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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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12/09/2023
( 1248 letture )
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Per i cultori del black metal nostrano, leggere nuovamente il nome dei Death Dies dopo otto anni da Legione sarà sicuramente una piacevole sorpresa. Stiamo infatti parlando di una delle band e di alcuni dei musicisti che hanno firmato la storia del metal estremo italiano: dai tempi degli Evol, Damien De Saba e Samael Von Martin sono stati tra i protagonisti indiscussi della scena veneta. Stregoneria segna dunque il ritorno della band cult: come si sono comportati i nostri?
Il riscontro è sicuramente positivo, da sufficienza piena. Si tratta pur sempre di musicisti navigati che, in aggiunta, si sono avvalsi di numerose collaborazioni per aggiungere un pizzico di sapore a questo piatto: collaborazioni di spessore come quella di Mr. Yasuzuky degli Abigail per la voce in Mystery Forest o di Andy “Bull” Panigada dei Bulldozer per l’assolo di chitarra nell’incipitaria Argento. Di carne al fuoco, dunque, ce n’è. E, come spesso capita, il rischio è quello di cuocerne a puntino un po’ e bruciarne dell’altra. Sebbene da un punto di vista puramente tecnico Stregoneria non abbia alcun punto critico, nel senso che è un disco suonato in modo eccellente, l’ascolto d’insieme rivela un album talvolta incoerente e un po’ raffazzonato. E se è vero che in certi casi l’incoerenza potrebbe non essere un problema (come nei lavori delle band d’avanguardia), quando si ascolta un disco schietto nelle intenzioni come questo, dove a farla da padrone è un black metal dalle tinte thrash e speed, ecco che l’incostanza stilistica fa storcere il naso. Se riprendiamo in mano PseudoChristos (per chi scrive, il gioiello della band) sentiamo un album forse un po’ invecchiato ma genuino e onesto. Stregoneria sembra invece soffrire un po’ di una crisi d’identità. L’intro occult doom à la Black Sabbath della già citata Argento; l’assolo di chitarra fuori luogo di Lucho Sanchez (in prestito per l’occasione dai Blizzard Hunter) in Vento d’Erebo, una sbrodolata di note in rapida successione , più simile ad un mero esercizio tecnico per riscaldare le dita che un vero e proprio assolo ed in totale disaccordo con il resto del brano: sono solo due degli esempi di incongruità che troviamo nel disco. Esempi che, presi separatamente, potrebbero anche apparire efficaci e, anzi, piacevoli ma che, nell’organicità del disco, hanno invece l’effetto di una pernacchia ad un funerale: divertenti forse ma non adatti al contesto. Quando invece i Death Dies rimangono fedeli alla linea intrapresa dal disco, come in Lame o in Falce e Corona sfornano pezzi di grande effetto. Poco originali, sicuramente, ma coinvolgenti e pungenti, come un disco simile deve essere. Degna di nota è poi la finale Sorrow of the Witch, un ritorno al passato, essendo una riuscitissima cover del brano degli Evol.
Schietti e diretti, questi brani -insieme ad altri, forse un po’ meno efficaci, come Abiura l’Eterno- sono il vero fulcro del disco e rappresentano l’essenza di una band che avrebbe molto da dire e da dare ma che, forse, necessita di un altro disco per ritrovare la retta via
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Per me non cè alcun problema Uno,tra l\'altro neanche ci conosciamo.Secondo me l\'errore è passare a repliche che toccano il personale. Se parlo male dei Behemoth è una mia opinione,non un attacco nei confronti di chi invece li apprezza.Buona giornata.. |
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@Spirit Of The Forest mi sono scusato per le parole troppo dure e forse offensive che vanno al di là delle considerazioni estetiche sull\'album, non per aver espresso una critica motivata. Quello che ti contestavo era l\'aver accusato di tradimento e insultato una band perchè nei 30 anni di carriera ha cambiato gradualmente stile, come se far parte del filone BM fosse una specie di patto di sangue inpossibile da sciogliere e chi non ne fa parte è una merda. Mettiamoci una pietra sopra e continuiamo a scrivere con toni più civili e pacati tutti quanti, dopotutto è musica e non politica, serve per farci passare meglio il tempo. |
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E invece fai male Uno. Se intendi fare una critica anche dura ad una band,motivando,è giusto tu sia libero di farlo.Ma poi per favore non fare la morale a chi fà altrettanto,altrimenti scadi nell\'incoerenza assoluta.Penso te ne rendi conto.Buona giornata e a mai più discuterne..speriamo. |
