|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Scars On Broadway - Scars On Broadway
|
( 5266 letture )
|
Non ho molto apprezzato le ultime due fatiche discografiche dei System Of A Down (Mesmerize ed in particolare Hypnotize), giudicandole nettamente inferiori alla stratosferica qualità dei primi due dischi (System Of A Down e l’impressionante Toxiticy). Il trend negativo si era, peraltro, già palesato nel terzo lavoro in studio con lo scialbo Steal This Album!, ma sinceramente visto tutto il battage pubblicitario intorno ai due platter summenzionati la delusione all’epoca fu per me davvero tanta. Ritenni, quindi, più che mai opportuna la decisione di prendersi una lunga pausa di riflessione nella speranza che quella grandissima vena creativa che aveva contraddistinto nei primi anni di attività della band i due leader Serj Tankian e Daron Malakian potesse miracolosamente ritornare. Tankian nel 2007 ha realizzato un confortante e promettente disco intitolato Elect The Dead, mentre Daron Malakian l’anno successivo ha dato in pasto ai suoi fan affamati di musica Scars On Broadway dell’omonima band nella quale milita anche il batterista John Dolmayan, anch’egli nei System Of A Down.
Purtroppo basta poco per capire che non si tratta di un lavoro di spicco e mi riesce davvero difficile capire con quale criterio le peggiori canzoni del full lenght (le scialbe Serious e Funny) siano state messe addirittura per prime: veramente un mistero! Le quotazioni dell’album si alzano con l’esplosiva Exploding/Reloading grazie anche al suono della tastiera e con la dirompente Stoner-Hate che avrebbe ben figurato in uno degli ultimi lavori dei System Of A Down. L’ascolto prosegue tra alti e bassi clamorosi: apprezzabili Cute Machine (munita di un acido riffing e di una batteria travolgente), Whoring Streets (dall’andamento melodico con una prestazione alla voce di Malakian da brividi) e la conclusiva They Say (gran ritmo che si potrebbe classificare garage/punk); discreto nel complesso la suadente ed orecchiabile Insane, l’hard rock di World Long Gone (impreziosita da un leggero pianoforte) ed intrigante l’andamento celtico di Enemy; meno convincenti Kill Each Other/Live Forever (dotata di un insignificante refrain che finisce per rovinare un deciso ritmo portante), Babylon (davvero troppo attestata al passato), Universe (il cui incedere è eccessivamente banale), mentre si tocca il fondo con la cibernetica Chemicals e l’esageratamente catchy 3005.
Le dichiarazioni di Malakian prima dell’uscita del disco sostenevano la tesi che la musica proposta sarebbe stata diversa con un proprio stile prendendo le distanze da quello dei System Of A Down: mah! Non solo non riscontro differenze sostanziali, ma addirittura debbo rimarcare una caduta verticale sotto il profilo creativo e a questo punto la questione comincia ad essere piuttosto preoccupante. Speriamo bene per il futuro!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
Un 65-70 per me lo vale, sicuro c'è più di una traccia da skippare a prescindere dai gusti ma qualcosa di buono c'è, tipo
"Serious". A me piace, ha un bel tiro. Opinione di molti che sia messa in apertura a volersi levare subito un dente "you're gonna make me delirious because you're too serious for me" a pensar male si intuisce a chi sia rivolto... o no? |
|
|
|
|
|
|
7
|
Sottoscrivo la recensione. Bella delusione. Può anche piaciucchiare ai primi ascolti, ma poi l'orecchiabilità dei pezzi si trasforma in noia. Resta un gran bel pezzo Whoring Street, che è anche l'unico in cui Malakian canta davvero bene. In ogni caso un lavoro sotto il 60. |
|
|
|
|
|
|
6
|
mah...io sto album all epoca l ho ascoltato molto ed apprezzato...la pecca è rappresentata dai troppi pezzi con alcuni riempitivi...per il resto non capisco tutta l avversione generale a questo disco...voto 70 |
|
|
|
|
|
|
5
|
Personalmente lo trovo inferiore anche al secondo disco di Serj, magari però è superiore a l'EP Imperfect Remixes! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Logicamente, questo lavoro, è il peggiore di tutti quelli scritti da Daron, poche cose si salvano in questo disco e logicamente non puoi tirar fuori un disco con dei pezzi che non sono realmente all'altezza, però tengo a precisare alcune cose: A parer mio, questo disco è migliore del secondo cd di Serj Tankian. Come detto in questa recensione, non è completamente da buttare e anzi, trovo oltre alle solite canzoni citate, Whoring Streets veramente bella, Ultima cosa, di cui non mi trovo daccordo con questa recensione, è il giudizio dato su Kill each other/live forever. Lo so che sono gusti, ma a me quella canzone piace parecchio! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Se prendessimo in esame solo i pezzi accettabili ignorando quelli funesti potrebbe venir fuori forse un EP decente. Vergognosa, in particolare, Chemicals dove Malakian tenta addirittura di emulare Tankian con risultati mostruosamente ripugnanti... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Concordo. Da Malakian ci si aspettava di più, e alla fine di questo disco resta poco. Anche se a me il video di World Long Gone mette tuttora i brividi. |
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Serious 2. Funny 3. Exploding/Reloading 4. Stoner-Hate 5. Insane 6. World Long Gone 7. Kill Each Other/Live Forever 8. Babylon 9. Chemicals 10. Enemy 11. Universe 12. 3005 13. Cute Machines 14. Whoring Streets 15. They Say
|
|
Line Up
|
Daron Malakian - voce, chitarre, basso, tastiere John Dolmayan - batteria, percussioni
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|