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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 6596 letture )
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Immaginatemi diviso in due parti. Non importa se busto e testa da una parte e gambe dall’altra, oppure parte destra e parte sinistra, l’importante è che mi immaginate diviso a metà. Alla notizia dell’uscita del nuovo album dei Finntroll una parte di me sperava in un ritorno alle sonorità danzerecce e ironiche di Nattfodd, l’altra voleva invece che i nostri continuassero sulla scia del precedente Ur Jordens Djup, ovvero con un sound più oscuro e vicino a un certo tipo di black metal. Tempo pochi giorni ed iniziano a circolare tracklist e copertina sulla web: 12 tracce per i miei gusti son sempre troppe e la copertina di Nifelvind ricorda parecchio l’album del 2004 per via della “cornice”: la curiosità aumenta e la voglia di scoprire come suonano i Finntroll nel 2010 è sempre più forte. Passano altri giorni e finalmente ho la possibilità di avere l’album tra le mani e, dopo parecchi ascolti -diurni e notturni-, posso affermare che entrambe le parti di Fabrizio sono rimaste soddisfatte, essendo la nuova fatica un buon mix tra l’album che li ha resi famosi, in particolare grazie alla canzone Trollhammaren, e il seguente -ed in un certo senso inconsueto- Ur Jordens Djup.
Dopo il “solito” (e per quanto mi concerne inutile) intro a base di rumori naturalistici, parte la bellissima Solsagan, perfetta nello stabilire le coordinate stilistiche per il proseguo dell’album, ricca di influenze “black metal” e dotata di un vigoroso drumming ad opera di Beast Dominator: parti furiose che si alternano a cori e ritmi decisamente divertenti che sono sicuro faranno saltare in sede live anche i metallari più seriosi. La seguente Den Frusna Munnen è meno aggressiva e forse meno ispirata dell’opener, pur avendo una strofa facile da memorizzare fin dal primo ascolto. Molto meglio la terza in scaletta, Ett Norrskensdåd, con i suoi simpatici strumenti a fiato che donano al brano un non so che di gitano, ricordando la spensieratezza tipica dei Trollfest. I Trdens Sång ci riporta al sound quasi primitivo del debutto Midnattens Widunder: la traccia, in cui l’aspetto troll-esco viene facilmente a galla, è veloce, cupa e dannatamente efficace. Tiden Utan Tid alterna ritmi tribali a sfuriate di doppia cassa e urla furiose del bravo Vreth, in quello che forse è il brano più completo a livello compositivo, dove i Finntroll mostrano -se mai ce ne fosse ancora bisogno- che la propria capacità di unire folk metal, orchestrazioni ed influenze di generi estremi, è praticamente unica al mondo. Quella che segue è una bellissima ballata folkish dal titolo Galgasång: immaginate i nostri sei musicisti intorno ad un falò nel bel mezzo di una foresta tra fiumi di alcool e chitarre strimpellanti; questo è quello che ho “visto” ascoltando le melodie malinconiche della canzone, in una visone che ben si addice al mondo fantastico descritto dai finlandesi. Si torna a spingere sul pedale dell’acceleratore con Mot Skuggornas Värld ed i suoi ritmi humppa che impazzano dopo un inizio decisamente orchestrale. Ma il meglio deve ancora arrivare e si chiama Under Bergets Rot: brano perfetto per ballare di notte ululando alla luna tra ritmi animaleschi travolgenti e sonorità ancora una volta gitane; una canzone che sicuramente farà parte della scaletta del PaganFest, festival itinerante dove i Finntroll saranno inclusi quali headliner. Peccato per l’accostamento infelice che vede la bella Under Bergets Rot limitrofa alla (più) debole e priva di mordente Fonfamnad. Nifelvind è chiuso da Dråp che con i suoi 7 minuti risulta essere la canzone più lunga mai composta dai sei troll finnici, alternando umori differenti senza però riuscire a colpire più di tanto nel segno. C’è spazio anche per una bonus track, ovvero la già citata Under Bergets Rot per l’occasione rinominata Under Dvrgens Fot che, arrangiata in maniera diversa, perde parte della sua forza principale, ovvero il ritmo incalzante.
