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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Bon Jovi - This House is Not For Sale
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21/11/2016
( 7757 letture )
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I Bon Jovi pubblicano un nuovo full length dopo il deludente Burning Bridges, ovverosia la compilation del 2015 che racchiudeva canzoni precedentemente scritte ma mai terminate e brani completamente nuovi. Il prodotto venne realizzato solo ed esclusivamente per liberarsi dagli opprimenti obblighi contrattuali con l'ex etichetta Mercury (divenuta da tempo una semplice divisione della Island, l'attuale label della band che opera sotto la major Universal), infatti il risultato fu una sorta di agglomerato di scarti. Tralasciando le delicate questioni burocratiche che hanno portato all'uscita di Burning Bridges, esso si è fatto notare soprattutto per essere stato il primo disco senza l'apporto alla chitarra di Richie Sambora, il quale dopo l'ultimatum di Jon Bon Jovi "o dentro o fuori" ha preferito abbandonare la band per dedicare anima e corpo alla propria carriera solista. L'evento è avvenuto nel novembre 2014 quando Richie, durante la tournée dell'album What About Now e dopo ben trent'anni di lavori in studio e di tour sold out, ha deciso di farsi da parte. Perciò appare superfluo constatare che c'era enorme curiosità attorno a This Out Is Not for Sale, visto che è stato definito dallo stesso singer il primo "vero" disco del gruppo a seguito della dipartita dello storico chitarrista, inoltre era interessante capire il ruolo del suo sostituto Phil X all'interno della compagine pop/rock alla quale i nostri ci hanno abituato dal 2000 in poi e che ovviamente caratterizza anche l'ultimo lavoro.
Partiamo da una nota positiva: la cover. Una foto in bianco e nero scattata da Jerry Uelsmann che ritrae una casa radicata nel terreno; malmessa ma impassibile di fronte al passare del tempo. È indubbiamente perfetta per simboleggiare il messaggio del titolo del disco: "la casa non è in vendita", noi suoniamo perché ci piace farlo e non perché qualcuno ci obbliga. La titletrack (ma un po' tutti i testi del disco) ruotano attorno a tale concetto, inoltre la band con The Devil's in the Temple non dimentica e lancia una bella frecciata alla sua vecchia casa discografica:
Look what they've done to this house of love It's too late to turn river to blood The saviors come and gone, we're all out of time The devil's in the temple and he ain't no friend of mine
Il messaggio che deve passare è quindi chiarissimo e la titletrack in apertura ne è l'esempio lampante. Una hit non male, facile da assimilare, melodica e rockeggiante al punto giusto che in un certo senso presenta quello che sarà il ruolo dei singoli musicisti nel corso dell'album: chitarra difficilmente protagonista ma comunque utile in fase d'accompagnamento al pari delle tastiere; la sezione ritmica è perlopiù una semplice nota di contorno, mentre come da pronostico, la star delle tracce è il singer, indi ragion per cui tutti gli arrangiamenti sono calibrati in modo da sorreggere al meglio le sue stanche corde vocali, usurate dall'età e dai tanti concerti. A This Out Is Not for Sale segue un altro brano d'impatto, cioè Living with the Ghost, dove però inizia ad emergere lo strano desiderio dei Bon Jovi di emulare band rock contemporanee, in particolare qui e successivamente su New Year's Day ci sono evidenti richiami ai The Killers (da notare il bridge sui 2' e 30" ai limiti del plagio), in ogni caso lo spunto solo voce e piano prima del finale è un momento meritevole di ascolto. Knockout è il miglior pezzo dell'album, uno scatto d'orgoglio in cui funziona veramente tutto: l'interpretazione sentita del rocker, la chitarra glissata sulle strofe, i cori e le tastiere ad elevare la track e il buon ritmo scandito dalla batteria sul ritornello, quest'ultimo fortemente carico e adrenalinico. La seguente Labor of Love è una ballad raffinata ed introspettiva tanto da poter sembrare cantautoriale e ovviamente propone un Jon autentico mattatore. A questo punto crederci è lecito: vuoi vedere che i Bon Jovi sono