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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Arcana Coelestia - Le Mirage De L’Ideal
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( 2982 letture )
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La prima volta è indimenticabile. Lo è perché l’atto in sé costituisce un’indistruttibile immagine iconografica, ma anche perché il traguardo rompe un’attesa che potrebbe farsi convulsa con il passare del tempo. Personalmente, alla fredda titubanza della mia compagna ed al profumo essenziale della sua nudità, riesco ad aggiungere solo pochissimi dettagli; neppure il battesimo di quella pelle candida e di quei capelli infuocati riesce a riemergere dalle profondità della memoria: l'amore, il piacere, l'animalesca veemenza si sono indistintamente assopiti con il tempo, inesorabile sonnifero che tutto distrugge. Ciò non può accadere nella musica, dove i ricordi sono sempre disponibili e la verginità, di volta in volta, ricostruita.
Ubi Secreta Colunt aveva magnificamente violato l'imene sonoro di tutti quei black-doomster che sognavano un prodotto italiano di cui vantarsi; un disco immaturo, crocevia stili avversi che tuttavia brillava per omogeneità e fattura esecutivo-concettuale dei suoi firmatari Arcana Coelestia. Una freschezza cercata per rinnegare scomode parentele ed ottenuta per conto di (non) semplice creatività. L’odieno esaminato Le Mirage De L'Ideal rinuncia invece a buona parte dell'oramai abusata mistione black-doom per fiondarsi ad esaltare quelle soluzioni extreme che il suo predecessore aveva solamente sfiorato. Bandendo dal testo la solita disputa funeral-non funeral, è facile notare la riduzione delle gelide timbriche-tecniche post-black in favore di suoni più caldi ed accoglienti: merito del possente lavoro chitarristico sviluppato su linee plurime e spesso completate di arpeggi, di un drumming concentrato sulle pelli gravi - irregolare, ma molto strutturato - e, soprattutto, dell'autorevole presenza del cantato di LS, tanto corposo dal punto di vista timbrico, quanto da quello dell'impegno cronometrico. Il growling accompagna infatti quasi tutto il minutaggio, proponendosi quale elemento principe del platter. Fingendo di ignorare i molti corali puliti, peraltro perfettamente costruiti (alcuni sono da brividi), il sussurrato della parte conclusiva di Requiem (For The Fathomless Void Of Redemption) e lo screaming maligno della recitata Tragedy And Delirium II - The Delirium, la voce di LS è un'apoteosi di degrado: l'harmonizer condiziona pesantemente il registro naturale - di suo ben esteso e malleabile - aggiungendo colore, spessore ed aggressività ad ognuno degli interventi inclusi nell'opera. Le parti trasognanti, alimentate dalle melodie della solista (anche trillata) e dalle armoniche verticali fornite dalle keyboards (sempre discrete), sono invece accompagnate dall'approccio clean che, morbido, contribuisce a rilassare l'atmosfera: non si può certo giudicare l'ugola così performata alla pari di quella di specialisti della tecnica (Lowe, Frosmo), tuttavia il risultato globale mi pare ben sopra la sufficienza. Simpatico e tradizionale il marcato accento sardo che trapela nella farneticante ma poetica Tragedy And Delirium II - The Delirium.
Se la prestazione vocale è da valutarsi ottima, altrettanto speciali sono le porzioni chitarristiche, vera locomotiva del convoglio strumentale. Il miglior risultato si manifesta in corrispondenza delle sintassi più complesse e ricercate, frutto di un'indiscutibile perizia nella composizione armonica. Un tantino scontati i riff più metallici, talvolta pure inutilmente insistenti e prolissi (parte centrale di Duskfall). Personalmente ho digerito a fatica i momenti più densi, costretti e soffocanti: due-tre linee chitarristiche, basso, batteria, tastiere, voce clean e growling, tutte sovrapposte a formare un impenetrabile wall of sound. In queste situazioni la memoria corre svelta verso una delle release più controverse del trascorso 2008 - The Maniacal Vale (Esoteric) - che effettivamente pare apripista concettuale, al netto degli approcci psichedelici, del lavoro dei nostrani Arcana Coelestia. L'influsso che Le Mirage De L'Ideal subisce da Chandler e soci è impressionante, senza per questo diventare un'operazione di palgio scandaloso, dato che a fronte di passaggi fumosi ed asfissianti, esistono anche interpretazioni aperte e godibili che spostano il mirino verso lidi un po' più "bridiani". Di ottima caratura il lavoro del basso che si esprime in tutta la sua perspicacia nella parte centrale della title-track e nella conclusiva ... Thus Fade In Nocturnal Deluge, episodio dalle marcate reminiscenze melodic-black. Apprezzamento di medesimo entusiasmo lo riservo al drumming (ed al drummer): ricorrere a tempi molto lavorati, perfino irregolari con un mastodontico utilizzo di timpano, tom-tom e piatti lascierebbe spazio a confronti con la corrente più lenta ed oppressiva rappresentata dai mostri sacri del funeral; in realtà la metrica "illogica" dei rintocchi mantiene una velocità media piuttosto alta (relativamente ai canoni del genere di riferimento, s'intende ...), espediente che faciliterà l'apprezzamento del disco ad un pubblico più vasto. Si nota (e lo apprezzo veramente) l'inserimento dei musicisti specialisti (Sephrenel al basso e Thorns dietro le pelli) che vanno a completare il duo originario LS & MZ, comunque esclusivo a livello compositivo. Scelta coraggiosissima ma da premiare.
