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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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King Giant - Dismal Hollow
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( 2858 letture )
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Dopo l’intenso album di debutto, Southern Darkness, autoprodotto dal chitarrista ritmico David Kowalski e dal batterista Keith Brooks nel 2009, tornano sulle scene i King Giant, quintetto proveniente da Pimmit Hills, Virginia.
Nonostante i tre anni di assenza in studio, la band non ha mai abbandonato i palchi, rafforzando, live dopo live, l’impatto sanguigno del loro doom metal, alimentandolo con sferzate hard rock seventies (leggi Hawkwind, Black Sabbath, Blue Oyster Cult) inframmezzate da tirate new school, che strizzano l’occhio ai Down, agli EyeHateGod e perché no, persino ai Clutch e ai Kyuss di ..And The Circus Leaves Town. Tutto questo pastiche può mandare in confusione, se non si possiede la giusta attitudine. Ma alla seconda release i King Giant dimostrano di aver compiuto dei convincenti passi avanti, irrobustendo il loro groove con una ricerca di arrangiamenti che va in diverse direzioni. Ad aprire in bellezza il disco, ad esempio, c’è la trascinante Appomattox (di cui è stato realizzato un videoclip davvero notevole), che carica gli animi con gli ottimi incastri armonici delle chitarre di Kowalski e Todd Ingram, e un tappeto ritmico solidissimo; a seguire, Tale Of Mathias si avvicina a tirate più psichedeliche, dove la voce roca di David Hammerly tocca i migliori punti, accompagnata da quella di Alexia Church.
La band non rifugge all’inserimento del violoncello di Jonathan Stark in The Foge Pistols and Penance; se cercate lo sludge, lo troverete proprio in quest’ultima traccia e in Road to Eleusis, commistionato a candenze proprie del southern rock le quali, data la provenienza della band, fanno parte del DNA naturale dei King Giant. I climax costruiti all’interno di ogni brano denotano un lavoro di composizione proprio di una formazione matura, che studia le influenze e le riporta nel lavoro in maniera personale e non del tutto scontata.
Complice del successo di un album come Dismal Hollow c’è la forte, impareggiabile carica live che ogni singolo pezzo presenta: l’esperienza che hanno alle spalle i King Giant c’è e si fa sentire, com’è giusto che sia. I mezzi passi falsi che Southern Darkness aveva accusato sembrano appartenere ad un passato di dieci anni addietro, più che a tre. Gruppi come i Red Fang devono stare estremamente attenti.
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8
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mi sono piaciuti molto..concordo con te Lynda..voto 80. |
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7
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Grazie per la segnalazione Francesco, mi scuso per l'errore di battitura. |
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6
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Un "tappetto ritmico"? O_o Il batterista è forse un nano? XD |
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5
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Grazie Undercover, grazie davvero e grazie a Il Vichingo! |
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4
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Bella recensione che rende giustizia ad una gran disco, ben suonato e coinvolgente. Voto un 78. |
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3
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E questa la frase fondamentale della recensione: Tutto questo pastiche può mandare in confusione, se non si possiede la giusta attitudine. Ma alla seconda release i King Giant dimostrano di aver compiuto dei convincenti passi avanti, irrobustendo il loro groove con una ricerca di arrangiamenti che va in diverse direzioni." Come al solito complimenti alla Sangre e album centrato in pieno  |
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2
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Grazie a te Lizard! Vedrai, non ne rimarrai deluso! |
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1
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Credo proprio che non me lo faro' scappare, grazie Lynda! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 - Appomattox 2 - The Tale Of Mathias 3 - A Steward's Prayer 4 - Pistols And Penance 5 - 6 O'Clock Swill 6 - The Fog 7 - Road To Eleusis 8 - O' Drifte
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Line Up
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David Hammerly (vocals) Todd Ingram (guitar) David Kowalski (guitar) Floyd Lee Walters III (bass) Brooks (drums)
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