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Eluveitie - The Early Years
( 3907 letture )
Eccoci finalmente di fronte ad una compilation che non è un concentrato estremo di inutilità, ma che anzi potrà risultare piuttosto utile ai fan più recenti degli Eluveitie. The Early Years, questo il titolo dell'uscita, propone la versione masterizzata di Spirit, disco uscito nel 2006 per conto della Fear Dark Records e al giorno d’oggi semi-introvabile, arricchito dalla ri-registrazione di Vên, primissimo EP risalente agli acerbi esordi della band. Quest'edizione è formata semplicemente da un piccolo cofanetto digipack contente i due CD: un riassunto (adattato alla qualità dei tempi) dei primi lavori della formazione di Zurigo.

Cominciando l'analisi dal primo disco, è subito chiaro come tutti i problemi di produzione che avevano pregiudicato il mini-cd intitolato Vên siano oramai superati, rendendo così l'ascolto maggiormente scorrevole e piacevole. Questi venti minuti abbondanti potrebbero fare decisamente comodo ai fan che non erano mai andati a sentire la primissima demo del gruppo (cosa che non consiglio vista la qualità), che in questo modo possono ascoltarla in tutta tranquillità e con una resa sonora accettabile. L'uscita risulta gradevole nonostante gli elvetici si portino dietro l'inesperienza compositiva tipica degli esordi, alternando a pezzi maggiormente trascinanti ed ispirati come Uis Elveti le meno riuscite Lament e Druid, che non spiccano di certo per varietà o capacità di intrattenere l'ascoltatore, anche se denotano qualche buono spunto sia per quanto riguarda la componente metal, sia per quanto riguarda le influenze folkloristiche, che da anni caratterizzano gli Eluveitie. Niente da dire per quanto riguarda l'intro Verja Urit An Bitus e l'outro Jêzaïg, mirate più che altro a ricreare una determinata atmosfera (a tratti evocativa ed addirittura battagliera) che tutto sommato viene poi riscontrata appieno nel sound della band.

VOTO: 65

Ma passiamo ora al secondo disco, Spirit, introdotto dall'omonima intro strumentale, un pezzo che in due minuti propone un po' una sintesi degli Eluveitie ed evidenzia in particolar modo la forte presenza folkloristica che caratterizza la band svizzera.
Non dobbiamo però dimenticare l'importanza del roccioso riffing presente in ogni singolo brano, una pesantezza sonora che possiamo constatare da subito in Uis Elveti: la traccia è basata sull'alternanza di una ritmica improntata sulle ripartenze con il lato epico e sognatore del gruppo, fatto di cori in pulito ed ampie variazioni di stampo folk. A seguire abbiamo Your Gaulish War e Of Fire, Wind & Wisdom: in questi due brani le sei corde risultano molto più scorrevoli e specialmente nella prima emerge un forte lato thrash che si amalgama alla perfezione con l'imponenza scenica dei fiati e degli strumenti popolari di sottofondo; nella seconda i Nostri mostrano uno spiccato perfezionamento compositivo in confronto a quanto ascoltato in Vên, il repentino miglioramento che la band ebbe all'epoca fu tanto sorprendente quanto lo è stato il veloce peggioramento che stanno vivendo in questi anni. L'evocativa e delicata Aidû pone fine alla prima parte dell'album, andando così ad introdurre uno dei pezzi forse meglio riusciti dal gruppo svizzero, ovvero The Song Of Life, canzone che affonda le proprie radici nel melodic death e riesce nell'impresa di contaminarlo alla perfezione con inserimenti folkloristici di ogni tipo. Anche dal punto di vista della carica emotiva, i quattro minuti in questione viaggiano su livelli molto alti: non un singolo passaggio risulta banale o forzato e il tutto scorre con fare trascinante e coinvolgente. Da questo momento in poi diventa ancora più evidente la maturazione dei giovani svizzeri, che ci propongono canzoni maggiormente lunghe ed articolate, ma soprattutto presentano sonorità in grado di spaziare tra diverse sfumature emozionali: un esempio è dato da Tegernakô, dove nei minuti iniziali riecheggia una forte sensazione di drammaticità, successivamente spazzata via da energici fraseggi acustici e da particolari trame flautistiche. Con Siraxta assistiamo al primo pezzo in cui la voce femminile è padrona della scena, lasciando all'imponente voce di Chrigel un ruolo più marginale, di accompagnamento. Il risultato finale è decisamente buono, merito anche del climax che costituisce questi cinque minuti abbondanti: gli attimi iniziali sono infatti dominati da una sensazione di quiete, interrotta solamente da qualche apertura melodica della chitarra, mentre col passare dei secondi il pezzo si scatena completamente rilasciando tutta la propria carica precedentemente repressa. Dopo aver raccontato di numerose battaglie finalmente i Nostri possono cantare vittoria, con The Dance Of Victory, traccia che nonostante le varie accelerazioni presenti al proprio interno è sempre riuscita a trasmettermi un particolare e piacevole senso di pacatezza. La conclusiva The Endless Knot rappresenta il punto esclamativo di questa prima opera marchiata Eluveitie, raccogliendo in questo brano tutto il meglio che la band è in grado di trasmettere; in particolar modo è messa in luce l'ispirata vena compositiva posseduta all'epoca.
La chiusura è opera dell'outro strumentale AnDro, che non va ad aggiungere o a togliere niente a quanto detto in precedenza, senza influenza considerazione che ho maturato riguardo questa uscita.

