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Pantera - Reinventing The Steel
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( 16985 letture )
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Nati nei primi anni ’80 come band heavy metal con Terry Glaze al microfono, i Pantera cambiarono nettamente stile poco dopo l’arrivo di Phil Anselmo. Il primo album con Anselmo alla voce (Power Metal, uscito nel 1988), vide ancora una chiara predominanza dei suoni più classici, ma non trascorse molto tempo prima di arrivare a quella che fu la vera grande svolta per il combo americano. Cowboys from Hell, album pubblicato nel 1990, diede infatti il via al periodo thrash della band texana, che continuò fino al 2003, anno dello scioglimento. Il sound dei Pantera è facilmente distinguibile da quello della maggior parte delle band thrash del settore, e viene difatti classificato come groove metal per via delle sue particolari caratteristiche, ovvero ritmi più pressanti a sorreggere riff lenti ma allo stesso tempo ancora più adrenalinici. Reinventing the Steel si discosta abbastanza da quello che era lo stile dei due capolavori principali, Cowboys from Hell ed il successivo Vulgar Display of Power -assai impregnati di “puro” thrash metal-, continuando il percorso evolutivo intrapreso con Far Beyond Driven e resosi ancor più evidente con The Great Southern Trendkill. Ora che abbiamo compiuto tutti i passi necessari nella discografia della band dei fratelli Abbott, possiamo soffermarci con più cura sull’album che segnò la fine di un’ambiziosa e decorosa carriera.
Reinventing the Steel è una scheggia di energia, un insieme di rabbia e potenza che non lascia scampo a nessuno. O almeno questo è ciò che avevano in mente i quattro musicisti texani. Nella realtà dei fatti, a parte alcune tracce veramente significative (Hellbound, Goddamn Electric, Revolution Is My Name e It Makes Them Disappear su tutte), il resto del platter si presenta pressoché privo di grandi spunti originali, nonostante non manchino mai costanti fondamentali come l’aggressività e i ritmi sostenuti. Ovvio che, se il tipo di sound a cui i Pantera ci avevano abituati coi precedenti lavori in studio rientrava nei vostri gusti, allora non avrete alcun problema ad apprezzare anche quest’album in particolare, ma a mio parere, al di là della notevole importanza storica, non ci sono molti altri elementi che giocano a suo favore. Come detto, la coppia iniziale costituita da Hellbound e Goddamn Electric si pone su dei livelli niente male, tuttavia, proseguendo nell’ascolto, notiamo già nella terza traccia (Yesterday Don’t Mean Shit) un primo sentore di calo qualitativo -leggero o netto che sia sta a voi dirlo, ma di ciò si tratta- e da qui in avanti, con le varie You’ve Got to Belong to It, Death Rattle, We’ll Grind That Axe for a Long Time ed Uplift le cose non miglioreranno. Ma in cosa consiste questo calo, vi starete giustamente chiedendo? E’ presto detto: innanzitutto la sezione ritmica tende a proporre in continuazione soluzioni ormai “vecchie”, e di certo non trova in Dimebag Darrell una figura di gran sostegno. Ci tengo comunque a precisare che ritengo quest’ultimo uno dei migliori chitarristi della scena thrash, sia dal punto di vista della mera tecnica esecutiva, sia per quanto riguarda l’originalità delle sue composizioni. Purtroppo tutto ciò si è fatto abbastanza desiderare nelle dieci tracce di Reinventing the Steel, ed il prodotto finale ne ha risentito non poco. A parte la piacevole Revolution Is My Name, infatti, bisogna aspettare la fine del disco per ritrovare qualcosa che si ponga ancora a dei buoni livelli. In special modo è l’ascolto di It Makes Them Disappear che mi trasmette finalmente una rabbia più vera, più sentita; sono i Pantera così come ce li aspettavamo: cattivi, sprezzanti, con tinte quantomai vicine al doom, con ritmi che procedono lenti e pesanti, intermezzati solo saltuariamente da una raffica di doppio pedale o da un particolare groove sul set di tamburi da parte di Vinnie Paul. Anche Dimebag riesce qui a far sentire la sua vera natura, deliziandoci con un’ottima scelta di riff ma anche con un assolo caldo e allo stesso tempo graffiante. I’ll Cast a Shadow chiude in bellezza un album ad ogni modo più che discreto, urtandoci con l’aggressività tipica dei migliori Pantera e facendoci rimuginare sul notevole calo d’intensità della parte centrale del platter.