riusciti a realizzare un album decente? Troppo presto per dirlo, anche perché Born Again Tomorrow è un pezzo controverso. La base in stile discoteca all'aperto con tanto di drop alla David Guetta rappresenta un'autentica sorpresa. Se lo scopo è quello di far ballare nulla da obiettare, ma rimane il fatto che si tratta di un episodio inaspettato e ci lascia in testa un grosso punto interrogativo. Ma i problemi veri, quelli che provocano autentici crampi addominali, devono ancora arrivare. Innanzitutto torna prepotentemente e subisce un peggioramento l'aspetto succitato di voler prendere sonorità di altri artisti senza alcun criterio logico, accorpando a sè gli influssi di qualsiasi brano radiofonico e commerciale esistente nel panorama pop/rock attuale. È così che nasce una track ai limiti della decenza (Roller Coaster) e la seguente New Year's Day non migliora di certo la situazione, ma anzi sul bridge inserito in modo totalmente casuale raggiunge livelli di patetismo preoccupanti e non basta qualche riff veloce per salvare il pezzo. La parte nella quale Jon canta I'm singing hallelujah si trasforma nella frase enunciata dagli ascoltatori al termine di tale calvario, anche perché fortunatamente la seguente The Devil's in the Temple è una lieve ripresa prima della discesa finale agli Inferi. Finalmente la strofa si diversifica dalla semplicistica base a sostegno del singer "apprezzata" finora e costruita solamente dalle tastiere e/o dalla chitarra, poiché qui subentra il contributo della sezione ritmica; infine sono ottimi lo stacco ad evidenziare la sfuriata della chitarra e il bell'accompagnamento del piano, con la conseguente lenta ripresa fino all'esplosione sul chorus finale. I brani conclusivi sono così banali, leggeri e citazionisti da risultare quasi fastidiosi. A cominciare dalla ballata da accendino Scars on This Guitar: melensa e con dei cori fuori luogo, si allinea all'immondizia musicale offertaci quotidianamente su alcune radio. E non poteva di certo mancare il sound scontatissimo e noioso dei Bon Jovi targati nuovo millennio che arriva puntualmente con God Bless This Mess: brano di rara bruttezza; ma probabilmente sono ancora peggio gli arpeggi folk/rock che Phil X propone sulla scialba canzonetta Reunion. Chiusura imbarazzante alla "volemose bene" affidata a Come On Up to Our House: brano soft perfetto per i pranzi di Natale o per decorare l'albero, ma musicalmente alquanto inutile. Se ancora non ne avete abbastanza esiste una versione deluxe dell'album contenente altri cinque brani, fra i quali compare We Don't Run (singolo di punta di Burning Bridges), la discreta All Hail the King e la sentimentale I Will Drive You Home.
Il fattore che colpisce negativamente, escludendo qualche sussulto, è la generica assenza di idee in fase compositiva: va aggiunto che sotto questo punto di vista non c'è stato un particolare sostegno da parte del fedelissimo produttore John Shanks e di Billy Falcon, entrambi coautori di alcune canzoni. I ritornelli spesso sono triti e ritriti, le strofe addirittura insignificanti, ma è pur vero che la scarsa vena creativa di This House Is Not for Sale non deve stupirci visti i recenti flop della band. Ciò che invece lascia realmente perplessi è lo svanimento sempre più tangibile di uno stile personale da parte del gruppo, col conseguente ridicolo tentativo di raccogliere a destra e a manca caratteristiche del pop/rock da classifica, prendendo in toto sia gli aspetti positivi, sia quelli negativi degli artisti sulla cresta dell'onda. Sicuramente i motivi dell'uscita di scena da parte di Richie Sambora sono altri, però il continuo inseguimento di altre sonorità già intrapreso con What About Now e la crescente mania di protagonismo del cantante a discapito dei virtuosismi e delle parti soliste di chitarra (in questo album rarissimi) potrebbero aver influito pesantemente sulla scelta finale. In ogni caso il nodo centrale della questione è che artisticamente parlando i Bon Jovi non hanno più niente da offrire al mondo della musica. Richie forse lo ha capito, speriamo che anche Jon faccia lo stesso prima di distruggere completamente l'ultimo barlume di credibilità del moniker.
