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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Bon Jovi - Slippery When Wet
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( 16832 letture )
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Monumentale, eccitante, pazzesco. Un lavoro che esce quasi in sordina, con la band reduce dal mini successo, tirato per le orecchie, di 7800° Fahrenheit, e poi diviene un boom mondiale, tanto grande tanto inusitato. Il terzo album, Slippery When Wet, proietta il quintetto verso un successo megagalattico che gli ha fatto vendere, sino ad oggi, oltre 30 milioni di copie, con successi planetari come You Give Love a Bad Name, Livin' on a Prayer, Wanted Dead Or Alive e Never Say Goodbye. Singoli luccicanti come sciabole al sole, pronte a recidere le ultime resistenze nelle fila dei loro detrattori, che negli ultimi tempi si erano ingrossate. Jon ha raccontato che il disco prese questo titolo dai segnali stradali presenti sulle autostrade americane, ma è una balla da bravo ragazzo della provincia americana, la verità è un’altra, molto più hard! Durante le registrazioni del disco i Bon Jovi frequentavano assiduamente, poveretti non si facevano mancare nulla, un club di strip-tease dove delle ragazze incredibilmente belle si versavano addosso acqua e sapone. Diventavano così scivolose che nessuno riusciva a stringerle neanche se avesse voluto portarsele a casa. Qualcuno della band, probabilmente un po’ alticcio di voglie sessuali e cocktail, urlò "Slippery when wet!" (scivolose se bagnate) e gli altri immediatamente realizzarono: doveva essere il titolo del nuovo disco! In origine pensavano di mettere in copertina una foto con delle enormi tette, veramente grosse, ma il Parents Music Resource Center, un'associazione moralista controllata da Tipper Gore, moglie dell'allora Vice Presidente degli Stati Uniti Al Gore, il famigerato PMRC, e solo chi ha vissuto quegli anni sa quanto questo comitato di bacchettoni americani ha rotto le palle alle rock band, chiedere per dettagli a Dee Snider che venne addirittura processato, aveva intenzione di denunciare la copertina, mettendo band e casa discografica in un grosso guaio. Perciò venne usata un’immagine più tranquilla. Pochi sanno che ad inventare la nuova sleeve fu lo stesso Jon Bon Jovi, che di fatto prese un sacco di immondizia bagnato e ci scrisse sopra con il dito Slippery When Wet. Nacque così la cover di uno dei dischi più venduti nella storia del rock anni ottanta, alla faccia dei grandi studi di comunicazione e immagine. Pubblicazione il 18 agosto 1986 per Mercury Records e come produttore un magico Bruce Fairbairn che riesce a tagliare su misura un sound maturo, corposo e adulto, spremendo dai ragazzi forze ed ispirazioni impensabili.
Le note prendono subito fuoco e Let It Rock, firmata dal duo Bon Jovi-Sambora, come accadrà spesso in questo lavoro, sfugge all’orbita e incendia i cuori. Una nebbiolina chitarristica si dirada ed entra il synth con una progressione neo classica favolosa, grande David Bryan, poi scocca il rock pugnace quello fatto di cori, voce possente, rullante a sparo e chitarre penetranti. Quale miglior prologo poteva esserci? Garantisco, niente di meglio. Il pezzo numero due è l’apoteosi della melodia commissionata all’efficacia del saper inchiodare l’ascoltatore. You Give Love a Bad Name è un singolo aureo, fantastico, con lo zampino di quella vecchia volpe di Desmond Child. Partiture perfette, scansioni armoniche, tastiere bilanciate al punto giusto e un chorus da farfalle nello stomaco con un solo della sei corde che mette in evidenza un ottimo Sambora. Il videoclip che furoreggiò in tutte le tv del globo, girato in due versioni, metà bianco e nero e a colori, il secondo in full color, vede la band divertirsi da matti su un palco non ancora stellare ma accattivante e mette sugli scudi un Tico Torres che suona con pacca e si diverte; per la cronaca Tico era un esperto musicista già allora, avendo partecipato a jam session con Miles Davis e suonato dal vivo con The Marvelettes e Chuck Berry e ben ventisei dischi registrati in studio. Un veterano, insomma, che non aveva intenzione di rischiare una già promettente carriera per seguire un gruppo di principianti: la leggenda narra che solo la volontà e la passione di Jon lo convinsero definitivamente. Il primo singolo diventa un manifesto della nuova Bon Jovi mania dilagante, supportata dalla freschezza e dalla voglia di divertimento