In conclusione ci troviamo di fronte ad un ottimo album, forse il migliore in assoluto degli Eluveitie. Dopo di questo infatti non sono più riuscito a trovare qualcosa di interessante in loro, anche se non posso non ammettere quanto Slania abbia giocato un ruolo chiave per la diffusione del folk metal, ovviamente senza considerare tutti i pro e i contro del caso. Detto questo sottolineo, per una volta, la buona azione della Nuclear Blast nel riproporre questo album oramai divenuto introvabile: se siete dei fan accaniti di questo gruppo correte a farlo vostro, non ne rimarrete delusi.

VOTO: 80

Ritengo che nel complesso questa operazione possa ottenere un discreto successo, dato che non è mirata a ristampare inutilmente un prodotto già presente in enorme quantità all’interno del mercato globale, ma è veramente concepita per venire incontro a chi, per motivi anagrafici o per mille altre ragioni, non ha potuto accaparrarsi in passato i dischi contenuti in questo piccolo box-set. Il motivo per cui non ho assegnato alla raccolta un voto è molto semplice: credo che sarebbe ingiusto assegnare a The Early Years un punteggio corrispondente alla media matematica tra la valutazione del demo e del full-length, che per ovvie ragioni sono qualitativamente molto distanti, rischiando in questo modo di screditare una compilation rivelatasi utile e ben fatta.



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
75.2 su 10 voti [ VOTA]
fabriziomagno
Domenica 21 Ottobre 2012, 10.37.49
7
secondo me invece Vên in questa versione fa schifo! suona troppo moderno e privo di mordente, mentre la versione originale ha un grande fascino e la trovo spontanea e sincera. Spirit invece rimane un grande album, sia nella versione originale che in questa "aggiornata". Tirando le somme questa uscita ha un senso, personalmente non la gradisco molto, ma almeno la gente si può comprare Spirit.
Theo
Venerdì 19 Ottobre 2012, 19.18.58
6
Ottima l'idea della riregistrazione di Ven comunque, suonava proprio male e ora è decisamente meglio e le canzoni in se riescono ad attirarmi anche di piu... Inoltre, come ha detto Giacomo nella rece, Spirit era introvabile quindi tutto di guadagnato
Theo
Venerdì 19 Ottobre 2012, 19.17.16
5
Ahh, Spirit... Quanti ricordi, capolavoro per me... Voto 89. Il migliore degli Elu assieme a Slania sicuramente, top songs: Tegernako, Uis Elveti, Your Gaulish War, Of Fire, Wind And Wisdom, The Song Of Life... Davvero bello, se amate il folk e il death melodico, fatelo vostro... Non ve ne pentirete!
Francesco
Venerdì 19 Ottobre 2012, 16.08.16
4
Ma questa doppia ristampa ha aun'altra grandissima utilità: permettere a voi recensori di completare la discografia degli Eluveitie con una sola recensione XD
Coccolino Amoroso
Venerdì 19 Ottobre 2012, 14.09.16
3
Pure il contenuto è da panico !!!
Michele
Venerdì 19 Ottobre 2012, 13.20.43
2
P.S. La copertina mi fa impazzire.
Michele
Venerdì 19 Ottobre 2012, 13.18.24
1
Spirit è uno di quei dischi che verrà ricordato fra i "classici" del folk metal assieme a Slania, secondo me. Sono due dischi che possono piacere o no, ma, come dice giustamente Giacomo nella recensione, sono stati importantissimi per la diffusione a livello globale di quello che ritengo uno dei generi più importanti per quanto riguarda gli ultimi 10 anni. Poi, sinceramente, a me gli Eluveitie piacciono tantissimo fino al terzo disco, l'ultimo è un po' noiosetto, invece.
INFORMAZIONI
2012
Nuclear Blast
Folk
Tracklist
CD 1: Vên
1. D’vêritû Agâge D’bitu
2. Uis Elveti
3. Ôrô
4. Lament
5. Druid
6. Jêzaïg

CD 2: Spirit
1. Spirit
2. Uis Elveti
3. Your Gaulish War
4. Of Fire, Wind & Wisdom
5. Aidû
6. The Song Of Life
7. Tegernakô
8. Siraxta
9. The Dance Of Victory
10. The Endless Knot
11. AnDro
Line Up
Chrigel Glanzmann (voce, chitarra acustica, mandolino, uilleann pipes, bodhrán, fiati, gaita)
Meri Tadic (violino, voce)
Merlin Sutter (batteria)
Ivo Henzi (chitarra)
Sime Koch (chitarra, voce)
Anna Murphy (hurdy gurdy, voce)
Päde Kistler (cornamusa, whistle)
Kay Brem (basso)
 
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