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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Gridiron - No Good at Goodbyes
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16/05/2022
( 1237 letture )
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Assi chiodate, macchie di benzina sui marciapiedi, esplosivi nei tombini e una coltre di fumo pronta a sfidare l’altezza dei grattacieli: è l’insopprimibile urlo della periferia che terrorizza la legge e le convenzioni del nucleo centrale, il nemico numero uno mai davvero in grado di placare la forza eversiva delle circoscrizioni relegate ai margini nelle grandi metropoli.
Il sacro fuoco della contaminazione sonora propagatosi tra la seconda metà degli anni ’80 e il decennio successivo torna a fare ustioni eccellenti per merito dei Gridiron, progetto messo in piedi da esponenti di varie band hc (Payback, Never Ending Game, Year of the Knife) decisi a scatenare una guerriglia urbana improntata alla rivitalizzazione del crossover vecchio stile, quello imbastardito a causa dei rapporti non protetti fra metal, hardcore e rap. In questo caso la linea temporale è maggiormente sbilanciata verso gli anni ’90 e infatti ascoltando No Good at Goodbyes ci si trova schiacciati da una morsa che include batteri letali riconducibili a Biohazard, Downset, Hatebreed e gli eroi locali della Pennsylvania Krutch e No Retreat. La conseguenza è una violenta deflagrazione innescata da una miccia a base di beatdown/moshcore e old school rap metal, un testa-coda alla nitroglicerina che lascia sul campo ben pochi superstiti: nove brani per ventidue minuti in puro stile ed intenzione hardcore, una pioggia di molotov sotto forma di breakdown, gang vocals malfamate, riff abrasivi come schegge di vetro e liriche memori della territorialità gangsta quanto dei valori promossi in tutta la sua carriera da Jamey Jasta. Scendere nella trincea apprestata dai Gridiron è un’operazione molto pericolosa, ma chi sa orientarsi in campi minati del genere non può tirarsi indietro e deve per forza partecipare alla battaglia: No Good at Goodbyes è la perentoria chiamata alle armi e tira giù dalla branda a colpi di metriche rap-oriented saldate a un impianto di groove metal hardcore con tanto di blast-beat, Trench persevera in tale direzione aggiungendo il fervore dei contro-cori hc e uno spavaldo assolo, mentre Helta Skelta è una mazzata sui denti resa ancora più dolorosa dal sadico apporto delle harsh vocals dell’ospite Brody King. Brothers in Arms (12th Man) già dal titolo è un inno di militanza hardcore e il suo carico di adrenalina tracima direttamente in 25-8, il cui incipit assomiglia a dei Rage Against the Machine iper-vitaminizzati da illecite sostanze heavy hardcore. A parte il sample operistico che fa aggrottare la fronte, Triple Threat è un'altra palla da demolizione gettata a peso morto sugli edifici delle zone “in” del centro città e, a giudicare dal breakdown al tritolo dell’outro, i danni rischiano di essere davvero ingenti. La mitragliatrice rap metal-crossover/beatdown spara i suoi ultimi proiettili con la muscolare Battle Hardened, il rissoso upgrade di Faceless Enemy (già presente nell’Ep del 2020 Loyalty at All Costs) e la brutale Hate Sells, inquinamento acustico propagato da una colata inarrestabile di rap, hardcore, groove e metal.
Non saranno bravi a dire addio, ma i Gridiron sanno come fomentare l’ascoltatore in cerca di un sound grondante attitudine da ogni poro: letale e assolutamente "in your face", il loro debutto su “lunga” distanza farà gioire i nostalgici amanti degli incroci spuri così in voga negli anni ‘80/’90 e ora riproposti con grande entusiasmo da cinque musicisti affamati di hardcore, linguaggio rap e propensione metal; per tagliar corto, la rivelazione crossover di questa prima parte del 2022.