dei componenti del gruppo che traspariva chiaramente dai loro atteggiamenti live e non. Numero tre, altro capolavoro, forse il capolavoro di questo platter: Livin' on a Prayer. Una canzone impegnata che non parla di divertimento ma di lotte sindacali e paura di perdere il posto di lavoro… ma è di una magia inarrivabile. Tutto gira al massimo, e il guitar-talk box di Richie Sambora fa venire la pelle d’oca per uno sviluppo di canzone incredibile ormai diventata un’icona. Vanta talmente tanti tentativi di imitazione da perdere il conto, l’ultima in ordine cronologico è quello degli Steel Panther, a proposito grande band, che hanno omaggiato i Bon Jovi di Livin’ nella loro Party All Night Party All Day. Per fornirvi le proporzioni d’impatto di questo singolo posso dire che vendette copie a vagonate e nel 2007 è stata votata come la canzone più bella e significativa degli anni Ottanta. Un pezzo perfetto! Social Disease, di fronte a cotanta magia scende di livello, non per la stesura in se stessa ma per il confronto insostenibile. Grande sound che disegna una buona canzone rock con le key che gentilmente irrompono negli stacchi e tappezzano la song fatta di una chitarra dura e presente. Sambora, da questo album, diviene il perno nodale dell’affresco della band, ovviamente in coppia con il bel Bon, loro tireranno le fila musicali e compositive per gli anni a venire con tanta qualità e versatilità. Wanted Dead or Alive fa trattenere il fiato, che roba incredibile è? Semi ballad acustica stellare, un altro pezzo di paradiso sceso in terra tramite le chitarre marchiate New Jersey. Inutile commentare questi 5:08 di puro diamante, riascoltatela, e i sentimenti rifioriranno freschi nella vostra anima. Parte sparata e secchissima Raise Your Hands e prosegue in crescendo con una guitar che non da tregua e una sezione ritmica atletica e possente. La voce di Jon è espressiva e capace, i cori segnano territori da rock durissimo e ribelle, grande il solo della sei corde che tradisce ottima tecnica e creatività a mille.
Without Love: semiballad elettrica dal grande gusto con la voce solista che gratta rocamente qui e la scoprendo nuovi colori nel sound, mentre I'd Die for You comincia con gli stessi accordi di synth che caratterizzavano Runaway, primo singolo di successo estratto dal primo album eponimo, ma poi si estrania diventando un grande pezzo acido con tastiere insistenti e ritmate che sostengono una base granitica con Sambora che detta tempi che la batteria di Tico sorregge a meraviglia e Jon saccheggia la propria ugola dando il meglio. Ottima, davvero ottima. Never Say Goodbye è la ballatona da accendini e lacrimuccia facile, con le memorie di gioventù e le prime esperienze sessuali. Uno scheletrato docile ma non delicato, sognante ma molto terreno, con una batteria che picchia e una chitarra che fischia il giusto e un Bon Jovi meaestoso e lamentosamente nostalgico nel ricordare i vecchi tempi; composizione notevole, mai dimenticata dai fans. Il decalogo del nuovo rock americano si completa con l’ultima track in scaletta, Wild in the Streets, a firma del solo Jon. Lo possiamo dire senza paura di essere smentiti, è il classico riempitivo. Non una ciofeca, per carità, solo una specie di arrivederci al pubblico non certamente eccelso. Ma ci sta anche una cosa così in uno Slippery When Wet prodigioso e incredibilmente bello. Appena il disco raggiunse quote di vendita tranquillizzanti per la label, la casa discografica sparse in giro per il mondo i cinque che vedevano, data dopo data, crescere i fans e le posizioni nelle charts, inutile dire che anche stavolta Mtv giocò un ruolo pazzesco nel successo lievitato a dismisura dei Bon Jovi. Ma assai meritato, questo va detto. Un band con idee, carisma, tecnica sopraffina e un gusto per la melodia che in pochi posseggono. Non è certamente un caso se questo album, ancora oggi, risulta essere uno dei dischi rock più venduti nella storia della musica. Durante il tour che seguì, Jon ebbe dei problemi seri con la propria voce. Le note particolarmente acute e il ritmo frenetico dei concerti minacciavano di provocargli dei danni permanenti alle corde vocali. Con l'aiuto di un maestro di canto riuscì a finire il tour. Da quel momento in poi cominciò a cantare su tonalità leggermente più basse. I tour furono massacranti ed esaurirono uno ad uno tutti i singoli componenti del gruppo: guardate il video di Wanted Dead Or Alive, girato in tournée, e capirete cosa intendo.
