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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Cryptopsy - The Unspoken King
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( 7856 letture )
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Recensione difficile. Molto difficile, la quale giunge non so nemmeno più dopo quanti ascolti e riflessioni. Il tutto amplificato da un’attesa spasmodica per il nuovo frutto di una band storica, indubbiamente tra le mie preferite in ambito estremo. D'altronde ero certo che tale uscita avrebbe sancito una svolta nella loro carriera, ma in tutta onestà mai mi sarei aspettato un prodotto del genere.
Procediamo con ordine: i riflettori di Metallized sono puntati su i Cryptopsy, formazione seminale in ambito brutal/death tecnico, fautrice di una serie di lavori formidabili che vedono in None So Vile l'indiscutibile apice discografico. Li avevamo congedati nel 2006 con Once Was Not, album post reunuon non eclatante ma sicuramente valido, il quale ricordiamo anche per alcune importanti novità tra cui la dipartita dello storico chitarrista, nonché compositore, Jon Levasseur e l'utilizzo di una serie di effetti e campionature, fino a ieri inconsuete per i canadesi.
Preceduto invece da quella che potremo definire una rivoluzione, vede la luce The Unspoken King; il nuovo capitolo infatti è stato anticipato da uno stravolgimento nella line-up, determinato tra l'altro dall'abbandono di un'altro elemento di spicco, ovvero il mitico Lord Worm. La pesante eredità del singer viene raccolta da Matt McGachy, già in forza ai 3 Mile Scream. Il combo viene completato con il reclutamento di una nuova seconda chitarra (Christian Donaldson) e niente meno che una femme fatal alle tastiere, alias Maggie Durand. Senza ombra di dubbio, come del resto molti di voi avranno notato, le tre new entry hanno un background musicale che nulla ha da spartire con l'originaria offerta musicale dei Cryptopsy, “particolare” che inevitabilmente contribuirà in modo significativo alla svolta stilistica.
Veniamo appunto al nodo più significativo da sciogliere: come suona The Unspoken King? Inizierei subito con il dire che i tanto vociferati elementi core, sono presenti e in dosi tutt'altro che esigue. Macgray esibisce un growl davvero ottimo, potente ed incisivo, ma non lesina una serie di clean vocals e screeming che, per quanto ben eseguiti, conseguono tutt'altro che memorabili. Del resto, con un guitar work dalla vena sempre più melodica, determinate linee vocali non possono risultare gratuite. Difatti i classici riff tritaossa, sono alternati da svariati brackdown commercialotti e mielose soluzioni soliste altrettanto orecchiabili. Fortunatamente Flo Mounier è delle partita e si conferma uno dei migliori batteristi in circolazione; pur lontano dai massimi storici, mette in piedi la consueta carneficina, fatta di blast-beat, tempi improponibili e una sfilza di esecuzioni marziali. Di contro, insipido e sostanzialmente futile l'operato della Durand, forse assoldata esclusivamente per la propria presenza; anche perché è incombenza di una produzione a dir poco cristallina, enfatizzare l'effetto plastificato del disco. Ascoltare Bound Dead, brano tutto sommato felice e caratterizzato da azzeccati motivi cadenzati, per avere piena consapevolezza della nuova incarnazione del sestetto. In linea di massima le trame messe in piedi si lasciano tutte ascoltare, senza però mai riuscire a lasciare il segno oppure trascinare in modo coinvolgente. Infatti non mancano soluzioni micidiali e componimenti accattivanti, sopratutto nella parte iniziale (Worship Your Demons, The Headsmen e Silence The Tyrants), ma nel complesso tutta questa operazione discende come una colossale debacle.
I fan di vecchia data e i fruitori di techno-brutal non potranno ammettere determinati stilemi figli di una fazione opposta, così come i seguaci del metalcore difficilmente digeriranno schemi e battiti comunque fuori dalla loro portata. Ragion per cui The Unspoken King assume i connotati di un oggetto misterioso che a conti fatti finisce per deludere tutti, anche i pochi ben pensanti, i quali potrebbero asserire di non essere influenzati dal pesante nome posto sulla copertina.
