aiuta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Under the Spell 2. Diabolical 3. No Faith in Humanity 4. Repent Your Sins 5. Hope Dies Last 6. The Last of a Dying Breed 7. State of Apathy 8. Tormented Soul 9. Servant of the Beast 10. The Lonely Wolf 11. Ghost from the Past 12. Whorefication 13. City Baby Attacked by Rats
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Line Up
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Schmier (Voce, Basso) Furia (Chitarra, Cori) Damir (Chitarra, Cori) Randy (Batteria)
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