Con sangue, sudore e lacrime giunse il successo mega. John Francis Bongiovi jr., cresciuto a Sayreville, figlio di Carol Sharkey, ex playmate, e di suo padre, John Bongiovanni stilista di acconciature per capelli di origine italiana (precisamente di Sciacca, provincia di Agrigento) ce l’aveva fatta! Con quattro musicisti emergenti riuscì nell’impresa titanica di scrivere una nuova pagina del rock mondiale. La prossima volta ci trasferiremo nel luogo natale della band, preparatevi a cantare a squarciagola e ad alzare i pugni verso l’alto… back in the arena! Rock!!!!
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VOTO LETTORI
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91.10 su 318 voti [
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71
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Purtroppo non riesco piú ad ascoltare Livin on a Prayer senza ridere, il video del montaggio con le capre é troppo perfetto. Ma per ilresto il voto lettori ci sta tutto, 90 e tutti a casa |
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70
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Sono d\'accordo con te. Diciamo che per me il divario è meno netto perché a quell\'altro ho dato un 80. Ma con questo album siamo al limite della perfezione. E aggiungo: in quegli anni solo Reckless può competere |
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69
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Si certo, e\' che per me c\'e\' un abisso tra i due |
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68
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Già...@Route76, hai ragione. Tenuto conto che la tastiera è la stessa è incomprensibile. E sebbene pensi che Tearing down the wall sia il loro più bello (e successivo rispetto a questa recensione) il divario è troppo risicato. Mettiamola così, Slippery è stato valutato con un voto superiore e non interroghiamoci più |
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67
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A distanza di anni quoto @rob Fleming. Ineguagliabili!!!
Non capisco il metro del recensore, 87 agli H.e.a..t e 88 a questo? Per me 95 a 70 per gli originali |
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Sono d\'accordo col commento di Rik HM: l\'hair metal è Slippery When Wet. Un album che racchiude un\'epoca, il primo rilasciato con quel binomio energia e melodia in maniera così. Racconta il sogno americano e non solo musicalmente. Nel recente documentario Desmond Child parla del momento che portò un \'titolo\' adatto nella cantina della casa della madre di Sambora dove il chitarrista e Johnny provavano. Era \"You Give Love a Bad Name\". E per la prima volta vide quel sorriso da 1 miliardo di dollari. Pelle d\'oca.
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Cos\'è l hair metal? Bhe una risposta ci sarebbe. Slippery when wet. Of course. Può essere racchiusa in un album come questo tutta la filosofia, l immagine e i suoni. Certo, sappiamo tutti benissimo che l hair metal è un contenitore con svariate sfaccettature. Ma \'slippery... è pubblicato nel momento giusto per far esplodere nelle classifiche e quindi nell opinione pubblica, il movimento heavy metal tutto. Quasi uno sdoganamento se vogliamo. Un album con songs a presa rapida, che ti si imprimono nella mente per non uscirne più. Songs solari che sprigionano \'vita\', che ti fanno passare qualche istante sereno/a. Produzione dell epoca a livelli superbi. La versione re-mastered aggiunge un po di dinamica e nulla più. Hair Nation 🤟🎸 |
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Tra questo e New Jersey…forse preferisco il secondo, ma poco cambia, sono dischi da 95 o 100. Come scritto da altri fa male pensare che molti abbiano conosciuto Bon Jovi attraverso quanto uscito negli ultimi vent’anni. Lo spartiacque fu il greatest hits con always. Quanto odio quella canzone, è tutto ciò che rappresenta…. |
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Per me un disco quasi perfetto. L\'unica che non mi ha mai convinto è Social disease che sarebbe stato meglio se fosse stata sostituita dall\'outtake Edge of a Broken heart. Insieme a Hysteria e The Final Countdown ha reso l\'hard rock melodico mainstream. Più importante di New Jersey contestualizzando anche l\'anno in cui è uscito. Voto 95 |