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.....ma....a parte il singolo questo album e\' abbastanza piatto....allora mi piace di piu\' burning bridges....le canzoni erano piu\' omogenee....quella we dont run era davvero una bella song ma anche moltte altre rendevano come bellezza...poi e\' chiaro non sia piu\' il metal pop di un tempo.... |
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Bravo Sambora.Ma perchè sporcare un nome,una storia, tradendo così le radici?Meglio dare il rompete le righe, oppure cambiare nome e suonare quel che vuoi,anche se non hai più nulla da dire e da dare. |
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quoto max , anche a me questo disco è piaciuto e come sound l'ultimo degli house of lords gli si avvicina parecchio |
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Lo so che sarò il solo a pensarla così,ma a me è piaciuto moltissimo,
Stile molto distante dagli esordi,di hard rock c'e' pochissimo,ma trovo
Le composizioni di ottimo livello ed è suonato molto bene,Tico Torres è
il vero motore dei Bon Jovi,e lo è sempre stato. |
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morti dopo keep the faith... la dipartita di sambora ha poi mostrato chi era che metteva un minimo di idee e riff per raggiungere la sufficienza.
Una bella storia, grandi musicisti, ma come tutte le storie prima o poi si arriva al capolinea. |
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Lo dico? Lo dico, a me è piaciuto. |
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Ma perché non recensite tutta la discografia? Album come bounce e have a nice day sono molto validi e sottovalutati da tutti |
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Straquotone per laura al 30. La penso esattamente come te. |
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Ma perché non recensite tutta la discografia? Album come bounce e have a nice day sono molto validi |
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Argo, il tempo passa inesorabilmente per loro come per noi... A volte penso che il trasporto provato con le loro canzoni fosse anche legato alla mia età e che ora riascoltando quelle canzoni il mio cervello riviva una sorta di ritorno alla giovinezza che dà ancora sussulti emotivi. Ora sono più severa nell'ascolto e la tecnica, le sonorità, gli arrangiamenti prendono il sopravvento sul semplice piacere. Una cosa non mi dovevano fare... Non dovevano cercare di emulare altri gruppi. Lo stile di una band deve rimanere, almeno come background, sempre. Questo si aspetta chi ama quella band. |
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Ho visto di recente una foto di Jon... mamma mia che vecchietto che è diventato... |
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Me li voglio ricordare com'erano 15 anni fa... |
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Chi è che ha scritto che "in these arms" è' brutta buhauhauha ma sei sordo ? E che il disco keep the faith ha soli 6/7 pezzi buoni ? Ma ce la fai ? quel disco a livello di canzoni arrangiamenti ispirazione era clamoroso. Per il resto da these days in avanti sono diventati patetici ma prima...tanta roba |
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Ricordate il best del '94? Restarono addirittura escluse perle come Born to be my baby, Wild is the wind, Stick to your guns, Homebound train, I'd die for you, Love for sale, Love is war, I believe... Praticamente, con i pezzi "scartati" si poteva e si può ancora fare un altro best! Mettendo invece insieme tutti gli album da Crush in poi, si farebbe fatica a mettere insieme una selezione di 10 pezzi decenti! Ecco la differenza tra ciò che erano e ciò che sono diventati i BJ. |
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secondo me sono super anche NEW Jersey e Keep the faith |
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Galilee,a me il genere piace (Crüe,L.A. Guns, guns n roses,Faster pussycat sono grandissime band), Slippery è un grande disco,xró se senti la differenza con i primi 2 è abissale... che dici,tutta farina del loro sacco? Nn credo.... I dischi di Bj li ho sentiti fino a Bounce ma l'unico che considero super è Slippery |
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Vabbè ma credo che nessuno ormai si aspetti un prodotto decente dai Bon Jovi, band finita e strafinita da venti anni, dedita oramai a un rockettino innocuo per giovincelle. I Bon Jovi di una volta erano enormi, hanno sfornato tanti e tanti capolavori con le palle, almeno fino a These Days, che resta il loro ultimi ottimo lavoro, meno bello dei precedenti e più paraculo, ma sempre di qualità... dopodiché il nulla totale. |