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vasco...fai bene. Anch'io ascolto / suono -poco- quello che mi piace, poi sono spesso io a cominciare discussioni sui generi, un po' per polemizzare ma soprattutto per rompere i maroni, cosa -dicono molti- che mi riesce piuttosto bene  |
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Divertentissimo e a me basta così, l'etichetta non mi interessa |
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Almeno a fine anni 80 e nei primi anni 90 il crossover era un miscuglio di thrash, hard core, funky e rap. Non devevano esserci per forza tutti gli elementi. |
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No va be' sto male una roba del genere è più pesante anche del NYHC! Dai facciamo che ognuno si tiene la propria idea di crossover e basta, altrimenti non ne usciamo più. Alla prossima |
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@Lambru: quello è i real crossover! |
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Allora si può definire Crossover quello che sento nei bar, specie nei weekend, quando 50enni e 80enni giocano a carte. Bestemmie old school e bestemmie New Wave of Tipiche Madonne Reggiane. |
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Si @Lambru, capisco il tuo punto di vista e diciamo che a livello storico hai ragione tu perché la prima forma di ibridazione prevedeva l'incontro/scontro tra hardcore e thrash metal. Ciò non toglie che la parola crossover (come del resto ha detto anche @d.r.i.) indica una miscela di stili diversi e nel tempo tale definizione si è allargata fino a comprendere altri generi che addirittura non includevano i due "originali". Quindi per me crossover applicato ai Gridiron ci sta bene e sinceramente non faccio fatica a definire nello stesso modo i Suicidal Tendencies (tolto il primo album). Poi se non ricordo male per te non sarebbero crossover neanche i Biohazard in quanto li ritieni più legati al NYHC...anche li volendo ci sarebbe da discutere |
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In realtà Crossover è proprio mix di differenti generi, c'è anche nella musica classica. Che poi noi veci ci piace associare crossover a gente che ti fa pogare solo a vederli ci sta. |
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Indigo, ci sono centinaia di band che suonano questo genere e si definiscono Beatdown. Io invece come Crossover considero chi mischia Thrash e Hardcore Punk. Allora si potrebbero definire Crossover anche Suicidal Tendencies o Bad Brains, gruppi che ho sempre apprezzato. |
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@Lambruscore, ormai ti conosco e so che sei un osso duro ma va bene così. La band non è etichettabile come hardcore e su questo siamo d'accordo; il loro sound è composto 1/3 da rap (la parte vocale), 1/3 metal, 1/3 beatdown, heavy hardcore, moshcore o come lo vuoi chiamare, sta di fatto che questi tre stili si amalgamano in ogni canzone senza che nessuno prenda il sopravvento. Non so, più crossover di così è dura, non venire a dirmi che per te questo è metalcore eh, altrimenti mi fai arrabbiare sul serio. |
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5
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Gridiron. Band che si definisce Hardcore. Loro -almeno questo disco- NON fanno Hardcore. Piuttosto se vi piace questo genere sentite i 25ta Life. Non voto perchè mi dà fastidio anche leggere Crossover per questa roba inutile qua.  |
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Dei Berthold City conosco i primi 2 ep. Hardcore veramente valido. Dovrò cercare il nuovo disco uscito quest'anno. |
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Sì Indigo per me 73 è alto sono un rompipalle Ti consiglio di ascoltare il nuovo Berthold City. |
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@d.r.i. sul voto numerico è sempre difficile andare d'accordo....
Complice la breve durata io non ho riscontrato momenti di stanca ed era da tempo che non sentivo una botta di energia crossover di questo livello. È altrettanto vero che alla band piace calcare la mano sui breakdown (spesso collocati a fine traccia) e qui si, forse si sono ripetuti ma da fan del -core sinceramente lo valuto un aspetto positivo. Comunque un 73 mica è poco, quindi tutto sommato il disco è piaciuto anche a te |
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Carino, assolutamente non da 82 perchè per me leggermente ripetitivi. Gli darei un 73. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No Good at Goodbyes 2. Trench 3. Helta Skelta 4. Brothers in Arms (12th Man) 5. 25-8 6. Triple Threat 7. Battle Hardened 8. Faceless Enemy (Remix) 9. Hate Sells
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Line Up
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Matt Karll (Voce) Will Kaelin (Chitarra) Mike Wasylenko (Chitarra) Jake Abbot (Basso) Tyler Mullen (Batteria)
Musicisti Ospiti: Brody King (Voce su traccia 3)
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RECENSIONI |
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