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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Destruction - All Hell Breaks Loose
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13/08/2016
( 3223 letture )
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Quando si parla di una leggenda teutonica come i Destruction inevitabilmente i rimandi sono al periodo storico degli anni ’80, che li ha visti nascere, esplodere e scrivere pagine memorabili del thrash mondiale come Infernal Overkill, Eternal Devastation e Release From Agony, saltando però quasi a piè pari il buio periodo della decade successiva, in cui l’assenza del carismatico leader Schmier ha lasciato un segno indelebile affossando di netto la fama e la reputazione di una band fino ad allora inattaccabile. Dieci anni di confusione totale, dai quali il piccolo folletto della chitarra Mike è riuscito a uscire solo dopo aver finalmente ristabilito i rapporti con l’ex bassista/cantante e aver deciso di seguire una e una sola via, quella della rinascita totale. Stretto un accordo d’acciaio con la monumentale Nuclear Blast e reclutato alla batteria il talentuosissimo Sven, i Destruction si chiudono negli Abyss Studios di Peter “Hypocrisy” Tägtgren in Svezia e tornano a nuova vita con lo sbalorditivo All Hell Breaks Loose, un vero e proprio fulmine a ciel sereno che nessuno si sarebbe mai aspettato da una band data ormai per defunta da tempo.
Tre quarti d’ora di una classe thrash dimenticata da tempo ma che qui rinasce con una prepotenza inaudita e una produzione stellare: una breve intro inquietante, le cui tre parole finali “Born In Pain” la dicono lunga sull’immediatezza sonora che la band vuole scatenare sul povero ascoltatore malcapitato, e via di violenza senza sosta con la killer song The Final Curtain, dove il nostro Schmier preferito torna a ruggire come se non se ne fosse mai andato e Mike alla sei corde si ricorda di essere uno di quelli che questo genere l’ha davvero inventato. La seguente Machinery of Lies è uno dei primi highlight indiscussi di questo album: un’aggressività, una velocità, una precisione e una violenza come non si sentiva da tempo e come forse i Destruction non avevano mai raggiunto in passato, con ottimi rallentamenti a definire le perfette accelerazioni incontenibili di un nuovo batterista davvero eccezionale e devastante. I tappeti di doppia cassa alternati ai terzinati in Tears Of Blood fanno pogare qualunque scettico, così come i rallentamenti sui quali la voce del leader carismatico si staglia inesorabile in tutta la sua lacerante cattiveria e la chitarra regala tonnellate di riff a ciclo continuo. La seguente Devastation of Your Soul ha l’effetto di una sega circolare in continua rotazione che prima ti lacera a bassa velocità facendoti sentire la rottura di ossa ma poi accelera mantenendo una velocità costante e inesorabile fino alla fine, facendo pure da introduzione al secondo masterpiece dell’album, la monumentale The Butcher Strikes Back, un omaggio alla leggendaria Mad Butcher che ridefinisce i canoni futuri della band di Weil am Rhein e ne traccia i solchi con una performance pazzesca e un ritornello da cantare a squarciagola (tanto da diventare uno dei loro classici in sede live). Il mid tempo di World Domination of Pain, introdotto da un basso granitico e oscuro, rallenta leggermente i ritmi finora privi di pause, regalandoci un po’ di tempo per rifiatare e poter ammirare ancora una volta la perizia tecnica di Sven dietro le pelli, ancora più evidenti nella monolitica e cadenzata X-treme Measures dove l’incedere pachidermico del ritmo generale è spezzato da rullate slayeriane di grande efficacia. La title-track è un thrash metal molto moderno e carico di groove che a dire il vero mostra un filo di fiato corto perché sembra non sapere dove andare a parare, anche se la seconda parte è decisamente più varia ma comunque priva del guizzo vincente, a differenza della seguente Total Desaster 2000, riproposizione del loro classico targato 1984 che come ospite in questo caso ha nientemeno che Peter “Hypocrisy” Tägtgren a supporto di voce e chitarra per impreziosire un brano di per sé già leggendario. Chiudono l’album la quadrata ed efficace Visual Prostitution e la sguaiatissima Kingdom of Damnation, che senza far gridare al miracolo definiscono un approccio più moderno dei Destruction al ritmo thrash del nuovo millennio.
