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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Bad Touch - Bittersweet Satisfaction
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22/01/2024
( 1088 letture )
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I rocker inglesi Bad Touch tornano sul mercato con il loro quinto album, il qui presente Bittersweet Satisfaction. Una miscela di rock, blues, striature hard e tanto calore, con il gruppo abile nel combinare riff di rock classico con ritornelli melodici e una caratteristica attitudine al divertimento come si desume dalle parole del chitarrista Daniel Seeks: Siamo una band di rock'n'roll che si sente bene e che fa divertire. Il nucleo originale del combo prende vita da alcuni adolescenti in età scolare e si forma a Dereham, nel 2010, quando Seeks e il chitarrista solista Rob Glandinning si uniscono al batterista George Drewry, reclutando il bassista Michael Bailey dalla fiorente scena locale. L’ultimo anello mancante è quello del singer e giunge nella persona di Stevie Westwood, da quel momento il quintetto è pronto per lanciarsi nel circuito live, suonando, spesso, tre concerti nei pub della città in un solo fine settimana. La indefessa presenza sul palco consente loro, rapidamente, di crearsi credibilità e reputazione e nel 2013 le cose proseguono al meglio, grazie alla pubblicazione autogestita del disco di debutto, Down and Out, che ottiene buoni consensi e consente alla band di supportare live i Quireboys in tutto il Regno Unito. La carriera decolla grazie a tour di successo con Skid Row e The Kentucky Headhunters facendoli arrivare sullo stage del Download Festival, situazione che li pone all’attenzione di un pubblico, completamente nuovo e numeroso, che li apprezzerà, negli anni, anche su album. Il qui presente Bittersweet Satisfaction è stato registrato al Marshall Studio di Milton Keynes, autoprodotto dalla band, ingegnerizzato da Adam Beer e Ollie Brightman e quindi mixato, in Galles, dal produttore di Motörhead/Bring Me The Horizon Romesh Dodangoda, che ha dato un tocco importante al sound della batteria. In generale questa nuova release suona old fashioned ma con un tiro bello pronunciato e fresco nel sound, con pezzi veramente molto intriganti: 10 tracce in cui si possono trovare rigurgiti di Led Zeppelin, pulviscoli di AC/DC e trame care ai Black Crowes. Va però specificato che la band non scimmiotta nessuno e viaggia decisa verso le proprie idee originali, intrise di matrici musicali classicamente rock, hard, con il blues che compare, ruggendo, negli ampli. Slip Away irrompe con una carica pressante e martellante, la voce del singer appare raschiante, appropriata e caliente, integrandosi perfettamente con la miscela musicale proposta: riff corposi, ritornello divertente e facile da memorizzare, che richiama i vecchi classici, così come il solo guitar, percorso con grande enfasi e un’attitudine degna di nota; ottima partenza. This Life è hard quadrato e lineare capace di esplodere in un ritornello bellissimo e armonioso, scorie di hammond che montano, la voce del frontman che caratterizza alla grande lo scampolo, mentre Spend My Days, catramata da un rullante pieno, parte sparata e regala cori di ottimo lignaggio e strofe delicate, ma con un carattere possente e un songwriting di livello, per un ensemble che sa come distillare musica di pregio; ancora ottimo il solo dell’ascia, ipermelodico e canzone nella canzone: effluvi zeppeliniani emergono chiari ma molto ben accetti. La titletrack è uno stantuffo instoppabile e stupendo che richiama in scena il duo Page-Plant, indossando costumi di scena sgargianti e trascinanti, altro grande brano con coralità perfette, andamento pestato, l’hammond che distilla un’anima rock che tutti vorremmo ascoltare più spesso, inseminato da un chorus di grande levatura e un solismo della chitarra settantiano nel midollo. Nothing Wrong with That è una ballad, in up tempo, che entra forte nelle casse, spizzichi di Black Crowes si impossessano di chi ascolta, con una riuscita del brano letteralmente maiuscola e degna di nota, mentre Taste This lambisce ali pop con un’essenza rock ben salda e miasmi funkegganti pronunciati, con il basso che si erge in bella evidenza e cori femminili che sfondano. Tonight conferma quanto di buono abbiamo ascoltato sino ad ora al pari di Come Back Again, ornata da un brillante ritornello e dalla presenza di hammond e piano, See It to Believe It sembra estratta dagli eighties e dal repertorio di Quireboys e affini, con tasti d’avorio che sprigionano ritmi coinvolgenti e irresistibili, mentre la finale Dizzy for You è sole lucente che splende sulla proposta di questi inglesi del Norfolk. Disco dove l’energia scorre a fiumi e la perizia esecutiva rappresenta un ennesimo punto di forza di questi ragazzi che sanno come schiodare dalle sedie i loro fan, disegnando una proposta musicale rappresentativa, ispirata e di superbo valore. L’affiatamento e l’amalgama della line-up si percepisce al primo ascolto, frutto di molte esperienze sia in studio che sul palco, il tutto mixato ad una vena compositiva fresca, nonostante i chiari riferimenti ad epoche passate, in cui il rock ha imperversato, diventando fenomeno di massa. Un gran bell’album, con accezioni 70-80, che merita un attento ascolto perché i Bad Touch oltre ad essere un’ottima band, sanno anche suonare in maniera davvero avvincente.
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4
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Sicuramente non fanno schifo, ma non dicono nemmeno un granchè. Pezzi banali e voce poco incisiva. |
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3
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Mi sono fermato dopo 4 pezzi....not my cup of tea...
Non esprimo voti perchè magari gli altri erano strepitosi  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Slip Away 2. This Life 3. Spend My Days 4. Bittersweet Satisfaction 5. Nothing Wrong with That 6. Taste This 7. Tonight 8. Come Back Again 9. See It to Believe It 10. Dizzy for You
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Line Up
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Stevie Westwood (Voce) Rob Glendinning (Chitarra solista) Daniel ‘Seeks’ Seekings (Chitarra, cori) Michael Bailey (Basso) George Drewry (Batteria, cori)
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RECENSIONI |
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