I brani, presi singolarmente, hanno un valore medio piuttosto confrontabile. È importante sottolineare che la forma canzone degli Acana Coelestia prescinde tutt’oggi da una rigida alternanza di strofe e ritornelli: i riflussi sulle battute ci sono, ma il ciclo è lungi dall’essere scontato e/o costretto in una struttura rigida e ricorrente con lo scorrere del tempo; in tal modo le tracce allungano i tempi di assimilazione - risultando macchinose per l’ascoltatore distratto o, più semplicemente, per quello impaziente -, tuttavia evitano fenomeni di assuefazione alla noia - a beneficio dei fan più attenti e profondi. Per questi ultimi (gli altri saltino al paragrafo successivo) propongo un sintetico track by track.
L'overture Duskfall è, tra tutti, l'episodio più ostico (anche per l'inutile prolissità che la rende quasi logorroica), mentre ... Thus Fade In Nocturnal Deluge è quello più eclettico, grazie ai ricami d'orientamento black sulla base death, alla chiusura darkettona ed un po’ melodica ed al pout-pourri vocale equamente suddiviso tra graziose clean vocals ed impure vomitate growl. Duskfall è comunque un aperitivo a tema che può delineare la silhouette dell’intero Le Mirage De L’Ideal: la pienezza dei riff unita alla solennità nei contenuti melodici, gli echeggianti arpeggi flangerati guidati dai lenti rintocchi ritmici di chiara scuola funeral, la volontà di creare una varietà stilistica all’interno del brano con gli espedienti sopradescritti, derivano un manifesto di sofferenza, non solo teorico, che seguiterà per tutto il platter. Stupendo il ricamo finale della solista, al quale si arriva un po’ stanchi a causa dell’immensa durata. Requiem (For The Fathomless Void Of Redemption) rimane fresca per tutto il suo minutaggio e si fregia di soluzioni goth-style che rianimano dalla difficile overture. Le Mirage De L’Ideal è un pezzo da novanta in cui le soluzioni caratterizzanti l’opera trovano la massima espressione: l’ispirazione del pezzo è quella più ortodossa; qui siamo nella zona del doom più dispotico ed intransigente, anche se a livello d’ispirazione la trovo più godibile rispetto alla sorella d’intenti Duskfall. Sconvolgente la via intrapresa con la doppietta Tragedy & Delirium: effettivamente tragica e molto potente la prima (con un assolo quasi thrash al terzo minuto), assolutamente delirante, ma anche poetica e perfettamente posizionata rispetto alla fantastica chiusura di ... Thus Fade In Nocturnal Deluge, la seconda; durante la narrazione di The Delirium immagino il mare, in una calda ansa notturna, che risucchia imperterrito la mia linfa vitale. Esperimento lirico che si trasforma in arte allo stato puro. Buona ma non eccelsa la produzione, talvolta un po’ confusionaria; ciò che mi ha maggiormente colpito è stata la restituzione del drumming, sempre calda ed avvolgente; troppo impastate le 6 corde ritmiche. Dettagli su cui avrei anche potuto sorvolare.
Lo scorrere dei quasi 50 minuti di run è dunque molto piacevole, solo a tratti ostacolato dalla possente monoliticità delle restituzioni che però infastidiranno solo i meno avvezzi alla materia. In definitiva Le Mirage De L’Ideal è un disco interessante che migliora il trend egregiamente inaugurato da Ubi Secreta Colunt e che pertanto va sintetizzato con un voto che ne migliora l’artitmetica di almeno 5 punti: è talmente criptico e poetico che ne vedo impossibile un accantonamento a breve termine. D’altra parte mi pare inverosimile non caldeggiarlo ai fan di Esoteric, Shape Of Despair, Urna e compagnia bella.
Probabilmente, se mi abitate vicino, non mi sentirete impegnato in uno spasmodico orgasmo; udirete però un lungo, prolungato, gemito di piacere… Buona la prima. Ancora meglio la seconda. Bravi Arcana Coelestia!
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4
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Di voto sono stato troppo stretto... è un album fantasmagorico. Tra i migliori del 2009!!! |
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3
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Piccante quanto basta per per farsi venire la voglia...di ascoltare il cd. |
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2
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che dire? una "rece celestiale"....senza parole |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Duskfall 2. Requiem (For The Fathomless Void Of Redemption) 3. Le Mirage de l'Ideal 4. Tragedy & Delirium I - The Tragedy 5. Tragedy & Delirium II - The Delirium 6. ...Thus Fade In Nocturnal Deluge
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Line Up
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LS: Vocals & Lyrics MZ: Guitars & FX Thorns: Session Drums Sephrenel: Session Bass
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RECENSIONI |
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