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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3668 letture )
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I Lizzard sono un promettente trio proveniente dalla Francia formatosi sei anni fa con all’attivo il demo autoprodotto La Criée - rilasciato nel 2006 - ed il pregevole EP Venere del 2008; questo gruppo, in particolare con il secondo lavoro, aveva già palesato idee ben chiare, grinta da vendere e ferrea determinazione per perseguire la strada verso la notorietà. Il loro recente full length d’esordio, intitolato Out of Reach, corrobora l’impressione netta di essere al cospetto di una band davvero interessante per la qualità del songwrting propinatoci; si viene, infatti, letteralmente catturati dalle alchimie sonore dei Lizzard, le quali, se da un lato non brillano per innovazione e complessità strutturale, dall’altro sono capaci di ammaliare ravvivando la genuina passione per la musica vera, quella con la M maiuscola: una dote davvero unica in questi tempi di vacche magre. L’accattivante direttrice artistica è attestata su un roccioso e lineare alternative metal con marcate incursioni progressive; la musica è essenziale e si lascia ascoltare con grande piacere, seppur sia innegabilmente ancora troppo derivativa dallo stile di gruppi famosi quali Tool, Helmet e Porcupine Tree.
Le composizioni migliori sono quelle più ruvide munite di un taglio deciso e adrenalinico quali l’opener Disintegrity, The Orbiter (a mio avviso la migliore del lotto e dalla quale è stato tratto anche un bel videoclip), la micidiale Fakeworld e la dirompente Twisted Machine - eccellente la sezione ritmica - nelle quali si apprezzano sia l’ispirazione che la grande energia sprigionata indefessamente da questi tre giovani ragazzi. Meno rilevanti, ma pur sempre oltre la media i brani che possiedono una veste più rarefatta tipo l’incipit della title-track - canzone che in seguito aumenta d’intensità - l’onirico andamento psichedelico di Loose Ends - introdotta dalla soffusa strumentale Skyline -, la semimelodica Across the Line e la conclusiva ammaliante Tear Down the Sky Kill. Il basso di William Knox è sempre ben in risalto, il poderoso drumming della bruna Katy Elwell è costantemente di livello e i riff e gli assolo sprigionati dalla sei corde di Mathieu Ricou, peraltro ineccepibile anche come singer, sono energici ed abrasivi; insomma tutto è adeguatamente di elevato spessore e con una maggiore attenzione (reputo meri riempitivi sia la citata Skyline che l’altra strumentale Backslide) il disco avrebbe potuto ascriversi tra i migliori usciti quest’anno nell’ambito alternative metal. Il lavoro in sede di produzione svolto da Rhys Fulber (Paradise Lost/Fear Factory) costituisce, infine, la ciliegina sulla torta di questo platter curato in ogni minimo dettaglio.
In definitiva Out of Reach convince: è intenso, rude, e soprattutto maturo specie in relazione con la giovane età di questi musicisti praticamente sconosciuti che potranno solo migliorare in futuro magari personalizzando la loro musica. I Lizzard sono una vera sorpresa! Fidatevi!
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13
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Album veramente eccellente .... poco scontato, dinamico e fresco ... un vero gusto ascoltarlo!!!! Sembra un'onda perpetua |
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12
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Veramente in gamba questi ragazzi..disco che merita assai,recensione azzeccata e voto pure!!! |
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@Nagash, ma sì ci sta pure, i ragazzi son bravi non lo discuto minimante, il disco spero di prenderlo prima possibile, però non mi spiego perché sulle recensioni estere ci si fionda e quelle italiane passino quasi inosservate e poi ci si lamenta del fatto che non c'è supporto? Almeno la si finisse con questa maledetta cantilena ... Probabilmente hai ragione, ho solo colto la palla al balzo perché il cd dei Kubark è da poco in casa e gira spesso eheh |
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10
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@Undercover: Io te la spiego senza troppi giri, preferisco la voce di Ricou rispetto a Nulla. Tutto qui. Oltretutto credo che i Kubark siano più particolari ma hanno meno pacca. Non li paragonerei sul genere trattato. Però devo darti ragione su una certa esterofilia, anche se il caso in questione è il meno adatto per parlarne. |
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9
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@ Undercover:  |
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@hm is the law aspetta la mia critica non era rivolta a te... ho solo fatto notare che quel disco è in home da più giorni e ha avuto meno attenzioni, vuoi perché è autoprodotto, vuoi per quel che vuoi ma è così, non ho detto né mi sogno di dire è hm is the law che porta avanti una campagna contro le band italiane, ho solo constatato che da quando è stata postata questa, sono arrivati commenti al volo, lì si latita cosa che avviene spesso a meno che non scattino le risse. |
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@ Undercover: sono uno dei recensori che supportano di più i gruppi italiani per cui la tua critica non puoi ascriverla al sottoscritto. |
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Io sono d'accordo con quanto dite però faccio notare una cosa: band francese, Season Of Mist di mezzo, musica derivativa con me siamo al sesto commento. Kubark: italiani, musica derivativa allo stesso modo per quanto mi riguarda con maggior carisma e varietà a favore dei nostrani rispetto a questi ragazzi e li ci sono tre commenti, il quarto sarà il mio... come sempre è l'etichetta che vince e noi siamo fottutamente esterofili. |
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5
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Seguite questi ragazzi faranno perlare di se! |
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Sono in tre ed è impressionante la mole di suono che sprigionano!! Interessanti!! Grazie Fabio! |
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3
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devo convenire con quanto hai scritto...meritano attenzione, i ragazzi! Mi piacciono molto. Ottima descrizione! |
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2
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li ho ascoltati e debbo confermare che sono molto bravi, musicisti ottimi, la batterista è una autentica lupa auuuuu, però io non riesco a fare mie queste sonorità "postqualchecosa" perciò preferisco non esprimere voto. |
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1
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Gran bel dischetto davvero! |
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INFORMAZIONI |
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Klonosphere/Season of Mist
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Tracklist
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01. Disintegrity 02. The Orbiter 03. Out of Reach 04. Skyline 05. Loose Ends 06. Backslide 07. Fakeworld 08. Twisted Machine 09. Across the Line 10. Tear Down the Sky Kill
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Line Up
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Mathieu Ricou (Voce, Chitarra) William Knox (Basso) Katy Elwell (Batteria)
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