Non ritengo di dover aggiungere altro…
Deludentemente spaesati!
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20
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Personalmente io apprezzo sia il metalcore (e il deathcore) che il brutal death metal. Non ho ancora ascoltato il disco però a breve succederà. |
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Non tutto da buttare, ma complessivamente insipido.
Poi a cosa serva la tastierista è un mistero che nessuno risolverà mai. Ah, guadagnare fan con le fotosessions? Può darsi, quella cosa lì tira più di un carro di buoi... |
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Ascoltato oggi per la prima volta (un po' in ritardo, lo ammetto!). Ho amato alla follia i loro lavori storici, su tutti il classico None So Vile, e ciò nonostante devo dire che questo disco mi è piaciuto. Non è un capolavoro, ovviamente. Ma è un buon disco, secondo me. Le clean vocals non me le aspettavo assolutamente, ma è stata una sorpresa piacevole. Forse lo si apprezza di più se non si è prevenuti verso il "core" (che, qualche breakdown a parte, non è che si senta poi tantissimo).
Io gli do 70/100. |
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Lo dico già da prima che uscisse Cryptopsy: questo album non è affatto male e secondo me è anche meglio di qualche altro loro album. Premetto che i gruppi di questo genere, amando in generale il death metal, non mi piacciono molto. Non sono in disaccordo col le strutture articolate, cambi di tempo imprevedibili e altre caratteristiche che riguardano la tecnica, però c'è un limite: le produzioni che tendono ad essere sia molto tecnice che molto grezze alla fine non fanno capire niente. And Then You'll Beg è un esempio di queste produzione. Le legnate son belle e a primo ascolto si può pensare "mizzega, quanto legna sto gruppo?", ma dopo i primi tre ascolti ci si rende conto che alla finne oltre alla velocità non c'è nulla. Secondo me, in queste valutazioni c'è davvero chi si ferma al primo ascolto e se vede che è un album è "potente" da un voto alto, a caso. Per quanto riguarda i Cryptopsy, ammetto che ci sono stati album che ho trovato discretamente belli, tra cui il celeberrimo None So Vile, ma che non mi hanno entusiasmato fino allo spasmo. Per questo album devo dire che invece ero rimasto contento. Certo, essendo stata una svolta decisa, ci sono stati dei punti deboli, ma in generale l'album non è male. Il sound diventa più leggero, migliore a mio parere di quello che hanno fatto ascoltare dopo None So Vile. Le clean voices in molti punti ci stavano, in altri forse esageravano, ma nel complesso non hanno rovinato lo stile aggressivo dell'album. I breakdown, apparte quello di Silence the Tyrants, sinceramente non ne ho sentiti troppi. Riff in mid-tempo banalotti sì, ma i breakdown che tutti accusano dove sono?. Insomma, uno stile che ha reso molto più catchy i Cryptopsy, forse troppo nettamente, e che magari poteva avere un'evoluzione interessante. A posteriori sappiamo tutti che alla fine si sono paraculati con la solita merda, registrata appena meglio, che facevano attorno al 2000. |
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Vi dirò, a me non dispiace affatto!! E non lo trovo nenche troppo core!! Paradossalmente hanno messo più breakdowns in Cryptopsy, che è stato da molti decantato come un ritorno al death metal dopo questa breve parentesi |
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A me non è dispiaciuto. voto 62 |
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Ovviamente ho fatto una caterva di errori di battitura. Vabbè, il senso si capisce (spero)  |