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@Galilee: anche These Days è stato un ottimo album, molto intimista |
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@Mulo: No, Mulo, semplicemente nel 2016 nessun artista blasonato è interessato a fare un disco di ottima fattura, tanto sa che non venderà un cavolo.. Quindi diventa solo un pretesto per andare in tour..e comunque, di tutti gli album dei Bon Jovi, cioè significa in 200/300 canzoni, Child ne ha co-scritte insieme a loro 20..quindi non diciamo cose senza senso, please |
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Non si è capito che non ti piace il genere eh eh... Comunque i dischi di Bon Jovi non sono solo fatti di singoli. I primi 4/5 sono belli dalla prima all'ultima song. Poi se vogliamo parlare di songwriting in generale, come se la band non fosse in grado di scriversi canzoni, nel primo è in Keep the Faith, i miei preferiti, Child si vede ben poco. |
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Si sta solo dimostrano quello che è.... un tempo c'erano Child e altri a sistemare le cose (nelle più grandi hit di bj c'è Child guardacaso)ecco i risultati... |
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Io sono tra quelli che, più per rispetto per il loro passato che per altro, hanno sempre difeso i Bon Jovi dalle critiche scaturite negli ultimi dieci/quindici anni. Ma stavolta non so proprio quali argomenti usare a loro difesa e la cosa mi amareggia moltissimo. What About Now mi aveva deluso più di The Circle, ma questo THINFS è davvero una cagata pazzesca (per citare Fantozzi)! Ma che roba è?! Io non dico che bisogna fare sempre lo stesso disco, magari uguale a quello di maggior successo, ma almeno il tuo sound, il tuo stile devi conservarlo, devi quantomeno preservare la tua identità. Se facessi sentire ad uno che non ha mai sentito niente dei BJ questo album e, ad esempio, New Jersey (secondo me il vero capolavoro della band, soprattutto nella versione doppia), penserebbe sicuramente di trovarsi di fronte a due diverse band! A tratti ho l'impressione di ascoltare un album di una boy band, con quei suoni infantili e imbarazzanti. Non c'è più alcuna traccia di Rock, Jon sta facendo di tutto per cancellare il glorioso passato. Dico, provate a riascoltare These Days: perfino uno che di musica non capisce un cazzo noterebbe l'abissale differenza di suono, atmosfere, testi, potenza (in senso lato) tra quei BJ e questi. Perché in definitiva di questo si tratta, di due band completamente diverse! Sono passati rispettivamente 30, 28, 24 e 21 anni dalla pubblicazione dei quattro album fondamentali della band, ma nonostante tutto è sempre un piacere, per non dire una goduria, ascoltarli, ancora oggi. Questo THINFS è invece semplicemente irritante, l'ho ascoltato un paio di volte (la seconda giusto per dargli un'altra opportunità - e ho acquistato, come sempre, la versione deluxe) e già non voglio più nemmeno vederlo come semplice oggetto! Il mio voto? N.C.. Anzi, voglio che faccia media: 1! |
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Non male, se non sbaglio son già sei, sette singoli?Bon Jovi non si tocca! |
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lo sto desisamente rivalutando con gli ascolti. I difetti restano evidenti, ma nella musica "commerciale" da ascoltare mentre si fa altro ha un sua dignità. Gli do un 75 |
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Idem.... ci avevo sperato e creduto da quello che diceva Jon e dalla pubblicità che gli ha fatto. Jon ha avuto il coraggio di dire che se vi piace These Days e HAND allora vi piacerà anche questo... ma dove???? quest'album a parte 2 brani (Labor e The Devils) fa vomitare. Sono scesi davvero in basso. Il problema come ha detto qualcuno è alla base, ossia Jon e Shanks. |
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A mio parere Burning B. era un album per niente male, con un sound meno pompato che è il maggior limite dei BJ. Su questo preferisco le ballate e i mid tempo, la prima parte, quella più rock, mi convince meno sempre per questa produzione eccessivamente patinata. Menzione per la title track che è davvero un super singolo. |
