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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lord Vicar - Signs Of Osiris
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( 5169 letture )
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Ci sono band che, già solo per il fatto di poter contare tra le proprie fila dei signori musicisti, difficilmente potrebbero realizzare dei lavori inascoltabili.
Rientrano in questa preziosa categoria i Lord Vicar, act finlandese che vede in formazione niente meno che Kimi Kärki, fenomenale axeman e mente creativa degli ormai leggendari Reverend Bizarre (dove agiva sotto lo pseudonimo di Peter Vicar) e del successivo side-project a nome Orne; per non parlare della presenza di Christian Lindersson, storico vocalist dei primi Count Raven con all'attivo un’importante presenza nei Saint Vitus. Da questi personaggi, come dicevo in apertura, difficilmente ci arriveranno dei prodotti mediocri: vuoi per l'inevitabile esperienza nel genere maturata nel corso di un paio di decenni di carriera, ma soprattutto perché questi signori possiedono un talento davvero cristallino.
A tre anni dal pluriacclamato debutto intitolato Fear No Pain, i Lord Vicar tornano alla carica con questo Signs Of Osiris; un lavoro che presenta alcuni cambiamenti rispetto al precedente, pur inquadrandosi ugualmente all’interno degli stilemi ormai classici del doom metal. Gli elementi di novità rispetto al precedente lavoro vanno considerati nel tentativo di voler fornire una versione maggiormente settantiana del proprio sound, andando a ripescare le atmosfere heavy rock dei Pagan Altar, come nella iniziale title track. Ascoltando attentamente questo brano, difatti, risulta possibile rintracciare degli elementi chitarristici in fase di arrangiamento che rimandano alla storica band inglese, il tutto unito ad una pianificazione di strofe melodiche e la messa a punto di un ritornello di facile presa, ma tutt’altro che banale. Il tributo agli anni settanta, così come alla storia del doom e ai Black Sabbath in particolare, si manifesta in maniera lampante nella bellissima Child Witness, dal refrain splendidamente “ozziano” e con all’interno perfino una citazione (fugace ma chiaramente voluta) di Whole Lotta Love degli Zeppelin.
Chiaramente i Lord Vicar non hanno abbandonato del tutto il loro granitico doom metal di matrice scandinava degli esordi: e ciò è perfettamente ravvisabile nella bella The Answer, trainata da un classico riff metallico e puntellata da assoli chitarristici di ottima fattura, o in Beetwen The Blue Temple And The North Tower, dove la band lavora all’unisono per garantire un pathos costante all’intero brano, anche grazie al coinvolgente lavoro sulle linee vocali operato da Christian Lindersson. Il pregio maggiore di questa band è semplicemente quello si sapere fin troppo bene come si componga e si suoni dell’ottimo doom metal: un pezzo come Sinking City, ad esempio, pur risultando il meno interessante e coinvolgente dal punto di vista emotivo, risulta comunque totalmente inattaccabile se considerato solamente da un punto di vista strutturale. Il lavoro si chiude dapprima con l’acustica Endless November: delicata, ben eseguita e soprattutto perfettamente calzante in rapporto all’intera opera, e poi con Sign Of Osiris Risen, brano che riprende l’accattivante melodia dell’apertura, ma ampliandola e contaminandola con riffs carichi di groove e dal sapore Reverend Bizarre.
Dovendo chiudere la recensione per trarre la somme di questo interessante lavoro, bisogna tenere a mente il fatto che in fase di arrangiamento questo Signs Of Osiris presenta talvolta dei passaggi da un riff all’altro poco convincenti, soprattutto se considerati in confronto alla solidissima struttura mostrata nel precedente Fear No Pain.
I Lord Vicar sono e rimangono una garanzia, è inutile girarci intorno. E’ vero, quest’opera presenta dei piccoli punti deboli e almeno un brano non totalmente convincente, ma sono certo del fatto che ciò che per questi ragazzi rappresenta quasi una normale routine, per molte altre bands attuali questo stesso livello compositivo rappresenta il massimo obiettivo raggiungibile.
