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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Shadows` Grey - Bonjour Tristesse
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( 3333 letture )
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Chi seguisse le mie recensioni da tempo saprebbe che spesso io possa dare l'impressione di mal sopportare i gruppi che, per la sola ragione di annoverare tra le proprie fila una cantante donna agghindata in un certo modo, vengano inseriti nel filone gothic. Il mio non è un accanimento programmatico o tendenzioso, è piuttosto un risentimento che gruppi quali gli Shadows' Grey contribuiscono ad accrescere in me per una serie di motivi che andrò ad elencare. Melancholic Gothic Metal with progressive Elements, questo il biglietto da visita degli austriaci, qua al debutto dopo l'amazing success (testuali parole) del loro primo demo a nome Scargod. La partenza non è delle migliori, vero? Non posso darvi torto, e allora via, senza perdere ulteriore tempo, verso la classifica dei cinque motivi per cui non spendere i propri soldi per Bonjour Tristesse.
Numero 5: le voci.
Il debutto degli Shadows' Grey si avvale della consueta alternanza tra voce femminile e maschile. Ora, Martina Penzenauer se la cava dignitosamente, asettica come una camera iperbarica ma tecnicamente preparata. Certo, pensasse meno ad imitare la Den Adel saremmo tutti più contenti, ma tant'è. La controparte maschile, invece, arranca faticosamente verso una propria identità stabile e riconoscibile: sul fronte più cattivo rincorre un'emulazione del Ribeiro periodo Wolfheart, su quello più tranquillo sembra la copia di un cantante uscito da un qualsiasi gruppetto pop inglese. Scarsa nell'interpretazione e nel trasporto trova qualche ragione d'essere nei duetti, mentre imbarazza per banalità nelle parti soliste.
Numero 4: i testi.
I testi meriterebbero una posizione più alta in questa classifica ma dato che storicamente per l'ascoltatore medio essi rappresentano l'ultima ruota del carro ho deciso di riservar loro questa, comunque indignitosissima, collocazione. Purtroppo, quando dall'ascolto riesco a discernere per bene le parole non ce la faccio ad estraniarle dal contesto; di conseguenza quando le (poche) idee musicali buone contenute (riff o linee melodiche) sono stuprate da testi ridicoli, banali, scritti da persone adulte e (suppongo) vaccinate con la sensibilità di un quattordicenne, tutta la bontà faticosamente raggiunta viene meno. Immaginatevi, a tal proposito, una canzone dal titolo Love Is Suicide; ora immaginatevi una dolce intro di chitarra acustica sfociare in un bel riff doom; ora manca solo una bella voce soave ed angelica, ok abbiamo anche questa. Ma, aspettate un attimo, ora subentra la voce maschile che... come???? I don’t need your shit / I’ll just quit. Commossi? Pure io.
Numero 3: originalità.
Come avrete già intuito dal discorso voci, l'originalità generale del lavoro è prossima allo zero. Bonjour Tristesse è un campionario di clichès e scopiazzature. Dagli arrangiamenti alle prove vocali, dai suoni all'iconografia è tutto un rimando a situazioni già vissute, a musica già concepita e suonata, e pure meglio. Chiaro, la straclassica quiete-tempesta eretta dal gioco di contrasti tra chitarra acustica e chitarra distorta, così come i toccanti giri di pianoforte o i crescendo d'archi tastieristici funzionano ancora ma se non si riesce ad affrancare il proprio lavoro con un minimo di personalità allora si finisce per ritrovarsi tra le mani un disco dal carisma degno di un leader del centro-sinistra italiano (il che è proprio tutto dire).
Numero 2: manca sempre qualcosa.
Il disco qualche momento buono lo possiede anche, le canzoni in virtù degli sbandierati progressive elements sono sufficientemente varie e non eccessivamente legate agli schemi strofa-ritornello strofa- ritornello; il lavoro chitarristico è ispirato (qualche assolo è invero ficcante) e gli arrangiamenti, pur dilettantistici, reggono bene il gioco. E' che si percepisce quella sensazione per cui manchi sempre qualcosa: gli manca qualcosa per spiccare sulle realtà che lo affiancano e non dar l'impressione di un monotono calderone fatto di esemplari molto simili tra loro. Mancano indizi di modernità che lo distinguano dalle uscite storiche del genere. Mancano forse iniziative personali coraggiose, che alterino lo schema con nuove ibridazioni. Mancano freschezza e brillantezza, e rimane solo una rigida (e spesso mal interpretata) fedeltà ai canoni tradizionali.
Numero 1: è un inganno.