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@Vichingo: quando una band cambia genere i casi sono due: o è conseguenza di una evoluzione progressiva e ragionata, oppure è un tentativo di cavalvare un genere economicamente più vantaggioso e di allargare la propria base di pubblico. Nel primo caso penso a gente come i Voivod, alla diversità tra il Thrash di "War and Pain" e album avanguardistici come "Angel Rat" e "Nothingface", ma che conservano i tratti tipici del gruppo, senza snaturare il loro essere, e senza cercare il successo commerciale. Tra i secondi, penso al tentativo di gente come In Flames di cavalcare il Metalcore, o ai Forbidden di "Green" di daresi al groove, o la virata rock di "Risk". Bisogna dire che per alcuni di questi casi il tentativo riesce (gli In Flames adesso vanno forte negli USA) mentre con "The Unspoken King" i Cryptopsy hanno fallito miseramente e completamente: non hanno guadagnato ammiratori tra i fans delle frangette piastrate e contemporaneamente hanno perso quel che restava della loro credibilità tra lo zoccolo duro dei loro fedeli e "storici" supporters. Adesso cercheranno di recuperare almeno questi ultimi, scommetto. E scommetto che tenteranno di fare altrettanto pure i Morbid Angel, che già ai concerti non suonano quasi nulla di IDI. Vedendo questi casi mi viene sempre in mente quel vecchio adagio brianzolo "Ofelè, fa el tò mestè!" |
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@Flag: e pensa che c'è chi lo osanna come un capolavoro, il degno successore di monoliti come Whisper supremacy e None so vile (questi sì che son veri capolavori). Affermazioni che quando le leggi un brivido ti sale lungo la schiena e ti si rizzano tutti i peli, ma proprio tutti. Per quanto concerne il disco idee qui non ce ne sono neanche a cercarle con il lanternino, è la fiera della banalità. Hanno provato a buttarsi anche loro sul metalcore (o deathcore, che dir si voglia), ma è un eufemismo dire che hanno toppato alla grande. Perchè seguire la moda e buttarsi in un genere che ha già detto da molto(issimo) tempo tutto quello che doveva dire? Perchè non potevano fondare una nuova band se volevano lanciarsi in queste orride "sperimentazioni"? Tutti quesiti che restano senza risposta, ma una cosa è certa: per me questo aborto si becca 40/100. |
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11
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La credibilità è una cosa fragile, come un castello di carte. Ci metti una vita a costruirtela, e basta una scoreggetta per farla cadere miseramente. La storia del metal presenta infatti illustri esempi di band storiche che, dopo aver legato indissolubilmente il proprio nome al genere che hanno contribuito a forgiare, per convenienza, sperando di rifarsi una verginità, decidono di cavalcare un trend stilistico più recente per sfondare una seconda volta. Il richiamo del Dio Denaro. Nel 94,65% dei casi (dati ISTAT) viene fuori una troiata (Chi non si ricorda con orrore le incursioni Nu Metal degli Anthrax con "Stomp 442"?). I Cryptopsy ne sono un esempio perfetto. Loro, gli alfieri del Brutal più brutal del metallo, quelli di "None So Vile", con questo "TUK" tentano, con una dose di maldestria tale da far compassione pure a Silvestro e Paperino messi insieme, di allinearsi al patetico ed effimero Death-core che in quegli anni aveva il suo momento d'oro tra i bimbi-pene americani. Il risultato è uno schifo terribile, un album ridicolo e fuori luogo, malriuscito come la casetta costruita da Stanlio e Ollio nel celebre corto, quella che bastava una bottarella e rovinava al suolo. Come la credibilità dei canadesi ex brutallari, gli stessi che tornano, con la coda bella stretta tra le gambe, nei terreni Death con l'ultimo album omonimo, il quale dai trailer sembra un parziale ritorno a quelle sonorità. Riusciranno i nostri a recuperare la faccia? BOH. Intanto 'sta fetenzia si piglia 35/100. |
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9
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A me non è piaciuto per un c°°°°, delusione! |
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Ciao, lo so che i Cynic non centrano niente con I cryptopsy ma a volte leggendo vari commenti,ho tirato fuori solo dei luoghi comuni e contradizioni che in generale esistono tra i mettalri medi (senza tono dispregiativo ovviamente per medio)preconcetti che secondo me spesso non rendono giustizia ad un vero valore di un album , al di là della storia e di quello fatto precedentemnte da una band, in questo caso dei Cryptopsy che seguo da anni e che ho avuto la fortuna di ammirare live nel periodo di And Than'll you Bag.Sicuramente Unspoken The King NON è un capolavoro soprattutto se lo raffronti a Whisper Supremacy MA è nettamente superiore a qualsiasi cosa prodotta da un bandomonima che va a 390bpm e che ogni caznone è = all'altra. Tutto qui |