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ho sentito tre pezzi che girano in radio, e sono tre ottimi prodotti a mio parere. Ascoltero' per curiosita' il resto.. forse si e' stati un po' troppo critici stavolta? |
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Una cagata pazzesca .... ormai da 20 anni non fanno piu del sano Rock ... ma canzonette da zecchino d oro .... FINITI . |
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Si, quel keep the Faith. Per me il loro miglior disco, maturo, più autoriale e meno boombastico. |
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Vado controtendenza. Grazie alle bonus tracks della versione deluxe, l'album rimane un discreto prodotto con alcuni picchi e purtroppo almeno due o tre baratri. Nel complesso è l'album miglliore che scrivono da Have a nice day. E Keep the faith, per me, è l'utlimo capolvoro della band. |
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Intendi quel Keep the faith contenente "capolavori"come In these arms (pezzo di una bruttezza imbarazzante,iper-banale e fastidioso nella sua smielatezza)? Dai x una buona Dry county ce ne sono 6 o 7 da buttare.....Il top della loro produzione è Slippery che x quanto artefatto e costruito a tavolino contiene pezzi di memorabile (e potente oso dire) arena-rock da urlare negli stadi. |
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Ah, quoto il recensore, anche se non ho ascoltato tutto il disco. 4 canzoni mi sono bastate. |
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Dall'88 vivono di rendita? Si è gli AC/DC dal 78.....Non direi proprio anzi, il loro miglior disco l'ha sfornato nel 92, almeno per i miei gusti più blues ,e country e meno pop rock. |
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6
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Recensione assolutamente condivisibile e ben scritta (per me rimane un buon disco) ma un unico appunto: le motivazioni dell'abbandono di Richie non c'entrano nulla con lo stile adottato negli ultimi anni o alla presunta qualità inferiore rispetto al passato. Richie è andato via per altri motivi che sono stati detti e stra detti mille volte, per cui è molto esagerato credere che abbia capito l'andazzo e per questo sia stato facilitato nell'andar via. Prima che comincino ad arrivare i commenti del "Jon senza Richie non vai da nessuna parte" inviterei ad ascoltare gli ultimi dischi con Richie per capire bene che il problema è alla base. Con o senza Richie. |
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5
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Sambora o meno,campano di rendita dal 1988... Poi grazie all'immagine di John e grazie a ballate strappalacrime in rotazione su mtv sono arrivati ad allungare la brodaglia fin'ora... X me band con poco talento proprio. |
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4
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Seguivo i bon jovi agli inizi di carriera, per intenderci i primi tre album. Era pur sempre un godibile hard rock fatto con un po di buon senso e senza proprio svendersi. Non li ho più seguiti da allora ma quello che mi ha sorpreso sono le parole del recensore nelle ultime due righe della review e cioè : prima di distruggere completamente l'ultimo barlume di credibilità del moniker. Ammiro la sincerità del recensore ma vuol anche dire che è veramente a livelli bassissimi la qualità del disco. Peccato. |
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3
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Jon ,se non riprendi a bordo Sambora, sei destinato al naufragio. |
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2
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è da un bel po' che non azzeccano un disco come si deve. diciamo che è il pretesto per un tour |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. This House Is Not for Sale 2. Living with the Ghost 3. Knockout 4. Labor of Love 5. Born Again Tomorrow 6. Roller Coaster 7. New Year's Day 8. The Devil's in the Temple 9. Scars on This Guitar 10. God Bless This Mess 11. Reunion 12. Come On Up to Our House
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Line Up
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Jon Bon Jovi (Voce) Phil X (Chitarra, Cori) David Bryan (Tastiera, Pianoforte, Cori) Hugh McDonald (Basso, Cori) Tico Torres (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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