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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4450 letture )
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Nuovo lavoro per i teutonici Seventh Avenue che si presentano, a quasi quattro anni di distanza dal precedente Eternals, con questa nuova release che sicuramente farà la gioia dei fan più accaniti della band di Herbie Laghans&Co. Solo di loro probabilmente, perché la gente cresciuta a pane e Maiden o Helloween, e che ha assimilato buona parte del panorama power degli anni ’90, non si soffermerà più di tanto su questo Terium, che pesca un po’ a casaccio nel repertorio Power/Heavy non aggiungendo praticamente nulla a quello che è stato già fatto in passato.
Il discorso è drammaticamente cristallino: una band che conquista il successo e una buona fetta di pubblico, percorre la strada più appetibile – almeno in termini economici – di riproporre sempre i soliti stilemi musicali che fanno vendere senza alcun dubbio le loro brave migliaia di copie, ma che comportano, alla lunga, un inevitabile suicidio artistico.
Cercherò, come al solito in questi casi, di salvare il salvabile. Parliamoci chiaro: l’album non è affatto male, è prodotto abbastanza bene e suonato con grande maestria. La tecnica posseduta dai quattro membri è di buonissimo livello ed emerge soprattutto nella sezione ritmica con Markus Beck al basso e Mike Pfluger alla batteria che martellano incessantemente per tutta la durata del disco. Gli assoli di chitarra, in alcuni casi imprecisi, e il riffing si limitano invece ad un lavoro “scolastico” che alla fine stanca in quanto per nulla originale e fastidiosamente ripetitivo vista anche l’eccessiva durata del cd (ben 72 minuti!).
Il platter si apre con una mini track strumentale che lancia la maideniana Crowd in the Dark. Il pezzo, che fa il paio con Needs e Trail of Blood sia per struttura che per citazioni, è piacevole e si fa ascoltare con interesse, il problema è che è potrebbe dare qualche emozione in più solo a chi fosse vissuto su Marte negli ultimi 20-30 anni e avesse perso uscite come Powerslave o ancora Piece of Mind della Vergine di Ferro. Stesso discorso per la title-track, anche se qui la matrice di partenza è Helloween con qualche richiamo a Statovarius nelle ritmiche e nella doppia cassa. Si prosegue così per le tracks successive con cavalcate speed-power trite e ritrite – è il caso di Future Dawn e di Priest and Servant, mentre degne di nota sono invece Hands of the King con un interessante, anche se ruffiano, riffing iniziale che introduce la ballads che in alcuni casi si lancia in territori prog affrontati, per altro, con buona capacità tecnica-compositiva.
Noia mortale per pezzi come Betrayal, Way to the Stars – scontatissima nel suo ritornello – e la mielosa Innocence, sconsigliata a chi soffre di diabete. L’album si chiude in rialzo con la power-speed New Era che, anche se cita platealmente in alcuni casi Dickinson e soci, propone delle interessanti variazioni che conferiscono freschezza e un minimo di originalità.
Un giudizio mediocre quindi su una band che in passato ci ha abituato a lavori ben più quotati come Between The Words, a mio parere il loro migliore album, e che da troppo tempo non rischia come dovrebbe e come invece fa ogni gruppo che abbia un minimo di sale in zucca e che soprattutto abbia a cuore la propria crescita musicale.
La parola d’ordine per i Seventh Avenue dovrebbe essere osare ma questo, per loro, sembra un termine ancora sconosciuto…
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3
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grazie severino!  |
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2
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vabbè, c'è un recensore in rete che su manowar e metal cristiano non è proprio sereno... disco mediocre questo terium, solita solfa che c'ha scassato gli zebedei. bravo crivelli concordo |
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1
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Grande album di power metal! Sicuramente sino ad ora il miglior lavoro dell'anno per il genere |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Under the Surface 2. Crowd in the Dark 3. Terium 4. Authorities 5. Futures Dawn 6. Brighter than the Sun 7. Needs 8. Two Masters 9. Hands of the King 10. Priests and Servants 11. Trail of Blood 12. Betrayal 13. Way to the Stars 14. Innocence 15. New Era
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Line Up
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Herbie Langhans - vocals, guitar Florian Gottsleben - guitar Markus Beck - bass Mike Pflüger - drums
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RECENSIONI |
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