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@Tino: Il problema è che i membri con gli Evol facevano tutt\'altro (symphonic black/gothic molto all\'acqua di rose). Non solo, anche quando esistevano come Death Dies dagli anni 2000, facevano tutta un\'altra cosa ancora (ascoltare The Sound of Demons significa riprendere in mano i vecchi In Flames/At the Gates/Dark Tranquillity e altri nomi di quella scena in Scandinavia): insomma, tutti questi bruschi cambi di stile andrebbero visti come un segnale. |
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Incuriosito mi sono visto e ascoltato argento e lame e non mi sembrano affatto male. Ci sono molte influenze classiche metal e thrash anni 80 che rendono comunque l\'idea di un certo background. Quando partono le strofe di cantato il nome che mi salta in mente sono i dark funeral, comunque in fin dei conti mi sembrano un ottimo gruppo. |
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@Legalisedrugsandmurder no, non con le band italiane ma con la richiesta di band \"OLD SCHOOL\" e la chiusura verso le novità. Ritrovarmi per l\'ennesima volta i VENOM come headliner in molti festival, ad esempio, mi fa girare le OO. Me la sono presa con i DD stavolta ma non sono loro il problema. |
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Devo fare le mie scuse a Tomas (immagino sia un membro della band) e ai Death Dies per le parole troppo dure. E\' vero, non mi piacete e non credo tu mi abbia trombato una morosa. Voi siete onesti e fate la vostra musica onestamente, su questo non ho nulla da eccepire e non meritate quello che vi ho detto. Mi secca vedere che la scena underground e non underground italiana sia fossilizzata su nomi \"storici\" e generi old school anzichè cercare proposte nuove di zecca e originali. Posso citare anche i Cultus Sanguine, gli Imago Mortis tra le band che hanno fatto il loro tempo. Ovviamente anche i Necrodeath (sono andato giù duro anche con loro). Penso che comunque sia colpa del pubblico, vecchio anagraficamente e anche mentalmente, che cerca sempre e stesse cose rassicuranti. I nomi sulle toppe dei giubbini di jeans, per capirci. Il mercato italiano è stantìo, a una band nuova conviene cercare fortuna all\'estero (magari non in sudamerica, dove pare che la situazione non sia diversa dalla nostra). Detto questo mi impegno per l\'anno nuovo a non criticare chi non mi piace e focalizzarmi solo su chi incontra i miei gusti. Così faccio contento anche Spirit Of The Forest! |
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..e con chi tocca le sue di band.Ma poi non si fà scrupoli a bruciarsi la credibilità tormentando musicisti onesti che non si vendono come altri. Scaglia la pietra,e poi indica altrove.Ma non lo chiamerò mai troll,un termine infame,è libero di dire la sua,ne ha diritto.... Questo disco è degno, certamente molto più credibile di tanti altri. |
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Uno sembra che ce l\'abbia a morte con le band italiane... |
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Com\'era la storia per cui non si può andare sotto la recensione di una band per criticarla?Lingua da 100 ma...coerenza da Uno.Riguardo al disco lo trovo onesto, coerente con la storia di questi ragazzi a cui faccio i miei auguri.Perchè la coerenza conta...o almeno dovrebbe. |
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Carissimo @uno ti trovo spesso in altri forum in cui la metti giù sempre molto dura con noi (e ci sta, i gusti sono gusti, se ti facciamo cagare ecc non possiamo farci niente) però mi sento di correggere una cosa almeno in questo caso (ho trovato questa recensione giusto oggi). Gli EVOL (dei quali non viviamo di rendita di sicuro perché aldilà della
“cronaca” non è mai stato un motivo di scelta da parte dei discografici -forse in occasione del primo disco ma neanche tanto, proprio perché proponevamo una cosa totalmente diversa) in Italia se li “filano” in pochi, se li sono sempre filati in pochi tant’è che la ns casa discografica era francese e con noi ha fatto un bel po’ di numeri all’epoca proprio all’estero. Se dai una sbirciata alla pagina Facebook (che tra l’altro non abbiamo aperto noi) vedrai che in Sudamerica i ns dischi e I demo vengono costantemente ristampati e vanno sold out in continuazione,. Un importante zine italiana è arrivata alla terza ristampa del numero speciale dedicatoci perché in sold out ancora in pre order…tutto questo non per “esibire” un qualsiasi “primato” ma solo per correggere un’idea sbagliata che ti sei fatto. Poi, ripeto, io gusti sono gusti ma a volte trovo nellle tue parole un ‘accanimento che mi fa pensare che tu abbia qualcosa di personale…forse ti ho trombato la morosa e non lo sapevo…in questo caso mi scuso
