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26/04/25
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Malevolence - Malicious Intent
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06/06/2022
( 1432 letture )
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I Malevolence non hanno ancora sbagliato un colpo. Dopo una decina di anni passati a battere fieramente i circuiti underground e la pubblicazione di due album clamorosi, eccoli approdare nel roaster della prestigiosa Nuclear Blast con un terzo disco, Malicious Intent, pronto a far esplodere una carriera in continua ascensione. La ragione? Un suono personalissimo che guarda più alle paludi del sud degli Stati-Uniti che alle acciaierie della natia Inghilterra, dove il groove velenoso dei Pantera incontra gli effluvi fumosi dei Crowbar, la cafonaggine degli Hatebreed e qualche punta di slamcore, il tutto coronato da un’attitudine insolente e da un’estetica urbana e trendy degna dei più popolari artisti trap. In altre parole, forse uno dei pochi esempi di come si possa suonare metal ed essere fighi nel Terzo millennio, con all’attivo una musica esplosiva e tecnicamente sopraffina. Se il precedente Self Supremacy trovava la perfetta sintesi del Malevolence-sound, Malicious Intent va ancora oltre, varcando un’ulteriore tappa nel cammino del gruppo.
Non che la terza prova dei Cinque di Sheffield presenti particolari novità, ma alcuni elementi si trovano nettamente più sviluppati rispetto al passato. Da un lato, l’album si presenta se possibile ancora più muscolare dei precedenti, più “metal” e un po’ meno “groove”, si potrebbe dire. Il riffing si fa ancora più complesso, a tratti quasi fin troppo arzigogolato (Do or Die), i breakdown e la componente core si moltiplicano: la breve title-track posta in apertura, scevra di ogni afflato sudista, abbonda in tal senso e potrebbe quasi far pensare il peggio. Falso allarme, con la successiva Life Sentence il velenoso riffing groovy torna a farsi sentire, pur diluito in un calco più squadrato. Soprattutto, il brano introduce il più grosso cambiamento operato dal Quintetto, che mette nettamente più in risalto il chitarrista e secondo cantante Konan Hall. Autore delle parti “stoner”, leggasi un cantato ruvido à la Kirk Windstein, il nerboruto musicista trova finalmente spazio in quasi ogni brano del nuovo disco, profilandosi come uno degli elementi irrinunciabili del suono dei Malevolence del 2022. Ne è esempio proprio la succitata Life Sentence, che si apre sul ritornello in un notevole stacco arioso. Non si tratta di un ammorbidimento, non siamo di fronte alla classica struttura strofa potente/refrain melodico, quanto piuttosto a momenti sì melodici, ma soprattutto evocativi e perfettamente incastonati in un continuo martellamento sonoro. Il singolo -e uno dei migliori episodi dell’album- On Broken Glass è uno dei migliori esempi di quanto appena detto, mentre Still Waters Run Deep esala whisky ad ogni nota e rispolvera il lato più southern del gruppo, ben presente anche nella torrida Karma. Relativamente inusuale anche il blues tossico dell’intro di Above All Else, anche se la palma di episodio più ardito spetta senza dubbio a Higher Place, emozionante brano acustico che dimostra una volta di più le capacità canore di Konan Hall. Echi di Down emergono durante la mesta ballata, che non rinuncia a un climax finale furbetto degno dei più sfrontati Five Finger Death Punch (inteso in senso buono) ma che nemmeno sorprende: la band aveva già osato l’acustico nell’ultimo EP The Other Side del 2020. Ciliegina sulla torta Salvation, nobilitata dalle parti in clean ad opera dell’ospite d’eccezione Matthew Heafy.
C’è molta carne al fuoco sul terzo album dei Malevolence, che scorre senza alcun calo di tensione, complice anche la durata moderata. L’impressione generale è di essere di fronte a un disco decisamente più sofisticato e sfaccettato dei precedenti, oltre che maggiormente introspettivo e meno cafone. D’altro canto, i brani perdono un po’ di quella carica arrogante che straripava dalle prove precedenti e che le rendeva così croccanti. Malicious Intent è insomma un album più maturo e consapevole, che non tradisce quanto fatto sin d’ora e mostra più che mai quanto i Malevolence siano pronti e meritevoli di fare il botto.
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2
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Una figata questo album e questo gruppo in generale, non li consoscevo!
Grazie per averli recensiti! |
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1
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Che figata di album questo! L'ideale da far partire in macchina la mattina mentre si va a lavorare! Brani scorrevoli, che viaggiano veloci, ma che non nascondono alcune complessità più che gradevoli. "Salvation" con Matt Heafy è il mio pezzo preferito, credo si distingua bene in scaletta, ma in generale tutto il disco è da 80 pieno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Malicious Intent 2. Life Sentence 3. On Broken Glass 4. Still Waters Run Deep 5. Higher Place 6. Karma 7. Above All Else 8. Do or Die 9. Salvation 10. Armageddon
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Line Up
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Alex Taylor (Voce) Konan Hall (Chitarra, Voce) Josh Baines (Chitarra) Wilkie Robinson (Basso) Charlie Thorpe (Batteria)
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