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Un capolavoro. Scritto suonato e prodotto alla perfezione. Livin e you give love sublimi, raise your hand quei, never say spettacolare. E comunque chi scrive wanted come può essere essere considerato per teenager ? Come scritto da rob fleming qui gli episodi minori, sarebbero i pezzi da novanta per molti altri |
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In pratica un greatest hits. |
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Disco perfetto dalla prima all'ultima nota, stradaiolo, diretto, chorus da stadio (Raise Your Hands, Livin' On A Prayer, Let It Rock), produzione ottima, un Bon Jovi in forma vocale strepitosa. Personalmente lo ritengo il disco perfetto per descrivere gli anni 80' alla perfezione. Quando si criticano i Bon Jovi di oggi, rimettete su questo disco, e capirete che album della madonna ci hanno lasciato dietro. 100. |
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X Fasanez  |
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Pensavo fosse una battuta, quella del buon @Galilee  |
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@Galilee: presumo il secondo disco dei Bon Jovi |
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Eeeeeee chcedo intenda l'album MUSEALE 7800 Fahreninheit ! Sceghto, non sci vogliono cosi eeeee tanti eeeeegghadi, pegh un Arman o un Boccioni o una Rabarama peeeeegh cgheaghe le logho opeghe ! La solita esageghazione ameghicana Glam ! Ahr Ahar Ahar ! |
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Magari, Andrew, magari. Ah be' criticarmi finche' ne avete voglia ma per me il verbo wild in the streets e' ancora di moda. Quelli cresciuti (? ) negli anni 2000 hanno un'idea distorta di Bon Jovi, come se fosse un facilone da classifica per teenagers pop. Non e' così, in realtà ha fatto molta gavetta ed i primi dischi in Italia erano per addetti ai lavori di hard & heavy, poi le radio e la grande diffusione in generale lo hanno scoperto ANCHE loro, ad allora tutti a cantare Livin on a Prayer, tanto per il pop non c'e' differenza con Fra' Giuseppe Cionfoli. Mi meraviglio quindi di (alcuni) di voi che dicono: ma la musica e tutta bella, bisogna essere aperti, certo, certo, come no: anzi mettetevi a 90 invece che a 360 gradi. Intanto 7800 F. i non rockers non sanno cosa sia |
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Wild in the Streets "riempitivo" mi sembra una bestemmia.
Nei primi anni Novanta, quella stagione sembrava già lontanissima, ora, nel 2020, sembra l'altro ieri. |
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Quando questo disco usci lo detestai.Finto metal per fighette pensai.Riascoltarlo ora ha un altro sapore.Effetti della vecchiaia ma non so se nel senso di quasi demenza oppure si diventa saggi e meno oltranzisti.Voto 80 |
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Uno di quei dischi da portarsi su un isola deserta! non cè un pezzo fuoriposto..estratta a caso una qualsiasi canzone,abbiamo una hit da classifica!commerciale quanto uno vuole ma un commerciale di grande classe! |
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Fu uno dei miei primi CD, che acquistai, sono passati un bel po di anni ahaha ora sono un grande ascoltatore Thrash, ma l’Hard Rock come questo mi fa impazzire tutt’ora. Immenso album: 86 |
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il classico disco senza nessun filler al suo interno.....sembra un greatest hits senza però esserlo. Patrimonio UNESCO dell'hair metal |
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Capolavoro! Non c'è molto altro da aggiungere... Insieme a New Jersey è uno degli album più rappresentativi degli anni Ottanta. Un chorus più azzeccato dell'altro, ballad da brividi, Raise Your Hands (con cui qui si celebra il 3-0 della Maggica al Barça) che farebbe saltellare pure un novantenne , Wanted Dead or Alive poi... Insomma 40 minuti di pura emozione. Voto 97 |
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Ho finito letteramente quest'albim e New jersey.
Apice dei Bon Jovi. Capolavoro, emozioni uniche.
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Che si può dire a SWW che non sia già stato detto. Album monumentale, eccitante, adrenalinico e purtroppo irripetibile. Nessun punto debole, ogni pezzo un potenziale singolo. L'unico peccato (ma la cosa non vale per me) è che i singoli ufficiali (Livin' on a prayer, You give love, Wanted dead e Never say) hanno forse oscurato le restanti canzoni, che sono quindi meno conosciute ma di altissimo livello.
