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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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-60....controllo dei sistemi completato, inizio del conto alla rovescia finale. -30...booster pronti per l'accensione. 3....2....1....ignition...
Un bagliore accecante squarcia un cielo offuscato da una profonda coltre di dense nubi scure, il territorio intorno è brullo e desertico e la sola rampa di lancio indica la presenza di vita intelligente. Il razzo sale, avvolto dalla fitta e maligna nebbia che sembra non voglia far passare nulla, poi improvvisamente uno squarcio e l'apparizione di un cielo sconosciuto: nero e pieno di stelle, come quello che gli umani di qualche secolo addietro erano abituati a vedere, ma che era ora precluso agli abitanti di questo desolato presente dalla malefica cappa che oscurava l'intero pianeta, conseguenza dell'inquinamento sfrenato e di una guerra totale che aveva portato l'umanità sull'orlo della rovina. Una sola la missione degli impavidi astronauti: viaggiare tra quelle stelle lontane e trovare un nuovo mondo adatto alla vita dove poter ricominciare da zero, imparando dal passato e evitando di ripetere quegli errori che avevano inesorabilmente portato a questa evitabile odissea.
É più o meno questo il concept che sta alla base di questo disco d'esordio – con il nuovo monicker – degli svedesi Atoma, la band (in origine denominata Slumber) ha infatti cambiato nome dopo il recente split avvenuto con il cantante/chitarrista Jari Lindholm (anche se voci di corridoio parlano di un reintegro di quest'ultimo a seguito della pubblicazione del cd). Un disco intenso questo Skylight, un viaggio emozionante verso nuove e sconosciute frontiere in fuga da un passato crudele e con la sola speranza a portare avanti i protagonisti. Tensione, paura, avventura, angoscia e determinazione: queste le sensazioni in cui incorrerete più spesso durante l'ascolto di questo interessantissimo e trascinante cd. Dirigono l'opera senza mezze misure gli effetti elettronici partoriti dalla mente di Ehsan Kalantarpour, che saturano l'atmosfera appesantendola sia con pattern ossessivi ma conturbanti che vanno a mescersi con la classica sezione ritmica, sia con accordi tenuti da suoni che richiamano archi estremamente sintetici. Sotto pulsa una sezione ritmica intensa e partecipata guidata dalla batteria di Rickard Insulander, che trascina i pezzi nei momenti di massima tensione con un uso ragionato e deciso del doppio pedale, mentre accompagna a dovere (ma sempre con una discreta decisione) i momenti più calmi dimostrando un gran gusto in particolar modo nell'uso dei timpani. Il basso di Siavosh Bigonah viene messo in risalto nei giusti momenti e non rimane troppo sacrificato rispetto alle pelli nonostante il suono particolarmente cupo, denso di bassi e maggiormente tagliato nelle altre frequenze, sebbene in certi pezzi l'intelligibilità delle linee faccia pensare che siano state alzate anche le medie nei momenti in cui il basso aveva più libertà (suppongo inoltre che sia stato usato un cinque corde o un quattro piuttosto ribassato); ottimi anche gli sporadici passaggi in cui viene distorto. Molto indietro invece le chitarre di Markus Hill (che immagino abbia ripreso parte delle partiture di Jari Lindholm, dal momento che era quest'ultimo a suonarle nei sample con la pre-produzione del cd), che svolgono un lavoro più da comprimarie, sia per il ridotto numero di parti più soliste sia per gli effetti utilizzati che le confondono nel mare di synth che monopolizzano il suono; nonostante tutto, il chitarrista svedese si è ben difeso proponendo parecchi arpeggi estremamente gustosi e sostenendo a dovere la parte ritmica ove richiesto. Estremamente ragionato - per quanto molto discreto - l'uso del cantato che spazia da uno sporadico growling basso e deciso ad un pulito etereo ed adattissimo a questo tipo di sonorità post-metal (per quanto un po' anonimo a livello di timbro) che viene anche valorizzato dall'occasionale overdubbing che lo duplica tanto da creare un costante effetto chorus.
L'intero cd si mantiene su standard qualitativi piuttosto alti e non è facile indicarvi quali siano i brani più riusciti; se proprio dovessi segnalarvi alcuni dei brani più adatti, per farvi un'idea di cosa troverete in tutto il cd vi suggerirei la decisissima title track Skylight, con il suo tiro deciso e le atmosfere tese ed inquietanti, o Resonance, con gli ottimi arpeggi di chitarra in apertura e il suo andamento vario che si dipana tra momenti più rilassati e sezioni più complesse e intense. Dulcis in fundo la dolce Rainmen, forse la track più melodica e coinvolgente a livello emotivo dell'intero lotto, giocata tantissimo su delle linee vocali estremamente azzeccate.
