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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lock Up - Necropolis Transparent
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( 4459 letture )
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“Permesso, passa la storia”.
Ci sono voluti ben nove anni per rivedere all’opera queste vecchie carogne, ma ne è valsa la pena. Poche parole, in modo tale che chi conosce la band di cui si parla e chi ne ignora l’esistenza (pentitevi subito, peccatori) ma adora il grind in tutte le sue possibili coniugazioni, non avrà la necessità di perdersi nella recensione del nuovo album. Coloro i quali già apprezzano l’oggetto del contendere non hanno scelta, devono proiettarsi, precipitarsi, fiondarsi verso Necropolis Transparent come avvoltoi su di una carcassa. Non ci sono alternative, trattasi di sopravvivenza grind-auricolare, una particolare forma di dipendenza che ha colpito da anni anche il sottoscritto.
Tutti gli altri, invece, possono proseguire nella lettura. Questo disco segna il ritorno di Tomas ‘Tompa’ Lindberg, dopo la parentesi che nel precedente album ha visto la collaborazione -per le linee vocali- di un altro grande personaggio, Peter Tägtgren (peraltro ospite anche in questo lavoro). Il cantante degli At The Gates pare non invecchiare mai, basta evitare di guardarlo senza cappello. Ascoltarlo attraverso le sue urla lancinanti è un piacere che accompagna da anni flotte di capelluti intransigenti, è un toccasana che ne sconquassa l’apparato emozionale, facendo defluire tutta la rabbia che lo inquina. Shane Embury è la storia -in molti chili- del grind, dall’inizio ad oggi. Nick Barker -altro diversamente magro del gruppo- è il batterista estremo che chiunque vorrebbe avere: basta farlo sedere di fronte a rullante e cassa, al resto pensa lui, non c’è problema. Al trio di dinosauri (razza T-Rex, per la precisione) si aggiunge un altro giovincello in pista da più di vent’anni, Anton Reisenegger dei cileni Criminal.
I quattro sempiterni ragazzi, data la carriera, non hanno più niente da dimostrare, a loro basta mettere in pratica l’esperienza maturata in anni di concerti, di tour bus impestati di sudore, di sacrifici appassionati e di passioni sacrificate. Fanno quel che sanno fare, perché loro sono meglio di altri, anche umanamente, punto. Fanno quel che vogliono perché non gliene frega niente di diventare milionari, perché l’età anagrafica è cosa diversa da quella biologica. Continuano a mettersi in gioco affinché quelli come me -una volta tanto- possano spendersi in una battaglia di retroguardia. Reclutano un esperto per il mixaggio -Andy Sneap, e siamo al quinto T-Rex- perché il disco suoni così come il dio del grind comanda. Come se non bastasse c’è da menzionare l’apparizione di un’altra vecchia belva da microfono che risponde al titolo di sua maestà putrescente, Jeff Walker (Carcass, Brujeria), anch’egli presente come ospite. Come sarà il risultato, vi chiederete. Ottimo. Non ci sono difetti, il disco parte a raffica e procede a bomba. Ci sono le bordate tipicamente grind, i blast beats, le liriche vomitate, i breaks spacca collo, la costante qualità nella scrittura, una produzione che cavalca la rabbia e soprattutto c’è l’attitudine, merce sempre più rara al giorno d’oggi. Un track by track servirebbe solo ad allungare il brodo e Necropolis Transparent non è una zuppa, ma una birra doppio malto dopo dieci ore di deserto: da far fuori in un sorso. E’ vero, i Lock Up con questa nuova botta sonica non inventano niente, sarebbe disonesto affermarlo ed è perciò che più di ottanta non mi sento di dare, ma da gente che ha partecipato all’evoluzione del metal e ha dato tutto alla causa, cos’altro si pretenderebbe? Queste simpatiche e maleodoranti carogne il proprio ruolo nella storia musicale se lo sono già ritagliato; ora mettono in pratica gli anni, l’anarchia che pulsa nell’animo, le occhiaie, i capelli radi e i fegati malandati. Non hanno altro da offrire se non loro stessi. Non è poco. Godetene, e tramandate il verbo.
P.S. Ho finito l’ascolto. Sono sudato, e la cosa mi piace.
