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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 2781 letture )
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Anche l'ascoltatore tra di voi più benevolo, disposto a passare sopra alla terribile copertina, al tentativo – fallito miseramente – di non annoiare con un disco thrash di un'ora e venti, nonché alla produzione pessima, non riuscirebbe ad ascoltare questo disco più di una volta. Due, se masochista.
Perché, diciamoci le cose chiaramente, con questo Sovereign siamo di fronte al non-plus-ultra della banalità, all'apoteosi della logorrea musicale , al fondo del barile in materia di songwriting.
È davvero difficile esprimere la bolgia di usurati schemi thrash uniti a sezioni pseudo-atmosferiche e/o vagamente tecniche che scaturisce dal lavoro degli australiani Black Reign; tuttavia, all'incauto lettore che dovesse non fidarsi delle mie parole, basterebbe ascoltare la title-track, fulgido esempio di ciò che il metal NON dovrebbe essere. La linea vocale è imbarazzante, sia quando utilizza un tono clean quasi irritante, sia quando cerca un timbro aggressivo, risultando al massimo patetica, mentre le chitarre imperversano sugli stessi riff fino alla nausea; e non pensiate che vada meglio con la sezione ritmica: se anche riuscsite a sopportare il suono plasticoso della batteria, verreste comunque sopraffatti dall'incredibile perizia con cui questi musicisti riescono ad evitare ritmi un minimo sensati o coinvolgenti, poiché le poche volte che qualcosa di vagamente sufficiente pare apparire all'orizzonte – ad esempio l'attacco di Viking - i nostri si impegnano a dovere per affondarlo in una prolissità che ha del sovrumano. Vogliamo poi parlare – no, non vogliamo, ma temo che ci tocchi farlo - delle già accennate sezioni strumentali in cui il quartetto gioca a fare la band prog (ovviamente con pessimi risultati)? Prendete la lunghissima Edge Of The Universe: se all'inizio mi ero illuso che quella acustica fosse una semplice, e magari azzeccata intro a un pezzo thrash, dopo 4 minuti potevo capire di essermi illuso; le chitarre distorte fanno in effetti il loro ingresso, ma con risultati sconcertanti, che passano dal ridicolissimo suono “simil-tastiera Chicco” delle sei-corde in alcuni passaggi, alla lunghissima e semplicemente inutile sezione “atmosferica” centrale, alla pseudo-cavalcata finale di una prevedibilità incredibile.
Altre “perle” che riescono nell'incredibile missione di risultare più fastidiose delle altre sono The Madness - sezione strumentale di apertura confusionaria ogni oltre immaginazione, e sprazzi di clean vocals capaci di irritare anche un eremita tibetano – e la conclusiva The Summonance – The Occultance, l'ideale per chiudere col botto, grazie alla mescolanza di tutti i cliché accumulati in un'ora e dieci di running time, ottenuta infilando rigorosamente a caso (o forse no, ho il sospetto che abbiano preso precauzioni per evitare che il risultato fosse anche solo vagamente ascoltabile) urla, decelerazioni a casaccio e atmosfere più finte di un moneta da tre euro.
Credo di essermi dilungato anche troppo su di un disco di qualità infima, piacevole come una canzone di Gigi D'alessio, noioso come una domanda di Marzullo ma che, tuttavia, mi è stato di grande aiuto: proprio in questo momento è qua vicino a me, a pareggiare la gamba della scrivania.
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2
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E se si rompe come farai per la scrivania? sarai costretto a comprarne una copia |
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1
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A questo punto voglio proprio sentirlo questo capolavoro  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Eye of the Storm 2. The King of Demons 3. Sacrifice of the Gods 4. Sovereign 5. Viking 6. The 3rd Antichrist 7. Edge of the Universe 8. Demise 9. The Madness 10. Succubus 11. The Summonance / The Occultance
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Line Up
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Michael Demov - Vocals/Guitars Skar Velis - Guitars Dirty Dave - Bass Lord Stephen - Drums
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RECENSIONI |
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