Con All Hell Breaks Loose i Destruction tornano prepotentemente sulla scena metal mondiale che conta e lo fanno con un album fresco di idee e grinta, con brani che entrano di diritto tra i classici delle loro setlist live e con la volontà, l’intento e la garanzia di essere davvero tornati per restare. Thrash ‘till Death.
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10
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Con quest’album i Destruction si rimettono in carreggiata dopo la sbandata pseudo groove degli anni precedenti e allo stesso tempo affilano le armi per il successivo The Antichrist, vero ultimo capolavoro della discografia. Concordo sul fatto che i pezzi migliori siano nella prima parte, specialmente Machinery of Lies e Devastation of Your Soul; la seconda parte è un po’ più anonima, seppur sempre massacrante. Malgrado ciò, nel complesso è comunque migliore di diversi loro album degli ultimi vent’anni. Voto 80 |
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9
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Ascolto sempre con piacere la prima parte dell'album invece nella seconda secondo me il disco si perde un pò. |
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8
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Bel disco, pezzi semplici ma tutti efficaci. Comunque il periodo senza Shmierd è da rivalutare, hanno fatto cose molto interessanti anche se certamente non imprescindibili; però si tratta comunque di thrash moderno (per l'epoca) e suonato alla grande, molto meno 'ignorante' di quello che hanno fatto con Sh. |
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7
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Ciao Rik! Io neanche lo comprai, mi abbonai a Rockhard tedesco e me lo regalarono, che culo!! (Ps. non parlo tedesco) |
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6
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Quoto Metal Shock e Lisa. Ciao ad entrambi eh eh ... Comunque considerato l'anno di pubblicazione e quello che è successo nella decade precedente, ritrovare i destruction a questi livelli non è cosa da poco. Acquistai il cd di getto senza pensarci e ne fui piacevolmente colpito nel ritrovare un gruppo che ormai davo per disperso. Bentornati destruction !!! |
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5
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Buon disco, preso appena uscito ma non mi sono strappato i capelli, insomma un 7.5 ma per me non di più, almeno da quello che ricordo visto che è un bel po' che non lo ascolto...Il discone arriverà un anno dopo. |
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4
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Che bei ricordi....mi ricordo che prima di acquistare questo cd ,metal hammer e metal shock ne parlarono bene,lo comprai e non mi deluse, lo consumai ....in quel periodo il thrash era in crisi...questo fu un gran bel segnale di vita...grandi destruction, voto piu' che giusto |
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3
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Bell'album ..ce l'avevo in cassetta, una mazzata!! Bei ricordi.. |
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2
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Bello bello, qua i pezzi ci sono, poi la produzione è ottima, bella grezza ,per i miei gusti, il ritorno del macellaio è stato gradito...da gustare a manetta con una bella braciola sugosa...80 per me. |
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1
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Il disco del ritorno! Un buon album dopo anni di silenzio, con ottime canzoni, su tutte The final curtain e The butchers strikes back, ma per me il successivo The Antichrist sarà il loro album migliore. Thrash till death! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. The Final Curtain 3. Machinery of Lies 4. Tears of Blood 5. Devastation of Your Soul 6. The Butcher Strikes Back 7. World Domination of Pain 8. X-treme Measures 9. All Hell Breaks Loose 10. Total Desaster 2000 11. Visual Prostitution 12. Kingdom of Damnation
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Line Up
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Marcel "Schmier" Schirmer (voce e basso) Mike Sifringer (chitarra) Sven Vormanm (batteria)
Musicisti ospiti: Peter Tägtgren (Voce, Chitarra su traccia 10)
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