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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Despairation - A Requiem in Winter’s Hue
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( 1343 letture )
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Tornano i tedeschi Despairation i quali, dopo l’ambizioso “Music for the night” del 2004, si ripropongono con il nuovo “A Requiem in winter’s Hue”, un album decisamente più asciutto ed immediato rispetto al precedente, e pur rimanendo fedeli alle atmosfere melancholic che li hanno sempre contraddistinti, punta su un songwriting maggiormente semplice.
Le influenze di Anathema e Porcupine Tree continuano ad essere evidenti, ma il nome che balza maggiormente alla mente ascoltando ARIW’H è quello del David Bowie più intimista, sia per il modo di comporre che per il modo di cantare di Sascha Blach, ambedue ben dentro il mood dei testi vertenti sul tema dell’addio declinato in ogni sua possibile modalità.
Il disco alla fine si fa ascoltare, specialmente in alcuni episodi un po’ più riusciti, (“Kiss of Ashes”, “The One who Ceased to Breathe”, “Letters from a Coffin”), e si giova di un certo gusto per le melodie che si stampano abbastanza facilmente in testa e per il chorus in generale al di una prima impressione di eccessiva “facilità” compositiva che, invece, è più cifra stilistica che ricerca del semplice; quello che invece non va è che dopo ripetuti ascolti l’eccessiva omogeneità delle composizioni tarpa un po’ le ali alle ambizioni di un lavoro che risulterebbe molto più centrato se contenesse un paio di pezzi connotati da maggiore personalità.
Va inoltre rilevato che, proprio a causa del songwriting privo di ricercatezze particolari e che fa della semplicità la sua arma migliore, alcuni pezzi risultano troppo “stirati”, troppo lunghi, insomma, rispetto alla bontà del riff centrale e, dato che i breaks e le varianti sul tema non sono certo merce a buon mercato in questo album, possono dare un risultato finale in certi frangenti addirittura noioso.
Anche questo è un discorso già affrontato più volte, ferma restando la libertà espressiva e, in questo caso, la necessità di veicolare testi relativamente lunghi, non c’è nessuna legge che stabilisce che un Cd deva durare per forza un certo numero di minuti, quindi l’essere più sintetici può anche essere un pregio, ma l’avvento del Cd sembra aver stabilito canoni di durata che, per motivi che mi sfuggono, non possono generalmente essere inferiori ad un certo limite.
In ogni caso ARIW’H non è certo un brutto disco, ma rimane un po’ nella terra di nessuno, e non so quanto riuscirà ad essere longevo, per il momento una ampia sufficienza, ma nulla più.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Kiss Of Ashes A Lovelorn Requiem The One Who Ceased To Breathe Musique De La Decadence Farewell In Blue The Shallow Sea Letters From A Coffin Catharthiv Sublimination Humanity As A Child Lucid Lullaby Inner Peace
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Line Up
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Sascha Blach - vocals Martin F. Jungkunz - guitars, programming Christian Beyer - piano, synths Jens Reinhold - drums
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RECENSIONI |
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