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Saviours - Death’s Procession
( 3439 letture )
''La nostra sporcizia più profonda risplende nella musica.
La violenza la prendiamo dalla strada, perché viviamo nella sporcizia umana e non potremmo farne a meno.”


Parole di Austin Barber, chitarrista, cantante e fondatore degli americanissimi Saviours, che giunti al quarto disco ci svelano finalmente la loro vera natura: coperta sino ad ora da bordate hardcore imbastardite da venature sludge e solo oggi capace di aprirsi all'heavy metal ottantiano, al doom sabbattiano e all'hard rock più' sanguineo.

I Saviours rappresentano l'evoluzione della NWOBHM, e sono simbolo di una musica che sa guardarsi alle spalle e sa farlo con gusto. Punto di svolta di questa importante evoluzione è stato sicuramente l'ingresso in line-up del grande Carson Binks, bassista e fondatore dei Djzenghis Khan.
In casa Kemado non sanno farsi mancare proprio nulla; e così dopo gruppi importanti come The Sword e Danava, la label ci regala la nuova sensation del momento in ambito heavy metal, ed i Saviours ripagano appieno la fiducia dimostrando uno stato di forma invidiabile, pienamente appurato nella discesa italica dei nostri (più precisamente a Roma, al sinister noise club) in cui davanti ad uno sparuto gruppo di persone (che tristezza!) è riuscita a confezionare uno show dall'alto tasso adrenalinico e dal chiaro sapore vintage, affascinante come pochi altri.

Ma veniamo a noi: il nuovo Death's Procession è influenzato, a detta stessa della band, da Judas Priest, Saxon, Danzig, Black Sabbath e Bulldozer, e si apre con la straripante The Eye Obscene; il punto più alto dell'album per chi scrive. Questo brano ingloba al proprio interno un misto sconcertante, per bellezza, di Black Sabbath e primi Corrosion Of Conformity; l'assolo introduttivo ad opera di Sonny Reinhardt è bellissimo e ben ci immerge nel rude approccio della band, il quale si sublima con l'ingresso aspro di Austin Barber alla voce. Il pezzo è un lungo e lisergico monolite di proporzioni inaudite.. Stupendo!
To The Grave Possessed ci pone dinanzi ad un heavy metal ottantiano impreziosito da fantastiche reminiscenze hard rock; altro pezzo da novanta, condito perfettamente da rallentamenti slude/doom nella parte centrale e da assoli sempre di gran gusto.
Le successive e bellissime Fire Of Old ed Earthen Dagger intrecciano sapientemente heavy ottantiano, corrosive bordate trash hardcore e una implacabile melma sludge/southern, in cui la voce, soprattutto nella seconda, sa coprirsi di catrame, sublimando quell'aspetto brutale e senza fronzoli peculiare nei nostri sin dagli esordi.

Crete'n, primo singolo estratto dall'album e accompagnato da uno strampalato e divertente video promozionale, ci mostra il lato più NWOBHM della band, grazie a dei tempi maggiormente sostenuti, a riffs importanti - che si rifanno a Judas Priest e Motorhead su tutti - e ad assoli precisi: un altro brano davvero molto coinvolgente. Di stessa derivazione è la successiva God's End, in cui compare come ospite il chitarrista degli Earthless Isaiah Mitchell, capace di donare un bel tiro heavy psych al tutto.
Le finali Earth's Procession & Death's Procession e Walk To The Light aggiungono poco altro al ventaglio sonoro della band. La prima, una strumentale monolitica che cresce piano piano di intensità, rappresenta un piccolo bignami del suono attuale dei nostri, mentre la seconda e finale Walk To The Light, congeda la band con un pezzo ultra sabbathiano ed estremamente coinvolgente; discreto all'inizio, ma che sa crescere con gli ascolti... Chissà forse tra qualche mese diverrà il mio pezzo preferito...

Nel frattempo vi lascio alle note di questi salvatori dell'heavy metal con estremo piacere, e se avrete la possibilità di vederli live nella vostra città, non fatevi scappare quest'occasione, non ne rimarrete delusi, ve lo prometto!!!



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
32.52 su 23 voti [ VOTA]
Tiziano
Sabato 11 Febbraio 2012, 13.03.54
1
Qua torniamo indietro nel tempo... andiamo a finire porprio negli anni della ottima NWOBHM cioè gli anni 80. Bel disco di solido HEAVY METAL... con la voce ruvida che ricorda quella di "LEMMY" dei MOTORHEAD. Voto il disco: 80 voto recensione: 90
INFORMAZIONI
2011
Kemado
Heavy
Tracklist
1 - The Eye Obscene
2 - To The Grave Possessed
3 - Fire Of Old
4 - Earthen Dagger
5 - Crete'n
6 - God's End
7 - Earth's Procession & Death's Procession
8 - Walk To The Light
Line Up
Austin Barber (vocals, guitar)
Sonny Christopher Reinhardt (guitar)
Carson Binks (bass)
Scott Batiste (drums)
 
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