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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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13/06/2024
( 2246 letture )
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Tornano i fantastici Nestor, autori, a sorpresa, di un debutto capolavoro pubblicato tre anni orsono. Fin qui nulla di eccezionale, la cosa pazzesca del combo nordico è la storia che ormai tutti conoscono: si formano nel 1989 poi spariscono letteralmente per trent’anni dalle scene; improvvisamente, la band si sveglia dal letargo mortifero e pubblica, nel 2021, il primo album della propria stranissima carriera. Kids In A Ghost Town è un masterpiece di AOR/hard riconosciuto universalmente, con la critica che strabuzza gli occhi e saluta l’avvento degli svedesi con giusta enfasi e lodi sperticate meritatissime, segnando il trionfale ritorno del gruppo sotto i riflettori. Un caso più unico che raro, fattore che va rimarcato. Il disco d’esordio sfoggia una mistura musicale assai personale, capace di affascinare i fan, grazie al loro sound potente, mixato a freschezza ed energia ineguagliabile. Il quintetto ottiene in brevissimo tempo milioni di stream su Spotify e centinaia di migliaia di visualizzazioni su YouTube, diffondendo un monicker praticamente sconosciuto anche in sede live, condividendo lo stage con leggende del calibro di Alice Cooper-Def Leppard-Europe-Kiss, suonando con i mascherati a Stoccolma, nel tour degli stadi del 2022.
Dopo l’acclamatissimo esordio arriva questa seconda opera che poteva risultare una buccia di banana pericolosissima, dopo la sbornia di notorietà. Ebbene i Nestor dimostrano di essere tutto all’infuori di un fuoco di paglia o fautori di un disco di partenza fortunato, anche se tremendamente ritardato. È la stessa band a lanciare un messaggio esplicito ai propri fans:
“Questa nuova release fa riferimento ai giorni di gloria, quando eravamo giovani, fiduciosi e il futuro era pieno di possibilità infinite, ma riflette anche su questa epoca. Per molti versi è il seguito di Kids In A Ghost Town e non vediamo l’ora che lo ascoltiate”.
Eh sì, perché la band è tutt’altro che un giovane virgulto sbocciato improvvisamente, piuttosto incarna un ensemble di musicisti, ormai parecchio maturi, ma dotatissimi di verve spiccata e una vena creativa incredibilmente accattivante, unita ad una capacità di scrittura prodigiosa. Si parte con The Law of Jante, un puro intro, poi si infervora subito la musica, quella concreta da mordere. We Come Alive non delude certamente, presentandosi come una bella steccata hard/AOR con un trademark ormai consolidato, che trae anche origine da arie scandinave: un gran bell’inizio per un album che, nelle intenzioni di band ed etichetta, dovrà ricalcare le orme del capolavoro d’esordio. Tutto è al posto giusto, cori, chitarre energiche, ceselli delle tastiere, la gran voce del singer e scansioni melodiche che li hanno fatti assurgere a grandissima sorpresa del panorama, la più bella degli ultimi anni a dirla tutta: ottimo inizio. Teenage Rebel, la titletrack, scocca come una song dura, serrata, con aperture deliziose delle key, grandi i cori doppiati e un ritornello che ricalca linee classiche dei grandi nomi del genere, magari il refrain non risulta immediatissimo, ma è certamente corposo anche grazie a strofe pregiatissime e ritmi sempre alti e un bel solo guitar compresso, veloce e di alto livello tecnico, con arieggiature sul bridge che colpiscono per la qualità espressa. Chi si attende mollezze verrà deluso e la voce di Gustavsson procede incontrastata, dimostrandosi un puro e conclamato punto di forza. Last to Know sfiora lidi nordamericani del genere, tra USA e Canada, rimembrando qualcosa di John Waite nella strofa e nelle ritmiche, il chorus è letteralmente regale e