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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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06/07/2022
( 2602 letture )
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Con un po’ di ritardo sulla heavy-tabella, torniamo velocemente sul campo di battaglia per occuparci di un progetto che definire particolare sarebbe riduttivo. Facente parte della nutrita e leggendaria scuderia della Nuclear Blast, sboccia finalmente il lavoro solista di Matt K. Heafy , mastermind dei Trivium. Scritto, prodotto, programmato e registrato sulla lunghissima distanza (i primi demo risalgono al 2009!), il debut degli Ibaraki , nati dalle ceneri dei MRITYU può essere considerato alla stregua di una one-man-band, con doverose ed entusiasmanti eccezioni. Al processo di scrittura e registrazione hanno partecipato nientemeno che Alex Bent , Paolo Gregoletto e Corey Beaulieu , con il maestro Ihsahn in poli-veste di co-creatore / performer , mentre troviamo l’oscura presenza di Nergal (Behemoth) e quella inaspettata di Gerard Way (My Chemical Romance). Insomma, una nutrita schiera di talentuosi ed eccentrici avventori. Ma come suona questo potenziale iper-mix dopo tutti questi anni di stop and go, canzoni abbozzate e idee accumulate?
L’album, incentrato sulla mitologia giapponese, ci cattura fin da subito grazie alla splendida copertina bi-color: semplice e mistica, cattura il bianco e nero e lo sporca con il rosso accesso. Rashomon è lungo, abrasivo, oscuro ed epico. Un treno che squarcia l’oscurità passando attraverso le fitte trame del black metal per attraccare a lidi estremi e progressivi. Un album che, a un primo acchito, potrebbe farci pensare a una scelta di colori e suoni ridotta, ma che sciorina una varietà impressionante e -soprattutto- una qualità elevatissima. Una caratteristica vincente è senza dubbio l’effetto “replay”, dove possiamo catturare l’essenza altamente spirituale delle composizioni. Incredibile come il background giapponese-feudale si sposi così bene con il sound proposto da Matt K. Heafy & Co. Il cantante-chitarrista estrae dal cilindro una prova da brividi, con picchi estremi mai proposti e parentesi pulite da dieci e lode. Rashomon è senza freni, lunghissimo, con brani dalla durata media di 7-8 minuti, ma non stanca affatto. Sposa la potenza abrasiva del black ferale e la fonde con la tecnica (e le idee) dei musicisti coinvolti, partendo proprio da Matt K. Heafy fino ad arrivare al talentuoso Alex Bent , batterista di cui non mi stancherò mai di tessere le lodi. Immerso in un contesto alquanto differente da quello dei Trivium, Bent distrugge ogni cosa grazie alla sua potenza dirompente ma, all’occorrenza, ci grazia con preziosi fill e partiture complesse. Aperto da un folk nipponico, Rashomon si muove cattivo e sinuoso con la classe di un unicorno nero. Hakanaki Hitsuzen / Kagutsuchi è una doppietta micidiale, che prepara le danze con il suo intro evocativo prima di scartavetrarci con il black tecnico e una prova maiuscola di Matt K. Heafy. Una novità è l’utilizzo delle parentesi solenni, orientate al power metal, che squarciano improvvisamente il tessuto di alcune composizioni, regalando uno spirito samurai degno della migliore epica orientale. Da brividi il passaggio pacato che lambisce la tre-quarti, che ci riporta in sella alla velocità di Kagutsuchi, seguita a ruota dalla semi title-track Ibaraki-Dōji. L’impronta di Ihsahn è spalmata durante tutte le composizioni, tant’è che si ha la sensazioni di assistere a una versione aggiornata e letale del suo splendido Arktis.. Le emozioni messe in tavola sono tante, e vengono abilmente distrutte e rimescolate dalla imponente presenza di Nergal sulla bruciante Akumu, black apocalittico con alcune parentesi in polacco, che segue a ruota la sfavillante magia epico-drammatica di Tamashii no Houkai, dove lo spirito samurai vive in solitaria, bilanciando la ferocia con la sinfonia, la classe con l’ignoranza dei riff di chitarra e un’effettistica di contorno splendidamente abbozzata. Il solo, squisito e grondante sangue di guerriero, viene eseguito dalla sei corde di Ihsahn , che tempo zero ci manda in brodo di giuggiole, mentre tentiamo di recuperare qualche pezzo del puzzle. Siamo travolti da una tempesta di sabbia, nel desolante deserto nero. È notte, e il vento soffia più forte del solito prima della magniloquenza incessante di Rōnin , brano-manifesto di quasi dieci minuti , impreziosito dallo screaming brutale di Gerard Way e da una porzione solista fuori portata a cura della premiata coppia Heafy / Ihsahn. Il brano, vero climax di questo brillante Rashomon è strutturato in modo avvincente e non segue una vera e propria regola fissa, aprendosi con un delicato power-prog che anticipa furia cieca e una tempesta di blast-beat, prima del succitato bridge strumentale. Il finale del viaggio è interamente affidato a un’altra doppia-perla: Susanoo no Mikoto / Kaizoku, che sfoggia le basi black apprese finora, nonché porzioni cantate in lingua madre e adagiate su malinconiche sfuriate e accelerazioni di pura epicità emozionale. Ancora una volta un suono evoluto, che si svincola da solo dal genere di partenza per esprimere il brillante concept sprigionato dai testi. Il bridge sfoggia atmosfere vicine al genio Devin Townsend grazie a un ispirato sali-scendi chitarristico che sfocia in un cartoonesco epilogo alla Mechanical Poet sugellando un album privo di punti deboli.
