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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Solifuge - Through The Loathing Of A Sick Mind
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( 2833 letture )
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Per quanto riguarda il nome del gruppo, solifugae deriva dal latino e testualmente significa "per fuggire dal sole". Il Solifuge, invece, è un ragno predatore che predilige la notte per la caccia, un nome che rappresenta al meglio lo spirito e le intenzioni del gruppo.
Italians do it better, verrebbe da dire: non pare, infatti, esserci sottotitolo più azzeccato a questa recensione. Sì, perché Solifuge - prima che i sopraccitati - sembra acquisire il significato di qualità al servizio della causa, di spessore musicale degno della band più navigata. E sembrerebbe proprio così considerato l'anno di nascita del progetto, l'ormai lontano 1999: in realtà quell'anno segnò l'inizio di una storia alquanto tribolata, dove la parola "pace" e "continuità" rifuggono più di una volta, come l'ombra con la luce. Nati dalla mente del chitarrista Carlo "Black King" Campus e del bassista Daniele Amatori, a cui si aggiunsero al microfono Francesco Morena e Jonah Padella dietro le pelli, il gruppo romano esaurì le proprie riserve in appena due anni di vita, dopo aver dato alle stampe l'EP di debutto - l'omonimo Solifuge - ed aver fatto registrare numerose date live a supporto; nel 2008 l'attività venne ripresa col cambiamento di due quarti dell'originario organico, ma solamente per una manciata di mesi. E’ il 2010, invece, l'anno della decisiva ribalta: assoldati Mad Curtis alla voce, Luk al basso e Gianluca alla batteria, l'indiscusso leader Carlo Campus prende per mano una band rinvigorita da una nuova e più sfacciata intesa musicale e ci regala, attraverso il disgusto di una mente malata, questo primo full length della loro discografia, certamente uno dei lavori più interessanti del panorama musicale italiano in questo 2012.
Uno dei più interessanti non significa, ovviamente, un lavoro perfetto: ma la netta sensazione che si ha ascoltando il livello dei romani Solifuge è che la perfezione sia davvero alla loro portata. Non mancano in questo Through The Loathing Of A Sick Mind, ad onor del vero, episodi meno convincenti: attenzione però, non ho detto meno riusciti. Brani come la centrale Inside o la conclusiva Acid Smoke appaiono, infatti, di livello un po' inferiore rispetto alle altre, ma le loro strutture melodiche, meno immediate o travolgenti che siano, non fanno altro che aggiungere sfumature al risultato finale, contribuendo a creare quel senso di completezza, organicità, che è un importante tassello in favore della maturità artistica. Ciò che più appaga l'ascolto di questo album è, senza dubbio, l'alto tasso qualitativo ed emotivo che percorre le dieci tracce qui presenti: eccoci, ad esempio, investiti dall'uno-due Dead Star/Kill Your Idol in apertura, accoppiata che mette ben in evidenza i connotati di questa aracnide metallica: ritmiche pesanti ma estremamente dinamiche, non di rado serrate, apporto strumentale di ogni singolo elemento di assoluta levatura tecnica e capacità compositiva, tra i quali spiccano la voce grezza ed aggressiva di Curtis e le sei-corde del Re Nero, totalmente a proprio agio nel sorreggere l'intero sound del platter. Ascoltate i due singoli Wake Up Your Soul From Nightmares e la massiccia Bounce per convincervi ancor di più di questo, o Run Through The Rain e Thorns In Your Lies, due brani che esplorano in maniera eccelsa sonorità più ragionate ed intime...insomma, un ben assortito ventaglio di scelte. Da segnalare, inoltre, quanto la prova che il quartetto offre a livello strettamente musicale venga ulteriormente impreziosito dal fattore lirico/concettuale: ogni brano, difatti, cerca di sondare un differente stato d'animo e psicologico, attraverso il filo conduttore della pazzia come conseguenza del rapporto tra uomo e ambiente circostante, sull'apparentemente comune fenomeno per cui una mente ritenuta sana si possa trasformare in una, invece, psicopatica. Aggressività, rabbia, mestizia, disperazione: sono solo alcune delle sfumature che i testi, la voce e le ritmiche trasudano, vischiose al tatto ed acri nell'odore.
Sarà l'atmosfera che si respira in questo periodo, sarà che anch'io sto invecchiando, in ogni caso sento che sia doveroso concludere la qui presente recensione dando spazio ad una serie di auguri. L'augurio, innanzitutto, che la Revalve Records supporti degnamente - e sappia farlo in maniera sufficientemente forte - una così promettente e valida realtà, tanto giovane nel mondo discografico quanto già grande, sotto molti aspetti. L'augurio, in seconda battuta, di poter ascoltare presto del nuovo materiale che - come dichiarato dalla band - in realtà è già pronto ed aspetta solamente di esser portato in studio per esser plasmato ed, infine, inciso. E, per ultimo - ma importante almeno quanto i precedenti e da cui essi dipendono - mi auguro col cuore che voi lettori ascoltiate e decidiate, quindi, di seguire questa band. Ne vale davvero la pena, semplicemente.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dead Star 2. Kill Your Idol 3. Run Through The Rain 4. Bounce 5. Inside 6. Wake Up Your Soul From Nightmares 7. Thorns In Your Lies 8. Faster, Faster, Until Death 9. S.M.U.T. 10. Acid Smoke
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Line Up
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Mad Curtis (Voce) Carlo "Black King" Campus (chitarra) Luk (Basso) Gianluca (Batteria)
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