Gli Atoma hanno indubbiamente tirato fuori un disco di grandissima classe e di un'intensità rara al giorno d'oggi; certo resta il dubbio circa come sarebbe suonato se avesse preso parte alle registrazioni anche il chitarrista Jari. In effetti ci troviamo di fronte ad un'opera di altissimo livello ma che risulta piuttosto sbilanciata verso i sintetizzatori, che - intendiamoci - in sé sono ottimamente realizzati, ma che hanno forse tolto spazio ad una sei corde che se fosse stata più presente avrebbe potuto (il condizionale è d'obbligo) accrescere il valore complessivo di questo platter. La stessa sovrabbondante presenza dei synth ha creato un’eccessiva saturazione delle alte frequenze causando una parziale perdita di intelligibilità dei piatti della batteria e ovviamente della chitarra stessa, oltre ad una - seppur lieve - sensazione di confusione in determinati momenti dell'album. Non c'è comunque molto altro da dire verso una produzione che resta comunque di livello assoluto.
Per concludere direi che se siete amanti del post-metal o del post-rock probabilmente starete già ascoltando questo cd e non vi servirà sicuramente la mia recensione per poterlo scoprire, se invece non siete ascoltatori abituali di questi generi andate comunque ad ascoltarlo (sono disponibili molti sample se non addirittura interi brani in rete) ed eventualmente a comprarlo, vi garantisco che non sprecherete il vostro denaro.
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14
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Ad un primo ascolto mi ricordano non poco i Rosetta. Trovato su internet a pochissimo, mò lo compro  |
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13
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Sorry; l'labum dei PTP si intitola "U.M.A."; picolo refuso;  |
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12
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Premetto che non sono molto addentro a sonorità del genere; ma in ambito sci-fi oriented sono usciti a mio modo di vedere due gioielli che, quoto Nagash, preludono a due futuri capolavori: Atoma "Skylight" e Progenie Terrestre Pura "PTP". Countdown per i prossimi viaggi interstellari già iniziato. 85 al primo, 84 al secondo (premio di un punto la coesione forse un filo maggiore del lavoro degli Atoma). |
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11
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A me non è piaciuto neanche un po'. |
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10
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eppena sentito tutto: CAPOLAVORO ! siceraemnte per una proposta del genere il fatto che le chitarre non siano troppo in evidenza è un bene, il suono Sci-Fi ne avrebbe perso molto invece così relegate in fase di "assoli" sono perfette |
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9
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è vero, però parer mio, per il loro stile calza a pennello anche perchè sono molto più cattivi rispetto agli atoma che puntano ad un post più atmosferico e quindi gli intermezzi che ci piazzano puntano a spezzare le parti cattive, e secondo me ci stanno perfettamente  |
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8
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Conosco bene i Sunpocrisy. A mio parere rispetto agli Atoma risultano ancora più frammentari, ciò non toglie che potenziale ce n'è. |
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7
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guarda..se parli dei Sunpocrisy ho letto che si rifanno più a gruppi tipo The ocean e Tool... adesso giuro che la smetto di spammare ahaha!!! |
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6
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Sentito qualcosa su Youtube, davvero notevoli. Il disco è già praticamente nelle mie mani. Sono io o mi ricordano di striscio gli ultimi Cynic (e varie diramazioni post Focus, tipo i Portal ). |
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5
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ho ascoltato la titletrack: FANTASTICA ! |
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il nome è Sunpocrisy, chiedo venia. |
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3
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Bella recensione! ho ascoltato un paio di volte il disco sul tubo e concordo con il voto!! comunque se vi piace questo genere e volete supportare le band made in Italy ascoltatevi il disco dei Sunposcrisy (band bresciana), che fino ad ora a parer mio straccia di brutto la concorrenza in ambito post!! hanno tirato fuori qualcosa di spettacolare!! enjoy!!! |
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2
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Qui lo dico...lo ascrivo ai posteri. Il prossimo disco sarà STORICO! Per ora mi godo questo gioiello grezzo e già senza tempo. |
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1
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Tanto di cappello a questa band, ho atteso il disco per molti anni (ancora quando doveva essere Resonance degli Slumber) e non ho mai smesso di amare queste sonorità e la carica emotiva che i brani riescono a comunicare. Pienamente d'accordo con Gianluca sulla disamina e il dubbio di come sarebbe stato il disco se fosse uscito sotto gli Slumber, sicuramente più guitar-oriented ma non si può vivere dei condizionali. Lo ripeto e lo ripeterò sempre: ci sono dischi che cambiano con gli ascolti, mostrando sfaccettature diverse ed evolvendosi, e dischi che invece cambiano te, ascolto dopo ascolto. Questo per me rimarrà sempre nella seconda categoria, un lavoro fatto con il cuore prima che con la testa e con le mani. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Atoma 2. Skylight 3. Hole in the Sky 4. Highway 5. Bermuda Riveira 6. Resonance 7. Solaris 8. Rainmen 9. Saturn and I 10. Cloud Nine
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Line Up
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Ehsan Kalantarpour (Vocals, Synth) Markus Hill (Guitars) Siavosh Bigonah (Bass) Rickard Insulander (Drums)
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RECENSIONI |
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