Stupiti in positivo dall’effettiva bontà di Rashomon e, in generale, del progetto Ibaraki, passiamo a un secondo ascolto con entusiasmo e spirito battagliero. Auspicandomi un secondo capitolo nel prossimo futuro, non posso far altro che inchinarmi ancora una volta alla penna del buon Heafy (e del suo mentore Ihsahn), il quale non fa che migliorare standard qualitativi e prestazioni produzione dopo produzione. Stato di grazia.
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9
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Non simpatizzavo particolarmente per Heafy una ventina d\'anni fa e nemmeno per i Trivium, poi col tempo non solo mi sono dovuto ricredere, amando ora i Trivium, ma devo pure ammettere che è tra le figure di spicco del metal contemporaneo, se non la figura di spicco. E questo album ne è palese dimostrazione. |
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8
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Tra gli album dell'anno senza dubbio, meraviglioso, sa di nuovo e sa di ben costruito. Un gioiello che ascolto in loop da tempo. |
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7
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E questo mi sa che per le prossime settimane sarà il disco che approfondirò X bene perché potrebbe regalarmi enormi piaceri...un unico appunto riguarda la produzione delle chitarre troppo poco nitide, secondo una certa tradizione black, certo, ma un suono più comprensibile avrebbe reso giustizia maggiore ad un lavoro di chitarre di altissimo livello! Quando sento questi dischi mi di allarga il cuore perché vuol dire che questo genere ha ancora qualcosa da dire! Bravi |
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6
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@Victory:
Supporre una cosa del genere (ridicola) con un redattore che ascolta heavy metal dal 1989 fa un po’ rabbrividire, ma se ti fa star meglio fai pure. I voti sono solo “numeri” , e 87 e’ adeguato per uno dei migliori album del 2022. End of the story. |
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5
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Ottimo disco, ma da qui a dare 87...tendente al 90, vuol dire che musica ne avete ascoltata davvero poca.
80 pieno meritato. |
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4
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Disco dell anno, sono certo che a fine anno la mia opinione non sarà cambiata.
Disco C L A M O R O S O!!
Già amo i Trivium, sono la mia band preferita, ma Heafy ha saputo stupirmi ulteriormente con questo disco.
Heafy é un genio, in ogni senso, non so più in che altro modo definirlo.
Ihsahn anche lui fondamentale nella riuscita di questa opera.
Alex Bent un fuoriclasse assoluto, già di per sé fenomenale nei Trivium ma qua ha saputo superare se stesso. Davvero un batterista fuori dal normale! |
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3
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Che meraviglia! Un tributo a tutto l'extreme prog con passaggi che ricordano Opeth, Nevermore, Emperor (quindi Ihsahn), Leprous e The Faceless ma senza risultare ridondante o scopiazzato. Matt Heafy ha dimostrato di essere molto di più di ciò che fa con i Trivium. |
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2
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Appena ascoltato. Bellissimo album, una vera sorpresa. Musicisti di altissima qualità che esprimono tutta la loro tecnica in maniera fenomenale. Voto meritatissimo. |
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1
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Per me l'album sorpresa del 2022, completamente inaspettata visto che i Trivium non sono mai riusciti a piacermi.
Complimenti a Matt e Ihsahn per l'altissima qualità di questo lavoro, personalmente un 90 ci sta tutto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hakanaki Hitsuzen (intro) 2. Kagutsuchi 3. Ibaraki-Dōji 4. Jigoku Dayu 5. Tamashii no Houkai 6. Akumu 7. Komorebi 8. Rōnin 09. Susanoo no Mikoto 10. Kaizoku (outro)
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Line Up
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Matthew Kiichi Heafy (Voce, Chitarra, Basso) Alex Bent (Batteria)
Musicisti Ospiti:
Ihsahn (Chitarra, Tastiera, Programming) Gerard Way (Voce) Nergal (Voce) Corey Beaulieu (Chitarra) Paolo Gregoletto (Basso)
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RECENSIONI |
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