All’epoca della sua pubblicazione, sul finire dell’inverno del 2000, Reinventing the Steel fece ben sperare i fan dei Pantera riguardo ad una decade di nuovi successi, ma quella fu una speranza del tutto illusoria, dato che nel giro di tre anni la band si sarebbe letteralmente dissolta, prima con l’allontanamento definitivo di Anselmo, e dopo con i vari screzi che ne seguirono tra cantante e resto del gruppo. Nel 2004, ad un anno soltanto dallo scioglimento, un tragico evento avrebbe scosso gli animi dell’intero mondo del metal: l’assassinio di Dimebag Darrel, che segnò in modo ancor più definitivo la fine della storia dei Pantera.
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VOTO LETTORI
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77.87 su 420 voti [
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Solo revolution is my name e da 100. |
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Qua ci sono tanti bei pezzi che non hanno avuto modo di proporre spesso live ma che potevano diventare dei classici. Per me disco da 85 |
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Mai convinta pienamente da questo disco. Amo Phil e I Pantera ma qui ho sempre visto poche idee e qua e là anche qualche plagio di se stessi.. Comunque mai sotto una più che piena sufficienza. |
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La summa del groove dei pantera.devastante.micidiale.tellurico.altro che metallica e compagni.adieu\' |
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Avevo già commentato anni fa, ma questo album era decisamente meglio di tutta la roba Nu Metal che girava al tempo e di cui mi piacevano solo i Deftones e il primo degli Slipknot |
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Grande album altro che stanchi e senza idee.....spaccavano ancora di brutto!
Tutti i loro da cowboys fino a reinventing non dovrebbero scendere sotto l otto come voto e qualcuno è da dieci .
Incredibile come si può dare 77 a metal magic e 76 a reinventing .....mah |
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Un buon album sebbene non introduca molte novita\'.Lo consiglierei
Solo ai Fans sfegatati. |
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Dai, 76 a questo ,e 77 a Power Metal? 85 secco alla millenium bastonata sulle gengive come ai denti come alle ginocchia, che rompe, strappa, che urla, picchia, stende. \"Walk...Respect\". |
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io dico invece che tutti i dischi dei Pantera dopo Cowboys from hell non devono avere voti sotto il 90. |
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Diciamo che il voto della recensione è quello che si meritava più di 10 anni fa. Ora, nel 2022, dopo piu di 10 anni dalla recensione e piu di 20 anni dalla pubblicazione dell’album sono convito che almeno 10 punti in più se li meriterebbe. Comunque migliore sia oggi che 10 o 20 anni fa a The Great Southern Trendkill…secondo me ovviamente. |
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come si fa a dare 76 a questo disco??? é una bastonata nei marroni!!! 90 li becca a mani basse!! |
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76 mi sembra un voto un po' basso per questo disco. Riascoltando oggi quest'album l'unica parola che mi viene in mente è capolavoro come per i 4 album studio precedenti che secondo me meritano tutti dal 90 in sù. |
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Un disco che ho rivalutato ultimamente, non ai livelli dei precedenti 4 capolavori, ma un buon disco molto aggressivo e pestone con delle ottime tracce che spiccano |
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@ Samoan : davvero, meglio quella dell'edizione per il ventennale nella sua semplicità |
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Concordo, l'unica cosa veramente brutta è la copertina. |
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Alla fine questa band ha fatto tutti album dall'ottimo in su, anche questo che sembra meno ispirato degli altri alla fine è bellissimo. |
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Sostanzialmente d’accordo con MH. Anche a me il precedente non era piaciuto, questo l’ho sempre preferito, per quanto però non possa metterlo sopra a Far Beyond Driven (concordo comunque sul fatto che in quell’album il meglio sia nella prima parte). Qui trovo quasi sempre una buona ispirazione, su tutti i pezzi però spicca decisamente Revolution Is My Name. Arrotondo tranquillamente ad 80. |
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Decisamente in risalita dopo il mezzo passo falso di Far (ottimo solo nella prima metà) e quell'ammasso cacofonico senza capo né coda di The great...niente di originale rispetto a quanto fatto nei loro due unici lavori di valore di inizio anno 90, ma almeno qui hanno ripreso a far canzoni e non ammassi di urla e riff |
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Conobbi i Pantera lo stesso anno con una cassettina di Great Southern Trendkill, caso ha voluto che da li a pochi mesi uscì questo e io lo presi, ammetto che lo comprai quasi solo per Revolution is my name il cui video era divertente.... era ancora l'epoca di SGRANG |
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Infatti..altro che Metallica. |
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E' veramente molto difficile...