Ciò che rimane dell’ascolto è la sensazione che i Finntroll abbiamo tirato fuori un album sicuramente valido e ben fatto, forse un pelino troppo lungo e con un paio di canzoni non esaltanti, ma comunque in grado di soddisfare sia chi intende il folk metal come occasione di festa, sia chi vive tale genere come una cosa più “seria” e vicina ad uno stile di vita. Recentemente ho letto un’intervista in cui il buon Vreth rinnega l’album che li ha resi famosi, quasi a voler voltare pagina e dimenticare ciò che dal 2004 al 2007 hanno potuto realizzare proprio grazie alla popolarità raggiunta; fa strano leggere quelle dichiarazioni mentre le casse sputano fuori i brani di questo Nifelvind che molto deve proprio a Nattfodd, recuperando in parte l’ironia che lo caratterizzava e che nel precedente Ur Jordens Djup sembrava andata perduta. Alla fine Vreth può dire quello che vuole: a noi ascoltatori basta avere nel lettore un CD bello come questo, in grado di farci vivere l’emozione di essere avvolti dalle fredde foreste nordiche abitate da creature oscure ma in fondo buffe… proprio come i troll.
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10
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Più lo ascolto (a distanza di due anni) e piuù mi prende, grandi Finntroll!!!  |
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9
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I finntroll continuano a non smentirsi e a regalarci perle di album uno dopo l'altro... voto 90 (per me uno degli album migliori dei finntroll  |
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8
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No no per me il voto è basso un 85 qui ci sta tutto, un grande album. D'altronde Henri "Trollhorn" Sorvali è una garanzia!!! |
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7
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Beh, insomma a mio modesto parere merita più di un misero 77 (che poi tanto misero non è ) Solsagan, Tiden Utan Tid, Galgasång e Under Bergets Rot sono canzoni fantastiche, a mio parere quest'album merita un bel 87, come il precedente Ur Jordens Djup. |
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6
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Mamma mia Solsagan è una delle mie track preferite di folk metal. Questo Blackned folk metal mi fa impazzire! 80! |
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5
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Personalmente forse il voto è un pò altino...io sono sul 70. Le belle canzoni ci sono,e sicuramente questo disco mi è piaciuto più del precedente,però....c'è un non so che di già sentito che mi fa preferire i due loro capolavori,ovvero Jaktens Tid e Natfodd... |
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4
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Personalmente forse il voto è un pò altino...io sono sul 70. Le belle canzoni ci sono,e sicuramente questo disco mi è piaciuto più del precedente,però....c'è un non so che di già sentito che mi fa preferire i due loro capolavori,ovvero Jaktens Tid e Natfodd... |
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3
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@zerba: fabrizio e a quanto pare sì, abbiamo gusti diversi! @rossmetal65: è una sensazione che ho avuto anche io, in alcuni momenti sembra di essere con loro ad una festa casinara in mezzo alle foreste  |
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2
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mah, io e te Filippo abbiamo una visione diversa per quanto riguarda il folk: preferisco quello degli Eluveitie. Nifelvind: voto 65 |
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Qui,invece,con il recensore mi trovo perfettamente in sintonia.Buono,veramente buono,questo nuovo lavoro dei Finntroll.Ascoltandoli non si ha l'idea di trovarsi in mezzo ad un bosco a cartoni animati,pieno di creature molto particolari?!? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blodmarsch (Intro) 2. Solsagan 3. Den Frusna Munnen 4. Ett Norrskensdåd 5. I Trädens Sång 6. Tiden Utan Tid 7. Galgasång 8. Mot Skuggornas Värld 9. Under Bergets Rot 10. Fornfamnad 11. Dråp 12. Under Dvrgens Fot (bonus track)
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Line Up
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Vreth (Voce) Routa (Chitarra) Skrymer (Chitarra) Trollhorn (Tastiera) Virta (Tastiera) Tundra (Basso) Beast Dominator (Batteria)
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