Voto altissimo. |
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1986 anno fantastico per il thrash ma anche per tutto quello che, volenti o no, rientrava nell' hair metal. Non si può certo negare l'importanza di un album come questo. A livello di chart e di passaggi radiofonici non aveva molti rivali. La qualità delle song contenute non si discute e qui c'è un sano (hatd) rock che a me piace. Frizzanti e con l'immagine giusta ebbero il merito di ampliare la platea di ascoltatori, e non mi sembra poco. |
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Classico! Uno dei miei album anni 80 preferiti in assoluto! Meriterebbe di essere acquistato in qualsiasi formato anche solo per la magnifica "You give love a bad name". Album invecchiato benissimo, tutti i pezzi sono capolavori, si meriterebbe un 90. |
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Da Ragazzi di provincia, a idoli degli '80: TUTTO può accadere. Fu il mio promo album rock-oriented nel tardo 1987. E ho ancora il vinile a cui sono affezionato. È vero, c'è stata la collaborazione e la manina fatata di Desmond Chlld ma si era già intuito quale fosse il potenziale della band. Hanno creato la perfetta formula party-rock in bilico tra il pop e scoppiettanti ritmi hard rock. Pianificato di sicuro a tavolino ma spontaneo ed energizzato dalla produzione di Fairbrain, SWW è una tappa obbligata per chi passa dagli Anni Ottanta |
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di questo fenomenale album furono incredibilmente escluse all' ultimo momento per una insensata scelta della casa discografica due bellissime composizioni che avrebbero reso ancora piu' grande questo immortale capolavoro, Edge of a broken heart,e Borderline,che troveranno poi giustizia solamente nell edizione giapponese pubblicata nel 1998 con il ripristino della copertina originale. |
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Quando su 10 pezzi si contano almeno 6 capolavori assoluti non si può far altro che gridare al miracolo. Wanted dead or alive è tra le più belle canzoni di sempre; You give love..., Livin' on a prayer e Raise your hand sono in grado di far smuovere le montagne; I'd die for you e la mega ballata Never say goodbye non hanno una nota fuori posto e ti arrivano direttamente allo stomaco. E pensare che certi gruppi con Let it rock, Wild in the streets Social disease e Without love ci avrebbero edificato un'intera carriera sopra. Ineguagliabili 95 |
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Io questi nn li ho mai sopportati, questo il loro disco migliore (a me piaciono solo le prime 5) una grande mano la diede desmond child a scrivere le hit.... Comunque disco troppo studiato a tavolino x vendere ( mi ricordo un intervista dove jon disse testuali parole " la casa discografica ( prima di inZiare a registrare slippery) ci chiese di produrre una hit o senno'ci avrebbero fatto fuori). Se volete ascoltare metal coi lustrini andate su " Under lock and key" dei Dokken. |
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Album semplicemente perfetto ... icona di quel rock made in USA che ho sempre amato. Poi anche loro si sono "invecchiati" ^_^ Voto 95. |
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album perfetto e un ultraclassico degli 80s e del genere hard rock melodico ...voto mio 98, meno di 95 è impossibile. Leggo Steel Panther (band per me di plastica) nella rece che li hanno omaggiati..avessero un decimo della classe di Jon, Richie e compagni! |
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88 solamente a uno dei 10 dischi più belli della storia di questo genere musicale???? e poi agli elektradrive o agli steel panther metti tutti più di 90?? Ma daiiiiii |
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Vorrei proprio che tutte le adolescenti che si sditalinano su Jon e che pensano che i veri Bon Jovi siano quelli di adesso si ascoltassero per bene questo album. È davvero triste vedere come si sono ridotti, specialmente un grande chitarrista come Sambora, che a quanto pare forse finalmente sta mollando questo prodotto commerciale che tentano di spacciare per gruppo rock. Slippery album epocale, fantastico, ricordo sfocato dei Bon Jovi veri e rockettari di una volta. |
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forse quello di wanted, è l assolo più bello della storia. |
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Solo 88?? Io direi 98!! Album STRATOSFERICO!! I Bon Jovi nel loro periodo migliore, che grazie a questo (e al successivo) disco ci hanno regalato hit memorabili!! CD da avere assolutamente!! |
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Il perfetto album di (hard)rock americano di metà anni Ottanta. Graffiante, fresco, melodico perfetto per tutte le stagioni. Peccato per song sottovalutate come Social Disease. Belle anche Raise Your Hands e Wild in the Streets per non citare sepre le solite note dal sapore vanhaleniano. Non mi piace invece la troppo lagnosa Never Say Goodbye. |