100 |
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Album stupendo.come tutti gli altri.voto90.altro che metallica.
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Album assai sottovalutato ma che personalmente apprezzo enormemente. Si discosta un po' da tutto quello prodotto dai nostri fino a questo momento e conclude un percorso musicale che, è bene ricordarlo, era iniziarto nel 1983 nientemeno che col glam. "Revolution Is My Name" da sola vale l'acquisto. Non mi stanco mai di ascoltarla. Nota personale: ho ripreso in mano questo cd venerdì, dopo mesi che non ascoltavo i Pantera, e ieri è arrivata la notizia. |
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Confuso nelle idee, stanco, buona parte del materiale alquanto inutile. Copertina tra le più brutte mai viste. 50 |
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Recensione di tutto rispetto soprattutto per aver sottolineato nel gruppo, forse vittima degli eventi, un tramonto prematuro, eppur con dignita'. Ascolto ancora oggi Questo disco pensandolo come un buon lavoro (non so che ne pensi/pensate) nonostante tutto , di rabbia e malinconia, come la fine di un gruppo che, sentito da un fanatico, (appena "metallino"dodicenne nel lontano 1998),sarebbe durato per sempre. Dimebag r.I.p. Mi associo al voto ma, per affetto punto all' 8, 00 Bella artu sei grande |
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Non male direi,probabilmente lo preferisco a the great southern trendkill (quei 3 usciti nella prima metà dei '90 sono di altro livello).70/100 glielo do da... |
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disco eccellente sebbene non puo essere paragonato ai precedenti.Se poi pensiamo a come questo disco è uscito dal clima di tensione tra Phil e la band allora puo considerarsi un lavoro piu che ottimo.Voto:80 |
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Puro metal??? perchè esiste il puro metal? Sedobbiamo parlare di puro metal, dobbiamo parlare solo di Sabbath e Priest...quindi puro metal è una stronzata...questo è Metal vero ed efficace,suonato bene e per niente noioso. un pò sotto gli altri album ma cmq enorme rispetto a cazzate che escono adesso o che uscivano in quel periodo, quando sembrava che il metal fosse KO |
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@Steelminded: i Pantera non fanno metal puro? Dio mil CACCIATELO DA QUESTO SITO |
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Se devo dirla tutta Yesterday Don't Mean Shit è la mia preferita di questo album e non mi sembra affatto scontata. Death Rattle nella sua schizzofrenia mi sembra molto originale... |
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Concordo con Fox. buon disco, divertente, ma nulla più. Gli altri hanno fatto la storia. Soprattutto Far beyond driven secondo me. |
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Secondo me è un buon album, niente di più, ma sono totalmente in disaccordo con chi lo ritiene migliore a The great southern. TGST è un pugno allo stomaco, Anselmo è ispirato ed il suono è granitico. RTS è ottimamente suonato, è un tentativo di ritorno allo stile dei primi album o come dice il titolo un tentativo di reinventare il loro sound, ma manca un pò di spina dorsale |
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cancellato quel lo "lo preferito a TGST" che ho rivalutato, ma quest'album e comunque molto indietro rispetto agli altri 4 |
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abbastanza deludente come album lo preferito a TGSTK che non mi era piaciuto per niente ma comunque un album che non raggiunge la sufficienza Voto:55 |
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Non è un sottogenere in cui rientrano molti gruppi effettivamente... Però i Pantera non fanno thrash secondo me, non fanno puro metal... per cui gli hanno affibbiato questa etichetta che "secondo me" richiama l'utilizzo di riff molto pesanti in mid-tempo, quadrati, con poca concessione alla melodia, etc. etc. Nel novero io personalmente ci metto i Machine Head, i Devil Driver, i Soulfly e poco altro... per me ci può stare, anche se un po' risicata. |
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Patrik@ la definizione Groove metal è na strunzata di fatto!!! Se posso dire la mia, i tedeschi Warpath (ora sciolti purtroppo)facevano cose simili già nel 1992 ed erano una band thrash. Loro per citare una come tante. la categorizzazione "Groove" ma chi cristo se l'è inventata!?!? Tornando all'album, non brutto assolutamente ma veramente lontano dalla qualità del periodo thrash della band. |