deflagra procurando brividi diffusi. Questi ragazzi hanno una classe impareggiabile e il singer vola con voce cristallina, raggiungendo altissimi picchi; ancora ottimo il guitar solo ma è tutta la struttura del brano ad impressionare per compattezza, arrangiamenti e pagliuzze dorate disseminate sul percorso. Poi arriva il primo singolo lanciato sul mercato e c’è ancora da applaudire a scena aperta: Victorious è una traccia semplicemente stellare. Parte vivace e l’entrata del cantato apre squarci azzurri di assoluta pregevolezza, grande lo sviluppo e l’andamento e la domanda è lecito porsela: ma dove sono stati fino a poco fa questi immensi rocker? Il chorus diventa incalzante con melodie a raggiera che abbattono e colpiscono chi ascolta, solo dell’ascia da shredder che si conficca, perfettamente, nelle melodie di livello siderale e armonizzazioni superiori; insomma un singolo fantastico. Caroline pesta sul pianoforte elettrico e suscita sensazioni alla Toto, anche se i cinque rocker ci mettono molto della loro vena creativa, per un brano cadenzato e una riuscita limpida che viene premiata con un grande crescendo, con l’aria portante che rimane subito in testa, con i cori finali da stadio perfetti. Arriva la prima ballad del disco e The One That Got Away si abbiglia da ballata stupenda: pianoforte e voce inizialmente, e dopo un minuto e mezzo entrano gli altri strumenti e la magia si compie. Ancora una volta, con un cantante super che caratterizza un brano di altissima qualità, una di quelle song che fa da colonna sonora ai sentimenti e all’empatia in una coppia. Chitarra sofferente che alza la posta verso un finale da amore universale, mentre il cantante vola sull’Everest, dipingendo una performance commovente. Addicted to Your Love si basa su un riffing graffiante che cola su tastiere saltellanti e atmosfere che richiamano alcuni passaggi dal loro debutto capolavoro, mentre 21, inno alla giovinezza andata, fa un po’ il verso a un grande brano come 1989 presente nel debutto, e si conforma come un brano tiratissimo, corazzato da un ritornello acchiappante e facilmente memorizzabile, ordito su un grande lavoro della batteria, cori penetranti e chitarra scatenata, lavica, che si alterna a key bellissime e appuntite. Si va verso l’epilogo della scaletta e non si vorrebbe finisse, in verità. Unchain My Heart gode di un riff ottantiano che si fonde con una vagonata di feeling, trasformandosi in una song corale che avrebbe fatto fortuna in una pellicola americana all’epoca di Rocky o Cobra del muscoloso Stallone. Brano attraentissimo che colpisce al primo ascolto, scaturendo sensazioni benefiche, e un solismo della sei corde sfavillante, come ogni plettrata di Jonny Wemmenstedt. Daughter distilla la perla finale con guisa di ballad, sottolineando il trademark del singer con alcuni vocalizzi già uditi sull’esordio, una sua reale caratteristica che produce una riuscita diamantifera e una miniera melodica da esplorare fino all’ultima nota: intervento dell’ascia toccante, drammatico ed emozionante; una chiusura semplicemente perfetta per un album fantastico.
Che band straordinaria sono i Nestor, oggi hanno davvero pochi pari in giro per il pianeta, in tutta la loro esigua produzione di due platter da studio, non c’è una sola mezza nota fuori posto. Anche in questo secondo passo discografico tutto gira come un orologio atomico, scavando tra le frontiere di melodie paradisiache, assonanze, arrangiamenti de luxe, tecnica singola, scrittura con spunti personali e una resa finale da lustrarsi vorticosamente le orecchie. Insomma, piaccia o non piaccia, questo Teenage Rebel rappresenta un secondo disco da sballo puro, l’ennesimo capolavoro di un immenso quintetto svedese. Una band superiore, e per fortuna nostra loro esistono e appaiono in forma spaziale:Nestor, uber alles!