Certo, come chiamereste voi un prodotto spacciato per un qualcosa che non è? Bene, Bonjour Tristesse ci viene presentato come “melancholic gothic metal”. Ora, il petto della cantante e l'eyeliner del chitarrista non sono gothic; titoli da depressi e arrangiamenti melodrammatici non sono gothic. Questo non è gothic, diamine, gothic è prima di tutto un'attitudine dell'anima, una predisposizione dettata da un certo tipo di sensibilità impossibile da contenere e che pervade e travolge ogni solco del disco; qui, invece, ci sono solo patetici espedienti che contribuiscono alla perdita di credibilità di un genere e di un movimento intero. Vogliate dunque perdonarmi lo sfogo – già vi sento: se non ti piace il genere lascia perdere! - ma anche a voler prescindere da questi miei capricci tassonomici ci troviamo comunque di fronte ad un disco di debutto carente sotto ogni punto di vista, noioso e senza la minima goccia di appeal. Non vi ci chiuderete in bagno per aiutarvi a piangere, né vi scalderà il cuore in queste dure notti d'inverno. Bonjour Tristesse è insulso, senza caratterizzazione, senza anima. Ma ora basta, di motivi per starne alla larga ve ne ho già dati abbastanza.
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11
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Mamma mia che mattonata! Ridicolo il video di Gone! |
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10
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Premessa: nonostante l'Ep della mia band (i Frozen Caress) sia stato aspramente criticato dal recensore in questione, non sarò così beceramente ignorante da scrivere qui per "condannarlo", seppur lui temesse questo. In primis perchè ha ragione su molti fronti. E poi sono l'unico elemento che ha salvato, sarei una brutta persona. Detto questo, gli Shadow's Grey fanno cagare ma prima di giudicare voglio capire quale disco dei Theatres De Vampires è stato recensito bene, perchè a parte "Pleasure and Pain" anche loro sono un bell'insulto a base di testi idioti e parti vocali da cagna arrapata. |
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9
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Allora mi scuso per l'impertinenza |
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8
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Dai Sabbra, allora continua a darci fiducia, no? |
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7
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Caro il mio Autumn io i dischi li ho sempre comprati coi miei soldi ne avrò un migliaio e vanno dai Survivor ai Dimmu Borgir passando dai Rammstein, il primo nel 1980 e tanti li ho comprati senza averli mai sentiti, alcuni erano dei pacchi altri dei capolavori, qualcuno l' ho comprato dopo aver letto la recensione qualcuno seguendo il mio fiuto che mi ha portato ai tempi a scoprire tanti gruppi che il recensore di turno aveva stroncato. Detto questo ho sentito su myspace i Shadows’ Grey e......fanno veramente cag... |
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6
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A parte che le recensioni di "questi" dischi sono tutte uguali quando i dischi sono come "questo", mi piacerebbe discutere con te, ma anche con chiunque abbia voglia di farlo (non è polemico, anzi costruttivo...) sul concetto di gothic. No perché io, alla veneranda età di 36 anni, ho già sentito almeno 1000 definizioni diverse di cui, tra le migliori, c'è quella che fornisce Autumn (anche) in questa recensione. |
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5
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Su Sabbra, dovresti ringraziarmi dei soldi che ti sto facendo risparmiare per questo disco. Ah, ma forse tu l'avresti scaricato. Comunque, su questo sito puoi trovare fior fiore di recensioni che contraddicono la tua tesi, vedi per esempio quelle dei theatres des vampires. |
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4
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@SabbraCadabra: e il fatto di non averli neanche mai sentiti non è un preconcetto o, peggio ancora, un pregiudizio? |
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3
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Le recensioni di questi dischi sono tutte uguali, basta che la cantante sia una donna e fanno schifo a prescindere, un pò meno preconcetti sarebbero bene accetti.Io questi non li ho sentiti ma dubito che facciano+ pena degli ultimi Iron Maiden o dei Metallica. Tarja coi Nightwish, Epica, Within Temptation ,Diablo Swing etc etc sono grandi gruppi che hanno dato una sferzata di novità al nostro caro Heavy Metal. Se poi x Gothic intendiamo Paradise Lost e My Dying Bride meglio Al Bano e Romina...... |
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2
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Non ho ascoltato il disco ma quoto con il sangue la prima parte della rece, anche se credo che ormai sia battaglia persa. Donzella dietro al microfono + look simil gothic studiato a tavolino = Gothic Metal. Avvilente. |
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1
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Recensione ben scritta =) Il disco a quanto pare no  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cold 2. I search for your hand 3. Hurt 4. Gone 5. Worlds collapse 6. Promise 7. Broken 8. Lust 9. Love is suicide 10. Farewell 11. Unlike 12. Scargod
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Line Up
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Martin Moser - bass,vocals,prog Dominik Sebastian - guitar,prog Martina Penzenauer - vocals Albert Gruber - vocals
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RECENSIONI |
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