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Hai ragione Patrik@ groove metal sarà la 567 definizione inutile per definire un a band o un album. per ogni uscita spunta un genere. Come disse qualcuno anni fa, i Pantera sono puro metallone. Ad ogni modo con questo album avevano perso gia parecchia spinta, anche perchè comunque invischiati pure loro nel caos di cambiamenti del periodo. |
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non vorrei scatenare per nulla polemiche ma ho una cosetta da dire, ai giovani ascoltatori MA QUESTO GROOVE METAL : da dove spunta fuori sta definizione? pur avendo letto molte riviste, ai tempi di far beyond driven e the southern trendkill , per inquadrare i pantera nominavamo il trash con varie sfumature ( i pantera erano un gruppo con molta personalità ) , quindi non era cosi facile inquadrarli , ho visto invece che i giovini di oggi lo chiamano cosi : groove metal ....?????? boh sarò un po testardo ma a me pare un po na strunzata!!!!! certo il trash nasce negli anni 80 ecc ecc e i pantera sono figli del loro tempo quindi negli anni 90 avevanospinto questo genere ad un evoluzione ma la matrice era quella e per mettersi gia d'accordo ci è voluto diverso tempo, quindi non rompete ed ascoltatevi sta trashata . |
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Ben detto animal la penso come te |
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la voce di anselmo non è mai stata così incazzata e violenta che ogni singolo urlo fa venir voglia di dar fuoco alle case, i suoni non sono mai stati così pesanti, i riff di tutte le canzoni sono bastardi e incalzanti come delle pugnalate ai reni, la batteria è una cosa impressionante, ci manca solo il suono del pedale del far beyond driven e poi sarebbe la migliore di sempre. non so sinceramente come si faccia a dire che quest'album è il declino del gruppo o altre castronerie. c'è chi si lamenta che mezzi testi parlano di alcool e droga, beh, i pantera erano quello in quegli anni. è un disco pieno di rabbia figlio dei tempi che correvano nella band in quel periodo, era inevitabile che ciò non trasparisse nella musica. non c'è un riff dei giorni d'oggi abbia la metà della potenza a allo stesso tempo il groove di quelli di quest'album. |
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Assolutamente sottovalutato questo disco. Soprattutto dai thrashers duri e puri. Si, perchè trattasi del disco più cupo, più blues e appunto "sabbathiano" della band, per certi versi pare più un album dei Down che dei Pantera, ma assolutamente non è brutto, pur non arrivando ai livelli qualitativi del trittico Vulgar-Far Beyond-Trendkill, a mio parere 3 capolavori uno dietro l'altro. |
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dopo una vita l'ho riesumato. Mi è sempre piaciuto, trovo che la fase calante dei Pantera sia comunque di un livello irraggiungibile per tutto il resto del mondo metallico. La durata non certo lunghissima me lo fa godere appieno senza problemi. |
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ho sentito tanta gente osannare RTS ma a me non ha mai convinto |
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Eh si, i Pantera sono meglio della f...a! Ma anche no... |
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buongustaio..  |
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Forse qui hanno puntato più sull'impatto che sulla sostanza...rimane cmq un bel disco (ce ne fosse uno dei Pantera che non mi piace! ). Un 80 se lo becca. |
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disco insufficiente a parer mio, si salvano la buona revolution is my name, la stupenda i'll cast a shadow ed hellbound e goddamn electric (carine ma non eccezionali). il resto è da buttare. voto:50 |
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Anche a mio avviso il voto è azzeccato. La band ci aveva abituato a ben altri lavori in passato. Buon album, non c'è che dire, ma i capolavori sono altri! |
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Non mi hanno mai entusiasmato, nemmeno con i loro dischi migliori. Troppo tamarri e questo tipo di attitudine proprio non lo sopporto. Questo disco è privo dei pezzi dal bel groove che salvavano gli altri loro lavori che ho potuto ascoltare. Si salva soltanto il sindolo, che ha un bel riffing. Gli altri pezzi fanno abbastanza cagare. |