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Checchè se ne dica, il capolavoro dei Bon Jovi è Keep The Faith (non recensito in questo sito, peccato...)..subito dopo viene Slippery (diciamo a pari merito con New Jersey), due album questi ultimi che contengono vere e proprie pietre miliari dell' hard rock.. ma a causa di quei 2-3 pezzi riempitivi che non riesco proprio a digerire, do a Slippery non più di 78 |
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Possiedo l'album originale, ed è tra i miei preferiti. Tra i migliori, se non IL migliore, degli ex-ragazzacci del New Jersey. Voto: 90 |
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Ho il Cd Rom originale dell'epoca, e lo ritengo un cult del genere. E poi, "Wanted", è un pezzo epocale. |
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Un album favoloso e sottovalutato dai puristi del metal che non considerano i Bon Jovi una band di heavy metal vero e proprio. Da avere assolutamente. |
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I Bon Jovi sono diventati quasi dei miti per me da almeno un anno a questa parte. Slippery lo possiedo in versione CD, mi piace parecchio, soprattutto fino a Raise Your Hands... Non ho mai prestato particolare attenzione a I'd Die for You e Without Love, però il resto dell'album, come ho già scritto, mi piace. Per me è 90 |
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Molto valide le tue citazioni Fabio! Noto con piacere che la conoscenza musicale che possiedi (la quale apprezzo ogni volta) spazia in diversi generi. Nonostante abbia poco commentato alcuni classici di hard come questo, confesso di aver seguito più di qualche gruppo simile, soprattutto in passato. Tuttavia, apprezzo ancora bands più o meno conosciute come Reckless, Motley Crue, Legs Diamond, Angel, Journey, Europe, Touch, Loosely Tigh, Vendetta, 1994, Balance, Vinnie Vincent, etc. etc. (cito nomi alla rinfusa). |
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Piccola precisazione 'Slippery' è dell'86 |
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Per me il loro prodotto migliore, ritenuto giustamente un classico dell'epoca, tanto che alcune sonorità poppeggianti hanno poi influenzato il best seller 'Girls,Girls,Girls'. Però in giro c'era molto di meglio; mi vengono in mente i Prophet di 'Cycle Of The Moon' ( dove c'è 'Hyperspace' che qualcuno usò come termine di paragone per recensire il primo Dream Theater ); rimanendo all '85 i Kick Axe di 'Welcome to the club' ed i King Kobra di 'Ready To Strike', solo per citarne due. Meno ohohoh yeahyeahyeah e più sostanza per i miei gusti. PS: contento di vedere Nightcomer che quota questo genere! |
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Gran bel disco, ottima atmosfera, anni d'oro che avrei voluto vivere in prima persona con più coscienza... ogni volta che lo metto su faccio veramente un viaggio nel tempo. Da avere. |
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Anch'io lo ascoltavo molto all'epoca, poi però mi orientai più verso altri generi in piena ascesa (soprattutto estremi ed oscuri), senza però mai chiudere definitivamente le porte a rock e metal più melodici. Possedevo una registrazione che consumai ed in seguito mi procurai una copia in vinile. I ricordi associati a quest'album sono davvero belli ed intensi, oserei dire indimenticabili. Leggere la recensione è stato piacevole e traumatico nel medesimo tempo; piacevole per l'entusiasmo con cui è stata scritta, traumatico per tutti gli anni che sono passati! Voto 90. |
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che ricordi cazzo, fu proprio con questo disco che cominciai ad ascoltare rock e metal; un capolavoro che ancora oggi riascolto volentieri. voto 91... |
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meraviglioso basterebbe solo wanted dead or alive o raise your hands x definirlo cosi!lo metto sotto solo a new jersey! |
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che figata di album!!!!!!!!!!!! Voto: 90 |
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@Weeder: l'album con più estratti è Keep The Fait |
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Il miglior disco dei Bon Jovi, nonchè l'album che contiene le loro migliori canzoni! Livin' on a prayer, Never say goodbye, You give love a bad name sono pezzi fenomenali e suonati con grande maestria e feeling. Volevo lanciare un appello a tutti i metallari puristi che criticano gruppi come Bon Jovi, Europe, Motley Crue, Poison (descrivendo questi gruppi come buffoni, incapaci di suonare, che si basano sul look e poco sulla musica): cosa dobbiamo dire della maledetta musica commerciale che si ascolta ogni giorno in TV e in radio? Riflettete su queste parole... |
