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Three Days Grace - One-X
15/03/2025
( 391 letture )
A ottobre 2024 in casa Three Days Grace è arrivata la notizia che ogni fan segretamente aspettava da tempo: niente scherzi, Adam Gontier ha davvero confermato il suo rientro dopo undici anni (!) e, in attesa del nuovo album, un evento del genere merita di essere festeggiato andando a rispolverare l’amatissimo One-X, disco “generazionale” per i millennial che hanno vissuto l’adolescenza intorno alla metà dei Duemila formandosi con il metal alternativo e… guardando il wrestling.

Sì, perché molti di quei giovani abituati a sintonizzarsi nel weekend su Italia 1 per vedere Smackdown avevano quasi certamente la Playstation 2 e tra i giochi non poteva mancare WWE Smackdown vs Raw, mitologica serie glorificata da colonne sonore dove a farla da padrone era l’alternative metal con una lista di nomi famosi o al contrario ignoti. Valga come prova l’edizione del 2007, annoverante la doppietta dei Nonpoint (Alive and Kicking, Bullet with a Name), i Godsmack, gli ottimi Allele (Stitches), la commovente Forgive Me dei Versus the World, i Black Stone Cherry (Lonely Train) e dulcis in fundo l’uno-due da k.o. tecnico assestato proprio dai 3DG mediante Animal I Have Become e Riot.
L’entusiasmo va naturalmente rapportato a chi scoprì in questo modo l’universo metal, non accessibile fino ad allora ma in seguito divenuto una presenza obbligatoria nella vita di ogni giorno. Il (semi)risvolto autobiografico, implicante le origini della passione, mette dunque in luce il ruolo di “gateway band” avuto dai canadesi, all’epoca in rampa di lancio dopo l’esordio omonimo del 2003 e la signature track I Hate Everything About You, prima di una lunga sfilza di hit in vetta alle classifiche nazionali e statunitensi.

Logorato dai pressanti ritmi on the road, tra il 2004 e il 2005 Gontier diventa purtroppo schiavo dell’ossicodone e le sue condizioni peggiorano tanto da finire in rehab al Centre for Addiction and Mental Health di Toronto. Sentendosi demoralizzato e con le spalle al muro, il cantante riversa nella scrittura dei testi il bagaglio emotivo di quella fase, paragonabile ad un tunnel gremito di angoscia, rabbia, sconforto e umiliazione. I sentimenti ora elencati formano quindi l’asse tematico di One-X, prodotto da Howard Benson e uscito il 13 giugno del 2006: il senso di isolamento provato durante il cammino riabilitativo affiora già dalla copertina (sette figurine di carta munite di una spunta, tutte a parte “quella con la X”) e gli strumenti, dovendo piegarsi all’oscillante feeling emozionale del vocalist, replicano i suoi mutevoli stati d’animo colorando i brani mediante una tripartizione equilibrata di alternative metal, rock alternativo e post-grunge.

La band, con un occhio sempre rivolto alla forma canzone dall’appeal radio-oriented, si affida quindi in toto alla voce e alla personalità di Gontier, subito a pieno regime nelle modulazioni espressive della graffiante It’s All Over, nell’amara conflittualità di Pain (cause I’d rather feel pain than nothing at all) e ovviamente nel singolo-killer Animal I Have Become, aperto dal maliardo basso di Walst e poi trainato da raschiate linee melodiche all’apice nel pathos indelebile dei refrain.
Prigioniera di incubi senza via di fuga, “la bestia” ormai sguinzagliata continua a dimenarsi tra la spinta delle chitarre (aiuta l’esordio in line-up di Barry Stock) e la mestizia degli arpeggi, riflesso di quel dualismo post-grunge/alt. metal accomunante la solitudine di On My Own, l’ossessiva ciclicità di Over and Over e l’accorata Get Out Alive. Se al centro della tracklist dominano i riff serpentini e l’urto metal dell’eversiva Riot, altre composizioni si orientano verso un rock alternativo macchiato da aloni grunge (l’insofferente Gone Forever) o acquisiscono una marcata impronta radiofonica tramite gli hook dei ritornelli, come ben testimonia l’accattivante singolo mancato Let It Die.

Gli assi nella manica del gruppo non sono ancora terminati poiché, nonostante la fitta coltre di nubi, alcuni timidi barlumi di speranza riescono alfine ad emergere in mezzo alle cicatrici alternative metal dell’intensa Time of Dying e nel post-grunge di Never Too Late, straziante caposaldo dell’album (al fianco dei singoli da WWE) e in generale una delle tracce più ispirate nell’intera discografia dei ragazzi di Norwood. Se l’alt. rock “associativo” dell’omonima One-X non dovesse poi bastare a completare il full-length, le versioni extra aggiungono il fascino melodico di Running Away (Special Edition) e la cover unplugged della nota Wicked Game di Chris Isaak, disponibile nella iTunes Deluxe Edition.