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18
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Per il sottoscritto uno dei migliori album dell\'anno. E neanche sono un amante del genere. Qui però i Nestor mettono insieme una serie di pezzi memorabili. Da Teenage Idol a Victorius, a We come Alive, a Caroline, a Last to Know. Voce alla Steve Perry rimandi a Def Leppard, Whitesnake, Dokken ecc. Un album notevole |
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17
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Che razza di cappolavoro è stato in grado di piazzare Nestor, cose che nemmeno l\'intelligenza artificiale più avanzata sarebbe in grado di fare. |
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16
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l\'album precedente l\'ho consumato... non vedo l\'ora |
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l\'album precedente l\'ho consumato... non vedo l\'ora |
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14
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l\'album precedente l\'ho consumato... non vedo l\'ora |
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13
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L\'ho preso a scatola chiusa, reduce dal precedente e dalle buone recensioni. Un concentrato di anni 80, tanta tecnica, con una produzione sopraffina. L\'unico neo è la meticolosa, marziale pulizia. Avrei la voglia di sentire l\'ottima voce, le ottime chitarre, rese un po più ruvide in alcuni frangenti e anche un po più \"umane\", sviando da questa sensazione di perfezione da AI. |
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12
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Incredibile, ma sono riusciti a mantenere il livello del primo album, che era praticamente una sorta di miracolo. Un paio di pezzi “solamente” belli nel mezzo mi fanno magari preferire il disco precedente, ma è solo questione di lana caprina, perché ascoltare in sequenza We Come Alive - Teenage Rebel - Last to Know - Victorious è una goduria indescrivibile. Voto 88 |
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11
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Confermo l\'ottima qualità del disco,stesso voto che ho dato al primo...88! |
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10
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Una cosa in cui sono davvero bravi i Nestor è sviluppare le influenze e le idee degli altri e farle diventare proprie, non solo in ambito rock ,tanto che a volte ascolti un loro pezzo e pensi :\"ma questa dove l\'ho già sentita?\"
Esempi in questo album :
We come alive ,Mike Oldfield (Tubular Bells)
The one that got away, Chicago (Hard to say i\'m sorry)
21,Nik Kershaw(Wouldn\'t it be good).
Detto questo non hanno deluso le aspettative e hanno sfornato un album con 10 potenziali hit. Il vero punto di forza della band mi sembra il cantante , grandioso. Per me 80
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9
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Oggettivamente un ottimo album, ma non lo reputo spettacolare.
Tutti ottimi ma non riconosco cavalli di razza in nessuno dei componenti della band.
Sono contento che un gruppo di questo genere faccia il botto dopo tanti anni di gavetta e che faccia pubblicità a questo genere diciamo fuori moda.
Valuterò l\'acquisto dell\'album dopo qualche altro ascolto.....al momento preferisco gli ECLIPSE (anche se in fase un pò calante) e gli H.E.A.T anche seentrambi più Hard Rock che A.O.R.
Mio voto 80 |
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8
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Che razza di capolavoro sono riusciti a fare i Nestor, musica AOR di classe infinita il mio voto si avvicina a un 90 secco. Tutte canzoni bellissime e niente riempitivi. |
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7
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Indubbiamente molto bello! |
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6
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Da sottolineare come gli svedesi in questo tipo di offerta siano prolifici, Europe, Treat e loro, negli ultimi anni hanno sfornato dischi eccellenti. |
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5
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Incredibile come un gruppo con un talento simile riesca a pubblicare album solamente dopo trenta e più anni da quando si sono formati. Altro centro pazzesco, canzoni stellari come pochi al mondo riescono a fare oggi. Alla faccia di chi va a parlare di boomer ed ascolta cantanti che urlano in qualche modo ma che hanno ben poco talento. |
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4
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Grande band. Ottima conferma. D\'accordo du tutto. Per me 88. |
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3
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Altro centro per i Nestor, per me con i Station di And Time Goes On dell\'anno scorso, rappresentano il meglio dall\'aor odierno |
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2
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Recensione perfetta. Album che diventerà un classico come il precedente.
Il cantante, in particolare, è qualcosa di spettacolare. Vto 90. |
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1
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Bellissimo. Album pazzesco. 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Law of Jante 2. We Come Alive 3. Teenage Rebel 4. Last to Know 5. Victorious 6. Caroline 7. The One That Got Away 8. Addicted to Your Love 9. 21 10. Unchain My Heart 11. Daughter
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Line Up
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Tobias Gustavsson (Voce) Jonny Wemmenstedt (Chitarra) Martin Frejinger (Tastiera) Marcus Åblad (Basso) Mattias Carlsson (Batteria)
Musicisti Ospiti Freya Miller
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RECENSIONI |
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