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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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North Sea Echoes - Really Good Terrible Things
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13/05/2024
( 2218 letture )
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North Sea Echoes è il nuovo progetto che vede i talenti e le raffinate trame musicali e vocali di Ray Alder e Jim Matheos incrociarsi nuovamente, a quattro anni di distanza da Long Day Good Night, ultimo lavoro in studio dei leggendari Fates Warning. Non che i due siano stati poco attivi nel periodo in questione, dal momento che Alder ha trovato il tempo di focalizzarsi sulla propria carriera solista con una recente release a nome II dello scorso anno, ma soprattutto ha alzato l’asticella qualitativa con l’ottimo progetto A-Z con Mark Zonder, mentre Matheos ha dato sfogo alla propria vena in progetti variegati e ispirati come Tuesday the Sky (2021) e Kings of Mercia (2022). Il richiamo di lavorare assieme si è tuttavia fatto forte e a detta dello stesso Matheos non poteva trovare voce migliore di Alder per il completamento e la release di alcuni brani recentemente composti, sia pure distanti dalle sonorità progressive metal che Matheos ha promosso negli anni con i Fates Warning e con il duo project assieme ad Arch, ma qui decisamente più vicini a quanto composto negli anni assieme a Kevin Moore con OSI o più recentemente nel progetto Tuesday the Sky. North Sea Echoes è un concentrato di emozione, delicata raffinatezza, tocchi progressive ed ambient in cui la personalità dei due autori si intreccia e plasma un sound sognante e allo stesso tempo ammaliante. Difficile ed ingeneroso etichettare il genere proposto, data l’assoluta libertà dei due in fase compositiva ed esecutiva, tuttavia la definizione prog rock sembra la più appropriata dal momento che i dieci brani evolvono il discorso toccato nei momenti più ambient e soft di alcuni momenti della carriera dei Fates Warning (si pensi a un pezzo recente come When Snow Falls da Long Day Good Night o ai momenti più soft e sperimentali di A Pleasent Shade of Gray) o ad alcuni frangenti respirati nell’ambizioso progetto OSI. La chitarra di Matheos è ispirata nella ricerca sonora, con poche e ben dosate note, intrecciate ad un gran lavoro strumentale e tastieristico, con pochi brani che vedono l’utilizzo di una batteria analogica grazie al bravo Gunnar Olsen, mentre notevole spazio è lasciato a campionamenti dal sapore ambient e dal ricercato gusto elettronico. Grande protagonista è la voce di Ray Alder, giunto ad un livello di maturità e padronanza sensazionale, capace di catalizzare emozioni e vibrazioni grazie ad un timbro avvolgente e versatile. Ecco dunque come pezzi come Unmoved, Empty o We Move Around the Sun risultino raffinate narrazioni con ampio uso di elettronica e modernità più vicine al genio di Peter Gabriel che al progressive metal, mentre Flowers in Decay riporta a partiture strumentali e vocali in cui ispirazioni da David Gilmour e Dave Gahan si fanno spazio. The Mission richiama intrecci di electronic rock, new e dark wave proprie dei Depeche Mode, mentre Where I’m From e Touch the Sky ci riportano a introspezioni in un inaspettato trip tra Pink Floyd, Marillion e The Gathering più sperimentali. Non ci sono momenti di stanca dal momento che l’ascoltatore è condotto in un viaggio sognante tra atmosfere liquide e avvolgenti, passaggi elettronici magistralmente connessi allo spessore vocale di Alder, sino alle note conclusive di No Maps, dalle linee vocali che richiamano alcuni tratti dei Dream Theater più atmosferici e melodici uniti alla teatralità di Peter Gabriel.
Watching the world passing by Waiting for nothing to happen Alone with my thoughts I'm content, no one's outspoken Thinking of places I've been And the faces forgotten Still I carry on
But there are no maps where I'm going Follow my own path ahead without care Never a home was I searching But maybe I'm already there.
Una piacevolissima scoperta e senz’altro una delle uscite più spiazzanti e riuscite di questo 2024, sino a questo momento piuttosto avaro di soddisfazioni in ambito progressive. North Sea Echoes è un pregevole ed eclettico lavoro destinato ad attrarre consensi tra gli amanti di musica emozionale e ricercata, indipendentemente dai generi in questione. Consigliatissimo in cuffia, per un trip sognante e ricco di emozioni, sconsigliato a chi non può fare a meno dell’elettricità.
