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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Oak Pantheon - From A Whisper
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( 3640 letture )
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Il progetto Oak Pantheon è un duo nato a Minneapolis (Minnesota) nel 2011: pochi mesi dopo la fondazione è già pronto l'EP d’esordio The Void che, con una durata di circa trenta minuti ed un’ottima attitudine nel songwriting, porta la band a pubblicare il disco successivo sotto la label Broken Limbs Recordings. From a Whisper esce nel settembre del 2012 e, sebbene non stia godendo del successo che meriterebbe per la sua ottima qualità, ha indubbiamente fatto circolare il moniker degli Oak Pantheon fra gli appassionati del cosiddetto “cascadian black metal”. L’album presenta infatti tutte le caratteristiche di questa nuova ondata americana, resa celebre dalle produzioni di Agalloch e Wolves in the Throne Room e responsabile della fondazione di gruppi molto interessanti, come Alda, Addaura e Panopticon. L’attitudine tipica del genere ha varcato in pochissimo tempo i confini della regione eponima degli Stati Uniti per arrivare anche in Europa (Altar of Plagues, Wodensthrone, Nhor) e perfino in Asia (Deep Mountains, Vallendusk, Luke). Ad un primo impatto si nota che la fonte d’ispirazione maggiore per gli Oak Pantheon sono indubbiamente gli Agalloch: le influenze del quartetto di Portland emergono infatti negli arpeggi dei brani acustici, nei fraseggi di chitarra e nelle vocals, davvero simili a quelle del maestro John Haughm. Le otto tracce che compongono From a Whisper immergono l’ascoltatore in un immaginario naturalistico e poetico davvero suggestivo, che lascia fluire lentamente i pensieri e le emozioni attraverso le sue note malinconiche. Sin dall’iniziale Descend Into Winter si entra nel vivo dell’album: i fraseggi di chitarra solista lasciano scorrere il brano in maniera davvero intensa, grazie anche agli incisivi screams sussurati che recitano i testi introspettivi del duo. Colpisce davvero anche il brano We Will Tear Down The Gods, una traccia prevalentemente acustica influenzata dal lato più neofolk degli Agalloch, e in grado di evocare una malinconia notevole, sublimata all’interno del contesto naturale che permea la canzone, che presenta anche un intermezzo fatto dal suono di una sorgente d’acqua. Il neofolk spicca anche The Ground Beneath You, un pezzo interamente strumentale che presenta anche una buonissima dose di post-rock, davvero bello come pochi ed in grado di far venire i brividi per il suo splendore. Il punto più interessante di questo lavoro è senz’altro il fatto che si presenti perfettamente come un’opera integra, in quanto per tutta la sua durata complessiva non fa notare punti di cedimento, e soprattutto senza annoiare un secondo nonostante la durata superi i 60 minuti, offrendo in questo modo un’esperienza davvero singolare. Tra gli esempi di canzoni che riassumono al meglio tutto lo spirito del disco vanno menzionate di certo le lunghe Roots of Man e la già citata We Will Tear Down The Gods, poiché presentano tutte le caratteristiche che ritroviamo nell’intero album. Sebbene la formula degli Oak Pantheon prenda rientri appieno nel movimento cascadian black metal e prenda veramente moltissimo degli Agalloch, ha indubbiamente un tocco personale che rende la proposta del duo davvero singolare. Per questa ragione From a Whisper si rivela davvero un’ottima sorpresa anche per gli assidui ascoltatori del genere.
Lasciarsi trasportare da dischi come questo è sempre un’esperienza significativa, la musica è arte e purtroppo i media e la massa cercano inspiegabilmente di farcelo dimenticare. From a Whisper rientra indubbiamente tra le opere che racchiudono un messaggio artistico profondo ed intenso, in grado di trasmettere qualcosa di forte attraverso i suoni partoriti unicamente dalle ispirazioni dei musicisti. Restando relativamente in sordina, i Oak Pantheon hanno partorito un disco che merita di essere incluso tra le sorprese positive di quest'anno.
