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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3828 letture )
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In costante bilico tra la miseria di una stiracchiata sufficienza ed una mediocrità che al giorno d'oggi non serve più a nessuno, il gruppo finlandese Silentium ha provato e riprovato nel corso di una decina d'anni di carriera a fare breccia nei cuori di noi gothsters senza mai riuscire a centrare pienamente il bersaglio: dagli inizi gothic/doom dei primi ep, passando per un ammorbidimento generale del sound e l'aggiunta di arrangiamenti orchestrali, tentando anche la carta del concept (Sufferion, 2003) e la virata ad un più schietto gothic/rock di facile presa melodica (Seducia, 2006), i nostri a dirla proprio tutta di quel bersaglio è già tanto se ne hanno sfiorato i contorni. La loro proposta (lasciando anche per un attimo da parte la derivatività) per quanto ben studiata, suonata e arrangiata, ha sempre mancato di mordente, di carisma, di passione: voglio dire, i dischi si lasciano ascoltare però non rimane niente, sono insipidi, sfamano ma senza gusto ed appagamento. Da qua la mediocrità di cui parlavo poco fa e la mia rassegnazione verso questo gruppo, del quale nutrivo però ancora qualche flebile speranza. Con Amortean le cose sono cambiate, nel senso che la rassegnazione è oramai divenuta totale...
Tutto ciò di cui sopra è fedelmente riproposto anche in quest'ultima (quinta) release, con aggiunta di aggravanti. In primis ciò che non può non colpire immediatamente anche il più superficiale degli ascoltatori è la pressochè totale mancanza di melodie efficaci, prerogativa essenziale per il gothic così concepito, cioè quello sinfonico e dalle vocals femminili (tanto per intenderci l'ultimo disco di casa Sirenia, che pure ho giudicato con una risicata sufficienza, di melodie vincenti era stracolmo...); secondo, a differenza del precedente e molto più guitar oriented Seducia, sembra che la band non abbia messo completamente a fuoco i propri intenti: non si capisce a tal proposito quale sia il ruolo dell'orchestra, a volte predominante (come nell'opener Leave The Fallen Behind, quasi power/prog), altre mascherata dal wall of sound chitarristico, coadiuvata da una produzione non impeccabile; già che l'abbiamo nominata: terzo, la produzione non valorizza pienamente le qualità della band, non riuscendo a definire per bene gli spazi di ogni singolo strumento ed i piani sonori, dando ben poco tiro ai pezzi; quarto, si fa fatica a portare a termine l'ascolto. Non basta la bella ed azzeccata My Broken Angel a rissolevare le sorti di questo disco dalla noia totale, dal trionfale infierire della forma ai danni della sostanza.
Ora, io non mi ritengo portatore del verbo assoluto, ma un minimo di dimestichezza con questo genere credo proprio di averla. Solo che con Amortean non serve... Quando capita di fruire di una band il cui bagaglio di tecnica ed esperienza è assolutamente di primo livello pensi che il risultato, proprio in ossequio del grande lavoro artistico d'insieme, debba necessariamente rimanere in scia. Come un videogioco spettacolare graficamente ma del tutto ingiocabile, che non diverte insomma. Il fatto è che i Silentium danno l'idea di andare avanti per inerzia, di chi si immola senza avere alcuna speranza di riuscita, trascurando del tutto una sorta di fase di “testing” del proprio lavoro (sempre per rimanere in metafora videoulica). E per questo non starò più ad aspettarli.
Perchè se secondo Neruda essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare allora, aggiungo io, anche essere dei musicisti richiede uno sforzo di gran lunga maggiore che saper suonare.
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7
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Peccato perchè ai tempi del debut su 'sta band ci puntavo...'Infinita Plango Vulnera' però è un signor disco, ma già 'Altum' mi fece storcere il naso. Una meteora. |
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6
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Interessante... mi informo... |
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5
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Avevo letto da qualche parte che la poesia è stata attribuita erroneamente a Neruda, ma in realtà appartiene ad una certa Martha Medeiros. A quanto pare il dubbio non è stato ancora risolto. |
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4
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da "Qien Muere?" di Pablo Neruda... letteralmente: "recordando siempre que estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar" |
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3
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La poesia che hai citato non è di Neruda. Comunque l'album mi è piaciuto e credo che i Silentium siano una band interessante, seppur non imprescindibile. |
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1
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Ormai andati i tempi di "Infinita Plango Vulnera" e "Altum" e, perché no, dei ben più oscuri EP e demo...  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Leave the Fallen Behind 2. The Messenger 3. A Knife in the Back 4. The Fallen Ones With You Tonight 5. My Broken Angel 6. The Cradle of Nameless 7. Storm Sight Solicitude 8. Embrace the Storm 9. La Fin du Monde
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Line Up
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Riina Rinkinen - Vocals Matti Aikio - Vocals and Bass Juha Lehtioksa - Guitars Toni Lahtinen - Guitars Sami Boman - Keys Jari Ojala - Drums
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RECENSIONI |
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