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7
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Ciao engmatico/dispotico; nonostante i toni leggo con piacere il tuo intervento. Sono aperto a qualsiasi dibattito costruttivo, indirizzato a riflessioni e approfondimenti circa ogni punto di vista. Ragion per cui ti invito a fare un salto nel forum e disquisire sull'argomento; sono sicuro che verrà fuori una discussione interessantissima. Non è mio stile commentare gli interventi dei lettori, i quali in linea di massima reputo quasi sempre sensati e ammissibili. In ogni casi credo di aver spiegato in modo chiaro e approfondito le ragioni della mia bocciatura (e ti assicuro che l'album l'ho ascoltato per diversi mesi prima ancora che fosse disponibile sul mercato), le quali non conseguono certo per motivazioni "vagamente personali". E poi perdonami ma il paragone con i Cynic non ha ragione di esistere. Per il resto come anticipato, preferirei continuare sul forum anche perchè davvero la materia e tanta (singer, guitar work, etc...). Grazie e a presto... ci conto! |
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6
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Non sono assolutamente d'accordo con la recensione in numerosi punti, cmq non capisco perchè se uno usa le clean vocals in contesto estremo è un TRADITORE,ma se lo fanno i Cynic un disco totalmente progressive, sono comunque sia una death metal band, anche se non sono mai centrati un beato cazzo. Riff caommercialotti, se magari invece di suonare un riff a 290bpm si suonano riff +groovosi,ma se lo fanno i PANTERA o i MESHUGGAH,loro sono pesanti.dire poi che il cantante di prima era un punto FOCALE mi sta bene,pareri personali, ma a me Lord Worm HA FATTO SEMPRE CAGARE poteva essere confrontato con i cantanti dei Caninus.Ora fatemi pure la menata che ha cantato su None So Vile .Recensione che non rende giustizia secondo me ,parte molto prevenuta e si scorre bene tra le righe, per me deve essere ascoltato molte volte per esse apprezzato. |
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5
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purtroppo anche i grandi talvolta sbagliano, c'e' solo da sperare in una repentina ripresa, dopo molti ascolti devo dire che questo album fa acqua da tutte le parti, i Cryptopsy sono una delle mie bands preferite ma devo essere onesto..............voto 45. |
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4
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Almeno non c'è più Worm... |
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3
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Nota: ho inserito death come genere per il disco (e non death-core) per rispetto nei riguardi della storia dei Cryptopsy. Cmq ritengo di essere stato chiaro nel corpo della rece (anche se c'è poco da ridere, visto il risultato) |
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2
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Oddio... a me sinceramente non sembra nemmeno death metal... lo sento come un metalcore estremizzato. Mi dispiace per Nikolas che lo aspettava come lo aspettavo io, ma è una delusione. |
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1
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Che peccato.. lo aspettavo tantissimo... lo ascolterò comunque.. voglio illudermi fino in fondo  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Worship Your Demons 2. The Headsmen 3. Silence The Tyrants 4. Bemoan The Martyr 5. Leach 6. The Plagued 7. Resurgence Of An Empire 8. Anoint The Dead 9. Contemplate Regicide 10. Bound Dead 11. (exit) The Few
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