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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Helevorn - Fothcoming Displeasures
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( 3499 letture )
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Senza un’anima saremmo solo macchine…
Non sono certo che le parole siano proprio queste, ma il messaggio che veicola una recente pubblicità di automobili Italiane è chiarissimo; se poi a dirlo è Uma Thurman la questione è sicuramente molto più interessante... Com’è possibile distinguere tra una seppur buona produzione ed un capolavoro? Quando è possibile definire un opera Arte e quando invece no? La risposta a tutto sta nell’anima delle cose, nella capacità di trasmettere i suoi contenuti senza necessità di aggiungere altro, senza il bisogno di spiegazioni o sottotitoli; l’arte in sé parla da sola. Purtroppo però nel momento in cui l’arte perde la sua nobiltà – e questo nella storia è accaduto a fronte di diversi motivi – si ha un imbastardimento degli ideali ed un consequenziale abbassamento degli standard qualitativi che - detto in termini meno impegnativi - si può sintetizzare con una semplice parola di uso comune: commercializzazione!
Tutta questa prefazione introduce perfettamente la musica degli Helevorn, giovane formazione proveniente dalle isole baleari, che col presente Forthcoming Displeasures non aggiunge proprio nulla al già affollatissimo panorama gothic/doom mondiale; la band ci propina infatti un lavoro che ricalca pedissequamente ogni cliché tipico del genere, senza un minimo accenno alla personalità. Prendete un classico dei Paradise Lost come Gothic, unitelo alle cose più commerciali degli Swallow the Sun e Mourning Beloveth - per non parlare poi dello spettro dei Metallica che aleggia sulla testa dell’ignaro vocalist - ed avrete un lavoro completo, omogeneo ma decisamente superfluo ed impersonale. Tra le citazioni obbligate non potevano non esserci gli immancabili Katatonia, i quali vengono tributati ripetutamente durante i 50 minuti abbondanti di questo lavoro, venendo addirittura plagiati senza mezzi termini sulla quinta Revelations.
Di certo non mancano momenti molto interessanti come in Two Voices Surrounding, la quale si lascia ricordare per un riuscitissimo ritornello in clean vocals davvero travolgente ed ammaliante. Eccezion fatta per questo picco qualitativo, sprazzi di ispirazione riescono a trapelare dalle note di questo Forthcoming Displeasures solo a tratti, lasciano purtroppo lo spazio ad un continuo gioco di citazioni/plagi/influenze, che sin dall’iniziale From Our Glorious Days ci guida per l’intero lavoro. La sesta Hopeless Truth, è all’inizio lentissima e potente per poi diventare successivamente più articolata, ed ha il merito di riuscire ad equilibrare sapientemente clean vocals con tempi molto dilatati, aprendo interessanti scenari per lo sviluppo del suono di questi giovani spagnoli, nonostante parecchi aspetti rimangano decisamente migliorabili. Yellow si apre in modo pressoché identico alla quarta traccia, aggiungendo alla lunga lista di crimini perpetrati da questi sei musicisti anche l’efferato reato dell’autoreferenzialità che – soprattutto per una band al suo secondo lavoro – risulta particolarmente grave ed inammissibile.
La sonnolenta On Shores ha l’ingrato compito di chiudere questo lavoro che, nonostante i rari sprazzi di qualità, non gode di luce propria e stenta dunque a brillare nel grigiore dominante della scena gothic/doom. Se non sapranno evolvere quel che di buono c’è in loro, dubito che sentiremo ancora parlare degli Helevorn.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - From Our Glorious Days 2 - Descent 3 - Two Voices Surrounding 4 - To Bleed not to Suffer 5 - Revelations 6 - Hopeless Truth 7 - Yellow 8 - On Shores (Of a Dying Sea)
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Line Up
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Josep Brunet (voce) Samuel Morales (chitarra) Sandro Vizcaíno (chitarra) Enrique Sierra (tastiera) Toni Mainez (basso) Xavi Gil (batteria)
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