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Xasthur - Nightmares At Dawn
( 4982 letture )
Per tutti, prima o poi, sopraggiunge il momento della fine, del termine d’un’esperienza. In tutti, o quasi, inoltre, si annida una sordida volontà di allungare, anche di pochi, pochissimi respiri, la propria esistenza. In sé tale tendenza non sarebbe nemmeno una tensione negativa: fa parte della natura umana. Se, però essa è applicata ad un settore, quello artistico, in cui la linea di demarcazione è offerta dalla qualità e dal significato di un’opera, diviene esiziale.

Ovviamente la sopraddetta considerazione vale per Xasthur, one-man band che sotto molteplici punti di vista ha donato lustro alla scena depressive statunitense, garantendo, nel corso di una carriera quindicinale, un flusso pressoché continuo di lavori discreti, se non eccellenti, da Funeral Of Being, al primo EP Darkened Winter, dal malsano Nocturnal Poisoning al monolitico split con Nortt. Un percorso artistico singolare, attraverso il quale il master-mind Scott Conner non ha mai rinnegato le origini, nascondendosi dietro ad impenetrabili colate di distorsione, assassine batterie elettroniche, voci lacerate dall’incessante riverbero ambientale. Una strada che comunque, dimostrando una certa onestà, il californiano aveva deciso di interrompere, forse conscio di quanto la vena creativa, un tempo florida, si stesse poco dignitosamente esaurendo, trasformando ogni parto musicale in un Golgota, in una Via Crucis che poco si addiceva alla spontaneità delle intenzioni. Un artista sa quando è venuto l’istante in cui la propria creatura dev’essere istigata al suicidio. Perciò, in seguito al debole commiato di Portal Of Sorrow, il demone di Alhambra depose le armi, per ritirarsi in silenzio nella sua dimora privata degli specchi.

Fino a maggio, quando, inopinatamente, compare questa compilation, Nightmares At Dawn, che subito, nell’appassionato delle sonorità, procura l’accensione di entusiasmi, purtroppo, rapidamente disillusi: non si tratta di una raccolta d’inediti, di un regalo dello Scott geniale, proteico, abile a tal punto da padroneggiare in poco tempo il violoncello, ma di un’operazione varata dal suo gemello prosaico. In poche parole, un coacervo di b-side, registrazioni in fase embrionale, addirittura (sorpresa però gradita) cover dei Black Sabbath, incisioni che differiscono dall’originale solo per qualche BPM. Poco, rispetto alle attese. È vero, certamente, che Xasthur mai aveva lasciato intendere un possibile ritorno con avviluppato nel suo oscuro mantello, ma altrettanto vero è che presentare una siffatta collezione di episodi non onora la memoria di un progetto il quale, a suo modo, fu grande. Ribadisco Nightmares At Dawn non aggiunge nulla alla nostra ammirazione o alla nostra semplice conoscenza della progenie mentale del musicista, non ci racconta niente di più delle sue tribolazioni, delle sue fobie, delle sue travagliate esperienze. È un senso di amarezza che pervade i novanta, misurati minuti che compongono il modesto canto del cigno della one-man band che suggeriva d’usare i cocci della specchiera per trapassarci le nostre morbide gole. Non avvertiamo più l’animo azzannato da un “dark paranoia”.

Nonostante ciò, alcune tracce degne di considerazioni la psicotica immaginazione di Scott le ha proposte: Society Wants To Die riporta in auge il riffing claudicante e malato che ha contraddistinto l’act, con l’introduzione di alcuni sparuti versi in pulito scandita da un collaborate di Conner, e la solita, uniforme, sezione ritmica, l’immortale Prison Of Mirrors,identica all’originale apparsa su disco, caratterizzata dall’informe muro del suono edificato da ronzanti amplificatori, i quali trasformano l’ascolto in un viaggio allucinato attraverso un quadro surrealista, od un incubo metafisico, Suicide In Dark Serenity, datata addirittura 2004, circolare e claustrofobica, sì da far desiderare in breve tempo l’accesso ad una fonte di ossigeno puro. Raramente, infatti, si ha l’occasione di sentir pulsare nelle cuffie uno screaming ricolmo di rassegnata, velenosa, disperazione come quello vomitato dall’ugola sofferente di Xasthur.

Il resto, e il cuore mi spasima di dolore, è al di sotto della soglia della sufficienza: non bastano le idee espresse nelle soffocante strumentale Portal Of Hatred o nell’intensa Nightmares At Dawn per far pendere la bilancia verso una sicura promozione. Il materiale, si nota anche ad un ascolto superficiale, non s’avvicina minimamente alle vette compositive a cui la band ci aveva, a fasi alterne, abituato.

Sorge spontanea la domanda: perché? Che, dopo mr.Vikernes, anche l’incorruttibile (ma andò in tour con i Sunn O ))), contravvenendo al codice intransigente del depressive!) Conner abbia ceduto, in tempo di crisi, alle lusinghe del vil denaro? Oppure che necessiti di contante fresco per poter finanziare la nascita del suo, imminente, nuovo progetto? Ogni ipotesi avrebbe una sua aurea di validità. E nessuna sarebbe in grado di placare il rabbioso moto di stizza.

Girando la questione, questa compilation permette di comprendere, fugando qualsivoglia dubbio, la causa della morte di Xasthur: non v’era, veramente, più nulla che non fosse già stato indagato, messo in musica, vissuto. E’, tuttavia, un addio che avremmo sognato migliore.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
40.82 su 17 voti [ VOTA]
il vichingo
Mercoledì 23 Maggio 2012, 21.24.07
4
Uscita trascurabile, fra due giorni ce ne dimenticheremo. Può invece essere tenuto in debita considerazione da chi cerca un sostegno per il proprio tavolino traballante.
Undercover
Mercoledì 23 Maggio 2012, 21.09.04
3
E' sempre stato uno dei miei progetti sottobicchiere preferito, ottimo quando non dovevo sporcare la scrivania o altro, si prendeva una copia di Xasthur e il problema era risolto, per un periodo credo d'averne avuto tipo 10 o 15 copie di dischi diversi che per fortuna ho poi sbolognato.
Ad Astra
Mercoledì 23 Maggio 2012, 20.01.27
2
mi son fermato a subliminal genocide... dopo non ho più ascoltato nulla.... ho provato ma penso che, e qui qualcuno mi darà contro, il suo capolovoro sia , insieme a nocturnal poisoning, tepelapthic
Bloody Karma
Mercoledì 23 Maggio 2012, 7.12.48
1
salto a piè pari...per quanto adori suicide in dark serenity è la terza o quarta versione che tira fuori....release inutile...
INFORMAZIONI
2012
Avantgarde Music
Black
Tracklist
1. Spoken In Vibes Of Coldness
2. Nightmares At Dawn
3. Reprisal
4. Degenerate Uprising
5. Prison Of Mirrors 2007
6. Losing Hand\ Redemption
7. Portal Of Hatred
8. Merciless Reflection
9. A National Acrobat (Black Sabbath cover)
10. Screaming At Forgotten Fears 2007
11. Society Wants To Die
12. Human Flotsam
13. Enthroned Uselessness
14. Suicide In Dark Serenity 2004
Line Up
Malefic (voce, tutti gli strumenti)
 
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