Secondo posto in Canada, quinto nella US Billboard 200, vendite mondiali certificate con dischi d’oro, argento e triplo platino: la consacrazione del gruppo transita indubbiamente da One-X, un lavoro sincero, profondo e catartico nel delineare l’esperienza di un uomo in strenua lotta con i demoni e i fantasmi del passato.
Iconico per i singoli e la voce del “martoriato” Gontier, l’album della X rimane tutt’ora il picco indiscusso dei Three Days Grace e un must-have nel catalogo dell’alternative metal declinato al mainstream, zona di caccia prediletta da una band che fra non molto proverà ad agguantare il record degli Shinedown in materia di number-one singles nella Billboard Rock Chart, una sfida non impossibile potendo contare sul gradito ritorno dell’o.g. .

So what if you can see the darkest side of me? No one will ever change this animal I have become. Help me believe it's not the real me , Somebody help me tame this animal I have become. Help me believe it's not the real me Somebody help me tame this animal…



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
72.77 su 9 voti [ VOTA]
Jeremy
Giovedì 20 Marzo 2025, 17.49.42
2
Questo è senza dubbio il loro miglior album, il primo aveva buoni pezzi, alcuni però erano eccessivamente ruffiani tipo Wake up o I hate everything about you, con questo trovano la giusta quadratura, molti pezzi qui presenti sono potenziali singoli e possono finire in una loro raccolta best of. I due seguenti così così, troppi filler, poi Gontier se ne andò e non li seguì più. Li ritrovai per caso ad aprire un concerto dei Metallica, il nuovo cantante non mi piaceva pur nulla. Ho visto che sono tornati in carreggiata con il ritorno di Gontier ma ormai le loro cartucce migliori le hanno già sparate. Mi ritrovo molto nel commento qui sotto, anche se i miei gusti sono \"maturati\" non sarebbe male che i giovani d\'oggi ascoltassero un po\' di buon rock piuttosto che quella merda di trap, rap e electro pop dove cantano come menomati mentali. Temo che ormai gruppi simili non ne esistano più, quindi meglio andare a ripescare gruppi di quel periodo passati in sordina qua in Italia come Strata, Seven Wiser, Hinder, Depswa, Injected......
Rain aka Area
Domenica 16 Marzo 2025, 18.41.58
1
Che combinazione! Li ho risentiti alla radio due giorni fa. Praticamente non li sentivo più dal 2006-7... Ero uno di quei giovani a cui fa riferimento la recensione, proprio tra quelli che si sintonizzava su Italia 1 e che avevano la PS2, l\'unica differenza é che ascoltavo Metal già da 8 anni e al tempo di questo disco di anni ne avevo 19. Al tempo mi ascoltavo cose decisamente più cattive in ambito Rock e Metal, però Animal I\'ve become e Riot erano dei pezzi piacevoli e ben fatti e Never Too Late era un pezzo si straziante, ma anche positivo e dal grande significato. Ovviamente erano anni diversi e questo non era un gruppo amato ne da un purista del Metal generico, ne tantomeno da chi ascoltava Metal estremo. La loro musica (almeno in Italia) di solito piaceva a chi non aveva troppe pretese e cercava qualcosa di più accessibile ma anche a qualcuno che iniziava e tra questi c\'erano anche un po di Scene Queen e Scene Kids che per chi non si ricordasse erano i cosiddetti Emo Questa band faceva parte di una cerchia di gruppi Rock/Metal del Nord America che al tempo erano mainstream e per certi aspetti mi dispiace che oggi una cosa così non ci sia più da anni! Queste cose contribuivano al ricambio della scena Metal avvicinando i giovani all\'ascolto. Quindi AVECCENE oggi i Three Days Grace.
INFORMAZIONI
2006
Jive Records
Alternative Metal
Tracklist
1. It’s All Over
2. Pain
3. Animal I Have Become
4. Never Too Late
5. On My Own
6. Riot
7. Get Out Alive
8. Let It Die
9. Over and Over
10. Time of Dying
11. Gone Forever
12. One-X
13. Running Away (Bonus Track)
14. Wicked Game (Bonus Track)
Line Up
Adam Gontier (Voce, Chitarra)
Barry Stock (Chitarra)
Brad Walst (Basso)
Neil Sanderson (Batteria)

Musicisti ospiti:
Ned Brower (Cori su tracce 3, 12)
Deborah Lurie (Arrangiamento d’archi su traccia 9)
Taylor Locke (Cori su traccia 12)
 
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