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14
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grande album doom. Chritus ha cantato nei Count Raven. Sarebbe ora inserirli nel sito, nel doom non hanno niente da invidiare a nomi piu famosi |
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13
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Cosè una burla la media voto dei 20 lettori? Dovrebbero bannargli gli ip e non farli più accedere a questo sito e vietargli la vendita di dischi heavy metal, visto che tanto ci han capito ben poco e questo genere non fa per loro Disco semplicemente perfetto, voto 90 |
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12
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@Ciao fdrulovic, mi fa piacere tu abbia apprezzato, si è stata una grandissima boccata d'aria dopo quell'aborto degli Opeth fatto passare da alcuni come un album di prog e buono per giunta... brrr mi vengono i brividi solo a definirlo tale. |
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11
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@Undercover.: Ho ascoltato con attenzione glli Orne come mi hai consigliato. Veramente un bel disco prog settantiano, molto ispirato. L'unica "stonatura", a mio avviso, l'arpeggio di "The Temple of The Worm" che mi ricorda un po' troppo quello di "Entangled" dei Genesis. Per il resto una bellla scoperta. Anche perchè venivo dalla delusione Opeth, che hanno pubblicato un disco manierista e senz'anima. Denghiù... |
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10
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Signori e signore ecco il doom |
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9
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Diciamo che lo sto consumando ,il mio voto 95. |
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Altro discone, concordo con chi ha detto che per il doom questo è un anno di grazia (tra l'altro sto ascoltando quel piccolo gioiello che è l'ultimo Krux). |
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7
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@Undercover: Provvedero' al piu' presto.. Grazie della segnalazione.In effetti mi sembrava di aver letto una recensione piu' che lusinghiera sul lavoro in parola, non so se quì su Metallized o altrove...la vecchiaia gioca brutti scherzi!  |
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6
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Se ti è piaciuto questo lavoro dovresti ascoltare la versione di Peter progressive/rock misto folk e doom (preso d'ampia veduta ovviamente e molto seventies come tipologia) degli Orne, li è spettacolo puro, l'ultimo "The Three Of Life" è da orgasmo multiplo. |
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5
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Ahahahah...è vero! Ultimamente si va d'accordo.D'altronde se non si avessero gusti differenti sarebbe veramente un forum noioso... . Ben vengano le discussioni argomentate sui dischi recensiti. Questo poi è un lavoro maestoso, come hai fatto notare tu ed il recensore. Definirlo "Doom" tout court è veramente riduttivo visto le influenze piu' disparate che si sentono nel lavoro. Sono rimasto basito e continuo ad apprezzarlo sempre di piu' ad ogni ascolto. |
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4
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@fdrulovic vedi che di tanto in tanto non è poi così difficile concordare  |
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3
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Che disco spettacolare. E' veramente una gran bella sorpresa.... |
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2
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Che anno per il doom (in senso lato)! Disco imperdibile. |
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Solitamente sono d'accordo con le recensioni del reparto doom, stavolta no, il disco è un fottuto "masterpiece" questo rientra nella fascia dei capolavori per il sottoscritto, c'è tutto quello che un doomster vuole ascoltare e anche di più, poi va beh il signor Lindersson è una magnificienza, sarò anche di parte ma questo 92 per me non glielo toglie nessuno. |
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INFORMAZIONI |
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The Church Within Records
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Tracklist
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1 - Signs Of Osiris Slain 2 - The Answer 3 - Child Witness 4 - Between The Blue Temple And The North Tower 5 - Sinking City 6 - Endless November 7 - Sign Of Osiris Risen
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Line Up
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Christian “Chritus” Lindersson (vocals) Kimi “Peter Inverted” Kärki (guitar) Jussi “Iron Hammer” Myllykoski (bass) Gareth Millsted (drums)
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RECENSIONI |
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