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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Timeless Miracle - Into the Enchanted Chamber
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22/07/2023
( 754 letture )
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Le fondamenta della band in questione vengono poste negli ultimi mesi del 1995 a Malmö, in Svezia. In quel luogo ed in quel tempo il cantante Mikael Holst, il polistrumentista Fredrik Nilsson e il batterista Kim Widfors formano i Trapped, ma Widfors presto abbandona e così il gruppo si scioglie. Passati sei anni, gli altri due componenti riuniscono le forze battezzando il nuovo progetto Timeless Miracle! Col nuovo moniker il duo registra tre demo: In the Year of Our Lord (2002), The Enchanted Chamber (2003) e The Voyage (2004). Si fanno notare dall’etichetta tedesca Massacre Records, la quale li mette sotto contratto, occupandosi dapprima del completamento della formazione: suggerisce Sten Möller alla chitarra e Jaime Salazar alla batteria (che finalmente “sostituisce” la drum machine utilizzata da Holst e Nilsson nei tre demo usciti nel periodo 2002-2004); dopodiché la label pubblica il primo (e finora unico) full length del gruppo, cioè Into the Enchanted Chamber.
Prendetevi un’ora libera, schiacciate il tasto play e... enjoy! Voce alterata ma mai fastidiosa, tastiere e sintetizzatori onnipresenti che confluiscono in bridge e assoli in possesso di vita propria, innesti continui di musica classica e folk, doppia cassa, cori stratificati su stupendi finali a svanire, ma soprattutto 9 cavalcate power (più una ballad e due brevi intermezzi) con ritornelli anthemici memorabili, difficilmente eguagliabili in termini di riuscita. I 7 minuti e 15 secondi di Curse of the Werewolf presentano l’album: l’intro maestosa che apre le danze in pieno stile Helloween viene sbaragliata dai ritmi indiavolati imposti dal doppio pedale; le tastiere piazzate ovunque e le fasi strumentali variano sonorità e struttura del brano, il quale sul finale raggiunge il suo apice concedendosi cambi di ritmo e cori sovrapposti. La title track è semplicemente grandiosa: trainata dal duo chitarra/violino inizia la sua marcia trionfale di 6 minuti adagiandosi su strofe prelibate; al giro di boa l’accelerazione repentina porta il brano su livelli altissimi, nel frattempo le sviolinate variano ed ammorbidiscono la proposta. The Devil è un saliscendi continuo: in avvio è aperta dagli archi, poi si appesantisce (complice la chitarra distorta in evidenza), raggiunge vette melodiche celestiali sul chorus, aumenta i giri sul bridge heavy per poi abusare del synth in un rapido assolo stellare; il finale è iperpompatissimo col solito incantevole ritornello da arena. La “gammariana” The Red Rose è costruita attorno ad un ritornello semplicemente irresistibile, tanto che sin dal primo ascolto ci si ritrova a cantarlo a squarciagola; il consueto bridge seguito dall’assolo fulmineo di synth mischia le carte del mazzo, ma è solo un modo per prendere tempo prima dell’ultimo attesissimo chorus da stadio. Su Return of the Werewolf torna protagonista il lupo mannaro, come nell’opentrack; musicalmente è il tripudio dell’happy metal, il quale viene glorificato dall’ennesimo ritornello maestoso (che rende omaggio alle zucche di Amburgo) e da un bridge chitarristico a dir poco spettacolare. La strampalata The Gates of Hell è positivamente folle nell’esecuzione del singer e, manco a dirlo, possiede un ritornello galvanizzante che crea dipendenza; immancabile l’assolo di synth e il finale entusiasmante. Down to the Gallows è una sorta di filastrocca che ricorda i canti marinareschi; il battimani presente è emblematico di ciò che si prefigge di fare il disco: invoglia l’ascoltatore ad intonare il ritornello e a partecipare alla festa. L’esperimento insano degli svedesi si chiude con una track di oltre 14 minuti divisa in 8 atti! The Voyage racchiude tutto ciò che abbiamo ascoltato sinora: probabilmente un’altra band l’avrebbe posta in apertura, invece i Timeless Miracle decidono, per così dire, di non “rovinarci la sorpresa”. Appare perciò quasi superfluo rimarcare la riuscita anche di quest’ultima composizione fra parti rinascimentali e reminiscenze folk, continui cambi di tempo, guizzi pianistici, suoni “fiabeschi”, armonizzazioni vocali e tant’altro in un pot pourri musicale raro. E se persino l’unica ballata presente, cioè Memories, risulta estremamente convincente, non possiamo far altro che toglierci il cappello di fronte a un lavoro realizzato perfettamente anche per quanto concerne la parte tecnica, appannaggio dei produttori Anders Theander e Pontus Lindmark.
Le tematiche horrorifiche e i racconti nordici all’interno dell’album cozzano alquanto col sound espresso dalla band, ponendo Into the Enchanted Chamber alla stessa stregua di quei vecchi film horror dal taglio comico e demenziale, magari usciti solo in VHS, con pochissime vendite all’attivo e forse anche per questo diventati di culto fra i fan. Del fantomatico successore intitolato Under the Moonlight è attesa l’uscita dall’ormai lontano 2007, mentre l’ultima informazione utile sul sito ufficiale della band è questo annuncio risalente al 4 settembre 2017:
Back in the studio again after the summer holiday. Most of the writing is finished and only the recording of some vocals and guitars remain. What's left to do then is the mixing and finding a label to release it.
Traete voi le vostre conclusioni: non sia mai che i Timeless Miracle non abbiano ancora trovato un’etichetta disposta a pubblicare il successore di questo gioiellino, perché sarebbe veramente un atto criminoso nei nostri confronti da parte dell’intera industria discografica metallica. La speranza è l’ultima a morire, ma 18 anni sono veramente tanti!
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Curse of the Werewolf 2. Witches of Black Magic 3. Into the Enchanted Chamber 4. The Devil 5. The Red Rose 6. A Minor Intermezzo 7. Return of the Werewolf 8. Memories 9. The Gates of Hell 10. Down to the Gallows 11. The Dark Side Forest 12. The Voyage I. Prelude to Dying II. Pray for Daylight III. Kiss of Life (Prelude Revisited) IV. The Turning V. Under a Harvest Moon VI. Back from the Past VII. The Ghost Vessel VIII. A Journey's End
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Line Up
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Mikael Holst (Voce, basso) Fredrik Nilsson (Chitarra, Tastiera) Sten Möller (Chitarra) Jaime Salazar (Batteria)
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RECENSIONI |
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