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18
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devastanti.band mostruosa! |
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17
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Negli ultimi anni mi sono un po' abituato a questi suoni, certo preferisco ancora il drumming di Pleasures... comunque anche qua non si scherza dai, più moderno ma riesco ad accettarlo, ahah. Nei commenti di 4 anni fa sembravo schifato dal suono, poi mi sono un po' ravveduto... |
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16
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Completamente d'accordo con il recensore. Non capisco i voti negativi degli utenti. Questo disco SPACCA anche se come giustamente viene già detto non inventa nulla ma nel mondo della musica è già stato detto tutto. Rimane il fatto che il disco trita le ossa per bene e anche la produzione è più buona. Anche per 80 |
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15
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A me è piaciuto molto. Disco spacca ossa. |
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14
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Concordo con Lambruscore e il senso non credo sia legato alla plasticosità quanto alla sin troppa "perfezione" che sembra avvolgerla, parliamo di grind una bella "sconquassata" ci vuole, non per forza ultrarozza ma neanche così sterile in certi punti. Tolto questo dettaglio il cd è una mazzata di quelle spacca collo senza sè, ma, perché e però. |
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13
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l'ultimo disco degli Haemorrhage l'ho trovato un po' troppo noioso. preferisco questo. la batteria non è così plasticosa, suvvia. |
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12
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concordo con neurath, troppi ritocchi. se voglio grind di qualità e suonato con strumenti veri, un nome che mi viene in mente a caso sono gli haemorrhage. c'è di meglio in giro dei lockup, secondo me. |
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11
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Beh Nick non si discute, visto dal vivo è davvero un signor batterista. Però bisogna riconoscere che con tutti questi trigger e ritocchini è sempre meno facile distinguere una batteria suonata davvero da una drum machine (soprattutto quando si pesta, senza sottigliezze, ghotst notes e simili)... in quest'ottica, IN STUDIO chiunque è capace di fare qualunque cosa!!! |
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10
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Che belloooo!!! Lo sapevo che non mi avrebbero deluso...a me il suono della batteria è piaciuto, a parte che quel panzone di Nicholas può suonare pure sui fustini del dash, ma lo riconoscerei tra mille lo stesso!!! |
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9
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io l'ho trovato un ottimo disco. la batteria "falsa" di cui parli tu lambruscone devo ancora notarla, al prossimo ascolto mi concentrerò su di essa. |
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8
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batteria falsa come una birra analcolica, ancora "grazie" nuclear blast.... |
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7
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denak: grazie per la segnalazione. i due dischi precedenti mi si sono "invertiti" nel cervello...o quel che ne rimane  |
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6
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Ho notato più influenze punk-Hc in questo album rispetto agli altri 2, e questo non può che farmi piacere. complimenti ad Anton Reisenegger che riesce nella difficile impresa di non far rimpiangere un gigante del genere com Pintado (r.i.p.). un appunto al recensore; Peter Tägtgren non ha cantato nel precedente album, ma solamente nel primo pleasure pave sewers. cmq disco e band da paura. non vedo l'ora di rivederli dal vivo all'Obscene Extreme questo weekend. |
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5
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Se l'obiettivo minimo di questo disco era quello di non deludere le aspettative generate da una line-up galattica e da una lista di collaborazioni all'altezza, possiamo ben dire che i Lockup l'hanno centrato in pieno. |
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4
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Mi aspetto un capolavoro da sto disco, nulla di meno! |
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3
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...orgasmo acustico...per me voto 90 |
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2
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Dopo aver letto la recensione ho la schiuma alla bocca.... forse devo ascoltarlo immediatamente!!! Grazie Alex, provvedo subito! |
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1
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ehm... non li ho mai ascoltati con attenzione... che dischi mi consiglieresti Alex?  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brethren Of The Pentagram 2. Accelerated Mutation 3. The Embodiment Of Paradox And Chaos 4. Necropolis Transparent 5. Parasite Drama 6. Anvil Of Flesh 7. Rage Incarnate Reborn 8. Unseen Enemy 9. Stygian Reverberations 10. Life Of Devastation 11. Roar Of A Thousand Throats 12. Infiltrate And Destroy 13. Discharge The Fear 14. Vomiting Evil 15. Stigmatyr (bonus track) 16. Through The Eyes Of My Shadow Self 17. Tartarus (instrumental)
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Line Up
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Tomas Lindberg - Vocals Anton Reisenegger - Guitar Shane Embury - Bass Nicholas Howard Barker - Drums
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