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@DaveHC non è che non sappiano suonare presi singolarmente, ma ogni volta li ho trovati slegati, sia visivamente che dal punto di vista sonoro. Avevano i suoni molto approssimativi, soprattutto le chitarre orribili. Non hanno tiro e le canzoni che hanno non aiutano di certo. Quindi nel complesso non li ho trovati mai convincenti. E di concerti black e death ne ho visti veramente a centinaia. |
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A me comunque il disco è piaciuto. Non l\'ho sentito affatto come un insieme di roba senza logica, ma ha un suo stile, seppur derivativo e per nulla originale, e si fa ascoltare con leggerezza dagli amanti del genere. Dal vivo non li ho mai visti e non entro nel merito, anche se considerando che si tratta di musicisti con una esperienza più che trentennale alle spalle, almeno alcuni di loro, mi sembra strano che non siano in grado di suonare... |
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@DaveHC no davvero ahahahah! È che la dimensione live non perdona, se una band è mediocre si vede subito. Un disco invece può essere sistemato per farli sembrare bravi. Non parlo di genere, che può piacere o meno, è che sono proprio una band che non sa fare buona musica secondo me e il disco è una accozzaglia di roba messa insieme senza una logica. Non riesco a capire come sia possibile che vengano chiamati a suonare, anche in contesti grossi. |
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È un trucco psicologico per sponsorizzare i loro live??? 🤣 |
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Andate a vederli dal vivo e confrontateli con qualsiasi altra band conosciuta, poi mi direte. |
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Pensare che si viva di rendita per aver fatto parte degli Evol non ha senso... pur essendo una band che ha avuto un suo perché non mi pare possa far vivere di rendita nessuno... i Death Dies non sono certo originali, ma fanno un buon black metal stile primi anni 90 ben suonato, ben prodotto e godibile per chi apprezza il genere.. non ci vedo nessuno scandalo , nel metal in tutte le sue sfaccettature sono in molti a farlo. |
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Si forse gli Evol non erano gli unici, ma erano forse tra i migliori che avevamo. I Death Dies li ho seguiti molto meno, e forse qui si all\'epoca in cui uscirono c\'era una saturazione mai vista di gruppi black italici, ma mi sembrano volutamente \"basici\", hanno cioé consapevolmente ignorato alcune evoluzioni che ha avuto il genere per suonare primitivi.. la cosa ovviamente può piacere o meno ma non li condanno per questo |
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Ai tempi degli Evol ce n\'erano un bel pò di band Black italiane. Altro che unici. Al massimo erano un gruppo tra i tanti. |
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Io vorrei dire una cosa \"antipatica\". Questi musicisti stanno vivendo di rendita sbandierando ancora il nome EVOL che, in tutta onestà, ha lasciato il segno solo in Italia e solo perchè erano gli unici a fare quel genere a quel tempo. I DEATH DIES sono una band concettualmente vecchia, superata, banale e sconclusionata, che se non avesse ex membri dei sopracitati EVOL non verrebbe minimamente considerata e non suonerebbe da headliner. Li ho visti dal vivo un paio di volte, anche molto recentemente, e mi sono sembrati una band di dilettanti messi insieme a caso. Imbarazzanti! I pezzi di questo album sembrano scritti da un adolescente alle prime armi, non decollano mai. La Canzone \"Impero\", per fare un esempio, è sin dall\'inizio una sequenza di accordi messi a caso che non evocano assolutamente NIENTE. Ma sembra che nessuno abbia il coraggio di dirlo apertamente. Cos\'è, assistenzialismo? E dai, su! |
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Alla fine a me è piaciuto... sicuramente non stiamo parlando di un disco fondamentale, ma l\'ho ascoltato volentieri... la time to kill si conferma un\'ottima etichetta |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Argento 2. Lame 3. Riflessi di sogni meschini 4. Impero 5. Abiura l’eterno 6. Mystery Forest 7. Vento d’erebo 8. Falce e corona 9. Al Shi’ra 10. Sorrow of the Witch
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Line Up
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Viktor Flamel (Voce) Samael Von Martin (Chitarra, Cori) Der Todesking (Chitarra) Danjal (Basso) Damian De Saba (Batteria)
Musicisti Ospiti: Mr. Yasuzuki (Voce nella traccia 6) Andy “Bull” Panigada (Chitarra nella traccia 1) Simon Fèrètro (Chitarra nelle tracce 5, 6 e 8) Lucho Sanchez (Chitarra nella traccia 7)
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