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16
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Il dfisco è bellissimo, ma io gli preferisco il successore, NEW JERSEY del 1988, dove secondo me la band toccò il suo apice assoluto (e infatti è l'album con più siongoli estratti). |
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15
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Lambruscore, scusa David! E' lui che non restituisce le cassette agli amici!!!  |
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Mah...penso che tutti siano passati dai Bon Jovi e dagli Areosmith prima di diventare metallari! |
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un album di ricordi... avevo 15 anni e tornato a casa da scuola vidi il video di You Give Love.. a Dee Jay Television - fu amore a prima vista!! poi quell'estate, prima volta in vacanza con gli amici e Wanted Dead...che imperversava tutti i giorni dagli altoparlanti del campeggio...adesso piango.. vabbè, poi sono passato velocemente al metal vero e proprio... |
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Fu il mio primo album "fuori dagli schemi". Bellissimo: lo ascolto tutt'ora con grande piacere nonostante i miei gusti siano decisamente cambiati. Una pietra miliare del rock. un 90 ci sta tutto. |
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Meno male..... perchè avevo gia' telefonato al mio avvocato.... ah ah ah ..... |
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10
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Credo si riferisse a Lambruscore  |
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8
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David ladro!  |
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7
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le cassette agli amici si rendono....hihihi... |
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6
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IMMENSO, UNICO, IRRIPETIBILE. Livin , Bad Name e Wanted sono entrate di diritto nella storia del rock.... ma Raise Your Hands , I'd die For you non sono da meno.... x Frankiss ... non sono molto d'accordo su Wild in the Streets.... è una rock'n roll song alla Springsteen secondo me veramente divertente che chiude in maniera brillante il disco... un riempitivo secondo me è Without Love, carina ma un pò banale.... e pensare che da questo disco hanno escluso un pezzo come Edge Of The Broken Heart. 100/100 ( voto politico ) |
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5
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avevo 14 anni e questo disco mi esalto' non poco all'epoca, ho ancora la cassetta orignale incul...(ehm non devo parlare male) che mi presto' un mio amico, gliela devo ancora rendere.... |
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4
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Per Andrea....precisazione sulla nota storica: esatta la tua...il >Pmrc nasce dall'idea di Tipper Gore e di altre carampane come lei....mi scuso per l'imprecisione... |
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3
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gran disco e bella recensione con un unico, trascurabile (?) appunto: nell'85 Al Gore non era il Vicepresidente degli USA, lo sarebbe diventato con Clinton svariati anni dopo, mentre all'epoca a capo della Casa Bianca c'era Reagan e il suo Vice era tale George Bush senior... |
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2
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Capolavoro!!!!!! Contiene delle vere e proprie canzoni immortali...Wanted Dead or Alive mi crea un vero e proprio delirio mentale...esagerata! Per non parlare di Let it rock, you give love. a bad name, livin' on a prayer e raise your hands! che album! |
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1
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Bella recensione davvero, grandissimo album di hard rock da cantare ..... voto condivisibile. Personalmente ho gradito di più New Jersey che ritengo il migliore dello loro discografia e senza "riempitivi". Wanted dead or Alive, leti it ock, livin' on a prayer, you give love a bad name 4 capolavori indimenticabili. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Let It Rock 2. You Give Love a Bad Name 3. Livin' on a Prayer 4. Social Disease 5. Wanted Dead or Alive 6. Raise Your Hands 7. Without Love 8. I'd Die for You 9. Never Say Goodbye 10. Wild in the Streets
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Line Up
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Jon Bon Jovi: voce solista e chitarra Richie Sambora: chitarra solista e cori David Bryan: tastiere e cori Alec John Such: basso e cori Tico Torres: batteria
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RECENSIONI |
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