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Oggi ascoltavo un disco di David Sylvian di metà anni 80 e mi venuto in mente questo album, ci sono delle analogie |
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D\'accordo, lo farò. Ma intanto ho capito un pò il perché (sono a metà di Inside out dopo aver ascoltato Parallels). E\' che a me LaBrie non piace particolarmente. Poi mi direte che Alder è arrivato prima, e va bene, ma il modo di cantare alla Tate non mi ha mai preso troppo. In questo disco sembra un altro cantante (forse avere 30 anni in piu, in effetti...) e mi fa impazzire |
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Rob,prova ad ascoltare anche il No Exit e il Perfect Symmetry...linee vocali da paura. |
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Il punto @progster78 è che dei FW ho 4 album, da Parallels a Disconnected (il mio preferito) e onestamente la voce non mi aveva mai impressionato più di tanto. Bravo, ma non mi sembrava così \"bravo\". In questo disco mi ha tramortito letteralmente. Adesso li vado a rimettere su per capire cosa è successo |
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13
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Diciamo che No Maps è il finale perfetto per un disco splendido,posso solo essere d\'accordo con il buon Rob...Alder in questo lavoro è immenso anche se già conosciamo il livello siderale di questo singer. |
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12
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Mi sono fatto violenza e solo oggi l\'ho tolto dallo stereo. L\'ho ascoltato ininterrottamente per mesi. Una serie di perle infinite: malinconiche, poetiche, ipnotiche. La bellezza di Flowers in decay (capolavoro massimo); The mission (coro da urlo); Touch the sky e Open book è difficilmente spiegabile. Toh, l\'unica che, a mio avviso, cede innanzi a tanta magnificenza è No maps, \"solo\" un bel brano. Qua dentro ci ho sentito i Tiamat, gli Ulver; i Sigur Ros e tanto synthpop anni \'80. Mi sa che vado a togliere i Black Country Communion e lo rimetto su. 90 |
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11
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La malinconia di “Long Day Good Night” portata all’ennesima potenza.
Questo però non deve ingannare un potenziale ascoltatore, qui i FW non c’entrano, ci sono due artisti che in modo diverso dal solito scavano nell’animo umano.
Questo è un disco bellissimo, sicuramente da top ten di fine anno.
Personalmente posso solo dire che un paio di canzoni nella seconda metà del disco non mi hanno convinto pienamente, ma sono solo sfumature, mentre Open Book è una canzone stupenda, solo lei potrebbe valere l’acquisto del cd.
Con in gioco della musica così emozionante c’è poco da dire.
Voto 85
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10
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Pura classe e malinconia sognante.
Un disco che profuma dii top album
Alder mai così espressivo e un Matheos alla Depeche Mood/The Gathering.di spessore
Splendido |
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9
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Disco stupendo, atmosfere malinconiche da sempre presenti nelle composizioni di Matheos e performance vocale di Alder sempre molto intensa. |
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8
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Disco molto bello, che ci offre questi splendidi musicisti sotto nuove vesti, più introspettive e raffinate. Per me 85. |
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7
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La bellezza della semplicità |
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6
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Torno ad ascoltarmi i Fates warning e gli Arch/matheos |
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5
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Mi accodo ai commenti entusiastici : un disco bellissimo, delicato , quello che ci vuole per far riposare le orecchie . Inoltre Alder canta da dio. I picchi per me sono Open book, Flowers in decay , Throwing stones e Touch the sky . Uno dei miei top del 2024 |
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4
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...non l\'ho ascoltato tutto...ma gia\' basta per l\'acquisto.... |
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3
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Bellissimo, anche meglio del progetto A-Z e degli OSI giustamente citati nella recensione. Voto 88. |
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2
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Copio e incollo Rob Fleming...con Matheos non si sbaglia mai e se poi troviamo anche l\'ugola d\'oro dell\'immenso Alder cosa vuoi aggiungere,sublime. |
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1
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Album di una bellezza stratosferica. Non sono sicuro che in questo 2024 verrà pubblicato qualcosa di migliore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Open Book 2. Flowers in Decay 3. Unmoved 4. Throwing Stones 5. Empty 6. The Mission 7. Where I’m From 8. We Move Around the Sun 9. Touch the Sky 10. No Maps
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Line Up
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Ray Alder (Voce) Jim Matheos (Chitarra, basso, tastiere) Gunnar Olsen (Batteria)
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RECENSIONI |
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