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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3550 letture )
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Tra i paesi europei estranei all’area nordica, la Romania è uno dei pochi che può vantare una certa sensibilità nei confronti delle proprie splendide aree naturalistiche che, oltre ad essere rispettate e considerate un'importante fonte di ricchezza, fungono da fonte d'ispirazione per molti artisti. Nello specifico, addentrandoci nell'oscura selva della musica estrema, una delle band metal che più è riuscita a mettere in luce questo tipo di rapporto con la natura porta il nome Negura Bunget: indubbiamente una delle più conosciute realtà musicali rumene a livello internazionale. Oltre al sostanzioso contributo artistico fornito in passato, quest’anno la proposta musicale dei Negura Bunget ha visto svilupparsi due ramificazioni rispetto al nucleo primigeno: la prima è rappresentata dai Din Brad, progetto neo-folk ancestrale portato avanti da alcuni degli attuali membri del gruppo; la seconda porta il nome Dordeduh ed è capitanata dagli ex membri Hupogrammos e Sol Faur, dedita ad un black atmosferico dalle tinte folkloristico. Sebbene Dar De Duh rappresenti sulla carta l'esordio sulla lunga distanza, in realtà non è la prima uscita sotto il nuovo monicker adottato dagli ex membri dei Negura Bunget. Il disco è stato preceduto infatti da un breve EP nel 2010, Valea Omului, che peraltro conteneva due brani riproposti anche in questo lavoro.
Dar De Duh è un disco difficile da assimilare e sicuramente un primo ascolto distratto non basterà per farvelo apprezzare appieno; le sonorità particolari e sfuggenti e la lunga durata (si parla di quasi un’ora e mezza di musica) contribuiscono a richiedere una certa dose di attenzione, che non è sempre facile mantenere vigile per tutto il protrarsi dell'ascolto. I brani sono simili fra loro, mettendo in luce come la formazione voglia dar vita ad un'esperienza unica e soggettiva, ipnotica ed atmosferica che alterni black metal evocativo a folk atavico e sciamanico, il tutto condito da un immaginario naturalistico dai tratti cupi (mi stupisce infatti la scelta di un paesaggio così soleggiato per le riprese del videoclip di Dojana). Ci saranno quindi brani concentrati sul black metal oscuro e trascinante, spesso arricchito da ambiances e tappeti sonori creati dalle tastiere, raffinatissimi intermezzi folk fatti di arpeggi acustici (come nella traccia d’apertura, Jin De Tronuri) e parti ambient quasi “tribali” e trascendentali (ne è un chiaro esempio la stessa Dojana) che ricordano in molti punti i Wardruna. Notevole è anche la presenza di strumenti antichi quali dulcimer a percussione, toaca e mandola, che insieme al cantato in lingua madre conferiscono una forte accento folkloristico alla proposta della band. Da menzionare anche lo splendido artwork, perfetto per le sonorità del disco, disegnato da Costin Chiorenau (chitarrista di Kandaon e Mediocracy), già noto per aver lavorato con band come Darkthrone e Aura Noir.
Questo disco è un viaggio tra le verdissime foreste della Romania, che si estendono sotto un cielo grigio e cupo; un teatro di spiriti delle antiche tradizioni locali che vagano sperduti tra gli alberi. Un'esperienza unica, singolare e splendida, anche se difficile da capire appieno.
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8
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Disco immenso, 85 come voto minimo... Ma so già che tra un po alzerò il voto. Splendido, consigliatissimo a tutti gli amanti dei connazionali Negura Bunget. |
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7
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io invece vado controcorrente. premettendo che i NG sono tra i miei gruppi preferiti in assoluto, per quanto ritenga il disco ben fatto e abbondantemente sopra la media delle uscite attuali, penso che rispetto ad OM, ma anche all'ultimo lavoro dei NB sia più "easy" e meno naturale, meno mistico e a tratti più forzato (nel voler creare sonorità atmosferiche e "folkeggianti"). secondo me (e inaspettatamente) dallo split ne è uscito meglio negru. in ogni caso come dicevo, album notevole e di non facile assimilazione. |
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6
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Sono assolutamente d'accordo con Piggod. |
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5
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@fabriziomagno Grazie Fabrizio! |
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4
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Disco che ho trovato molto piacevole: vicino ad Om a livello compositivo, eppure più avanti in altri dettagli come il suono del basso, davvero pieno e massiccio. Le sfumature sono ciò che rendono Dar De Duh così prezioso ed interessante, l'altra faccia dei Negura (attuali). Egoisticamente dico che se lo split è servito a raddoppiare il numero di uscite ad opera di questi compositori -mantenendo una qualità così elevata- per una volta è uno split che ha un senso. |
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3
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Vabbé, dare meno di 90 a questo lavoro è un delitto. Per chi adora (e ha adorato) i Negura Bunget, questo disco è un ascolto obbligatorio. Per quanto ritenga Virstele Pamintului un grandissimo disco, questo è il vero successore di OM. Un gioiello da ascoltare e riascoltare senza sosta. Un capolavoro. |
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2
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80. Preferisco sicuramente loro ai Negura recenti, direi che questo si mantiene al livello di Om. |
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1
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bella recensione rodolfo, e ottimo ottimo disco! una vera sorpresa anche se il 7" già prometteva bene. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Jin De Tronuri 2. Flacararii 3. E An-Na 4. Calea Rotilor De Foc 5. Pandarul 6. Zuh 7. Cumpat 8. Dojana
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Line Up
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Hupogrammos (Voce, Chitarra, Tastiere, Dulcimer A Percussione, Mandola, Percussioni) Sol Faur (Chitarra, Tastiere, Dulcimer A Percussione, Toaca) Gallallin (Tastiere, Dulcimer A Percussione, Voce) Flavius Misaras (Basso, Voce) Ovidiu Mihaita (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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