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Sarebbe giunta l'ora di recensire il secondo album, In Pieces, piuttosto diverso, un prog black, autoprodotto, di cui al Sound Cave di Milano stanno arrivando delle copie (per ora c'è il tubo) |
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A me i Lantlos piacciono e anche molto ma l'ultimo non riesco ad arrivare alla fine, è troppo melense. |
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@Undercover Guarda sul fatto che ci siano degli schemi ben precisi nel genere lo condivido, e comunque sono rare le band che siano completamente libere dagli schemi, un esempio lampante sono gli Agalloch dei primi album che in quel periodo proponevano qualcosa di completamente innovativo e di altissimo spessore artistico. I Lantlos sono uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, penso che tutti e tre gli album siano meavigliosi, anche se vedo l'entrata di Neige come un fattore che ha portato soltanto cose profondamente positive, e qui non dico che stai affermando una cosa sbagliata, perchè si parla semplicemente di gusti. Però considero .Neon un capolavoro e in qualche modo anche innovativo per quella scena, cosa che posso dire con ancora più certezza di Agape, lo trovo molto libero da schemi quel disco, senza contare che è anch'esso un capolavoro. |
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Non sto negando quanto dici, concordo con te sul fatto che ci siano state uscite significative in entrambe le schiere, però non è un caso che molte delle band siano andate e a puttane, da quando è entrato Neige nei Lantlos per me son scaduti e si sente la sua mano ormai dozzinale, tutto quello che tocca prende la stessa direzione, i Lifelover sono splittati ma all'ultimo addirittura avevano puntato su una release di stampo più duro guardando indietro per rompere degli schemi nel quale sembravano essersi incastrati, dico solo che forse il genere non è così privo di schemi come pare a tanti e il fatto che ci sia una ciclo di uscite fin troppo similari negli ultimi anni n'è la prova, il nuovo che avanza, non avanza più, gli stessi Altar Of Plagues con la loro variante post-rock non potranno tirar avanti in eterno. |
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9
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A dire la verità non mi aspettavo una così netta divisione tra gli ascoltatori del cascadian black e del blackgaze (la scena dei vari Lantlos, Heretoir ecc.), trovo che a mio parere siano le scene musicali in ambito metal che hanno più da dire, ma si tratta di opinioni. è chiaro che questi gruppi non sono vicini allo Shoegaze serio di Slowdive e My Bloody Valentine, ma lo utilizzano solamente in parte, per altro gli Alcest non li reputo nè black metal nè shoegaze. In ogni caso secondo me le due scene fanno entrambe parte dell'ondata moderna del black metal e penso che in tutte e due ci siano state delle uscite davvero significative. |
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8
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ho anch'io qualche dubbio sul termine futuro, dato che gli Agalloch suonano dal '96, con il primo lp del '98, i WITTR dal 2003, oltretutto con stili a mio parere molto diversi.. concordo con Undercover sul pericolo già in atto che diventi un movimento di moda pur riguardando un ridotto numero di ascoltatori |
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7
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Ottimo album! Anche economico, tra l'altro! |
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6
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Insomma... sul fatto che il cosiddetto Black gaze sia il futuro del Black ho qualche (più che legittimo) dubbio. |
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Oddio che futuro di merda ci attenderebbe... no per fortuna, non sarà così, lo stesso filone si è standardizzato parecchio e usare il termine blackgaze che comprenderebbe l'utilizzo dello shoegaze seriamente, e non come fa Neige per intenderci, è frutto dell'ottimo lavoro delle label più che delle band. Il cascadian è bello perché un circolo chiuso, una volta sdoganato è moda, a questo punto vi consiglio di ascoltare il disco dei Moss Of Moonlight non cagato di striscio da quasi nessuno e molto meglio di ciò che tante etichette tirano fuori odiernamente, o gli Shroud Of Despondency che continuano a essere senza supporto chissà per quale arcano motivo... forse non sono di moda. |
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@Ahti Condivido assolutamente, il cascadian è il futuro insieme al blackgaze |
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Uscita molto piacevole, spero continuino su questa scia perchè la loro proposta merita! |
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Dei Luke si trova poco, nonostante il progetto cinese sia da seguire. Nhor è un fenomeno, assieme a quel genio dei Desiderium, artista eclettico inglese. Il cascadian è il futuro. |
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1
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Devo assolutamente ascoltarlo, in questo periodo il cascadian mi sta prendendo particolarmente |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Descend Into Winter 2. It 3. We Will Teaar Down The Gods 4. Aspen 5. The Ground Beneath You 6. Roots of Man 7. From a Whisper 8. An Alter of Limbs
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Line Up
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Tanner Swenson (voce, chitarra, basso, batteria) Sami Sati (voce, chitarra, basso)
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RECENSIONI |
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