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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Crescent Shield - The Stars Of Never Seen
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( 2418 letture )
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Avevo valutato la precedente prova dei Crescent Shield - The Last of my Kind - come una delle più interessanti uscite del 2006, (e vi rimando a quella recensione per dei brevissimi cenni biografici), nel settore Heavy/Epic Classico, e li ritrovo oggi con The Stars of Never Seen in versione più matura. Il tempo trascorso tra i due album infatti non è passato invano, la band Statunitense si muove sempre in un’area compresa tra le coordinate stabilite dai Jag Panzer, gli Helstar - probabilmente con una maggiore propensione verso l’Epic rispetto all’ultimo album di questi ultimi – ed i Fates Warning, ma lo fa con una propria identità.
Come già segnalato nel precedente pezzo sulla band i Crescent Shield non si limitano a riproporre quanto già ascoltato infinite altre volte dalle fonti prima citate, ma riescono, pur non introducendo nulla di nuovo nel songwriting, a segnalarsi come un gruppo in possesso di quel quid, quel qualcosa di indefinibile sommato ad altri fattori quali bravura, mestiere, convinzione e passione, che portano ad un risultato finale più che positivo.
Utilizzando quale biglietto di presentazione l’ormai solita cover fumettistica in pieno stile Americano, The Stars of Never Seen è comunque parzialmente diverso rispetto al precedente come mood generale, portando una nota di malinconia e soprattutto di solennità che se da un lato fa perdere al platter in immediatezza, dall’altro risulta più meditato, più “scritto”, insomma: più maturo. Ritmi un po’ più lenti quindi, fors’anche più prog in un certo senso, il tutto a confezionare un album sicuramente più oscuro, con una cifra stilistica mutata, ma sempre più che piacevole.
Il nuovo corso è chiaro fin dalle prime note: Under Cover Of Shadows non è la solita opener arrembante, ma un pezzo Anthemico che punta tutto sull’atmosfera, non sulla velocità, e giocata sulla voce caratteristica di Michael Grant - qualche volta un po’ sopra le righe sulle tonalità più acute – tenuto saldamente in piedi da una sezione ritmica di buon livello e più amalgamata rispetto al passato con un buon batterista come Craig Anderson ed in cui Melanie Sisneros dimostra di essere una buona bassista e non la solita ragazza da tappezzeria. Dan DeLucie condisce il tutto introducendo un solo molto misurato. Queste indicazioni generali sono valide più o meno per tutte le songs. Non ci sono fillers veri e propri, ed all’interno di una tracklist di livello medio/alto citerei senza dubbio Tides Of Fire, brano dal testo legato alla precedente The Grand Horizon ed ispirato alla novella Canticle for Leibowitz di Walter M. Miller Jr. riguardante la regressione allo stato primitivo della civiltà a seguito di un olocausto globale, e che mostra un buon tentativo di lavorare sulle parti corali con piacevoli sovrapposizioni a più voci.
Riuscite poi 10,000 Midnights Ago - risultato di una notte di tristezza dell’autore che lo ha riportato con la mente a trent’anni fa, 10.000 mezzanotti, appunto, quando la musica era solo una passione immatura - Temple Of The Empty - veramente riuscita, basso a tessere una linea avvincente e forse una parte vocale al limite della possibilità del vocalist – My Anger - un residuo dell’album precedente ed inspiegabilmente esclusa dalla tracklist - e la closer Lifespan, la più vicina al disco precedente ed inno per i concerti live. Ci sarebbe da citare il pezzo più ambizioso: The Endurance, il più lungo del lavoro – l’avevate intuito? – ma questa, pur essendo non inferiore alle altre per struttura, non regge la lunga durata risultando alla fine un po’ noiosa, un taglio di un paio di minuti non sarebbe stato scandaloso.
Al tirar delle somme un’altra prova di buon livello dei Crescent Shield, ed anche se io rimpiango un po’ l’approccio un po’ più crudo del 2006, The Stars Of Never Seen da un lato consolida quanto fatto prima e dall’altro apre le porte della scena Epic maggiore ad una band che non ha nulla da invidiare a molte altre. Da seguire per valutare se saranno in grado di progredire ulteriormente.
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L'ho sentito in streaming sul loro sito, e anche io sono rimasto un po' interdetto... il songwriting resta di livello abbastanza alto, ma questa volta si perde un po' in immediatezza, anche perchè non hanno seguito prettamente la forma canzone... da rivedere al prossimo CD. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Under Cover Of Shadows 2. The Grand Horizon 3. Tides Of Fire 4. 10,000 Midnights Ago 5. Temple Of The Empty 6. My Anger 7. The Bellman 8. The Endurance 9. Lifespan
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Line Up
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Michael Grant - Vocals Dan DeLucie - Guitar Melanie Sisneros - Bass Craig Anderson - Drums
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RECENSIONI |
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