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concordo con undercover, un disco che rimane una grossissima delusione anche a distanza di anni... |
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voto generoso! secondo me vale 70. mi stanca alla svelta. a parte uplift e hellbound |
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Migliore di The great southern...ma secondo me il voto ci sta tutto...qui le idee latinano...tanto impatto, ma è nulla se si considera a cosa ci avevano abituato Dime e soci... |
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Migliore di The great southern...ma secondo me il voto ci sta tutto...qui le idee latinano...tanto impatto, ma è nulla se si considera a cosa ci avevano abituato Dime e soci... |
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Io non lo ritengo affatto il capitolo piu' debole della discografia, lo preferisco di gran lunga a TGSTK che non sono mai riuscito a digerire. Per me vale un 85, in ogni caso rispetto il voto del recensore, dargli meno di 76 però è assurdo. |
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Non so voi, ma a me quest'album è sempre piaciuto.. I Pantera (dell'era Anselmo) sono l'unica band della quale amo ogni singola release! IMMENSI E INDIMENTICATI! |
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A parte l'allora singolo "Revolution Is My Name" rimasi alquanto deluso da quest'album, l'ho anche riascoltato negli anni successivi ma ormai prende polvere da almeno un lustro e di sicuro dovessi scegliere fra un qualsiasi loro disco rimarrebbe a vita a far la comparsa lì nello scaffale. Canonico, piatto, quasi inefficace ed è brutto da dire quando si parla di Anselmo e soci gente che nel periodo della mia adolescenza mi hanno accompagnato in maniera continua, febbricitante e alcolica in più situazioni. |
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8
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concordo con Luci di Ferro....assurdo dare dei voti cosi bassi a dei dischi simili....pfff....mah |
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Tra quest’ultimo album dei Pantera e gli altri c’è un evidente abisso; a parte qualche sporadica invenzione del grande Darrell (esemplare in tal senso Revolution Is My Name) il resto è roba ordinaria priva di ispirazione. Anche la copertina è abbastanza ridicola ma del resto non è che le precedenti fossero poi particolarmente belle e significative!! Insomma, io direi che si tratta fondamentalmente di un album trascurabile… |
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E' il disco piu difficile della loro discografica, quello che ho digerito di meno ed e' quello che sono riuscito ad ascoltarlo con piu' difficolta' |
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A me piacciono solo Goddamn Electric e Revoluton is my Name. |
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@ luci di ferro: Il giudizio varierà per forza da persona a persona.. Sono contento che tu l'abbia apprezzato tanto quest'album, ma io non sono proprio riuscito a spingermi oltre il 76, e ti assicuro che l'ho ascoltato per settimane praticamente ogni giorno!  |
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il volo 666 ha fatto un atterraggio nel deserto e si sta insabbiando, anche a te hanno tolto i famosi 10 punti. 76 a Reinventing The Steel PER PIACERE, l'ultimo CAPOLAVORO dei PANTERA. Track in particolare tutte BELLISSIME 95/100. |
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sono più che d'accordo con la rece, appena lo comprai ebbi le stesse identiche impressioni. per carità è un buonissimo album ma comunque inferiore agli illustri predecessori (mi riferisco ovviamente al periodo da CFH fino a TGST) e un po' di stanchezza effettivamente traspare tra i suoi solchi. simpatico -e dovuto- l'omaggio a Black Sabbath e Slayer nel testo di Goddamn Electric, Hellbound è una mina bella incazzata, mi piacciono molto anche YDMS e IMTD ma la mia preferita dell' album è sicuramente RIMN. |
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ok, non sarà cowboys from the hell, non sarà vulgar display of power, ma cazzo questo è un signor disco, e voto 80, toòh... Pantera For ever............ |
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