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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2027 letture )
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Tra le attività che sfilano nel curriculum di Munruthel (All’anagrafe Vladislav Redkin), spicca indubbiamente il ruolo di batterista all’interno dei Nokturnal Mortum, che oltre ad averlo impegnato per circa 9 anni, sono certamente responsabili di averlo consacrato all’interno della scena folk metal europea. Gli albori del progetto Munruthel avvenuti nel 1997 rappresentano il debutto solista del musicista ucraino: prima orientato verso un’ambient sinfonica piuttosto ritualistica (poi riproposta in altri vari altri progetti solisti) e successivamente convertito ad un pagan metal con frequenti contaminazioni ambient, folk e black. In realtà Munruthel suonava ambient già dal 1988 sotto il nome di Silentium, ma a parte un demo non è stato registrato nulla di particolarmente rilevante.
CREEDamage è un disco rilasciato a carriera inoltrata (è esattamente il quinto lavoro di una discografia iniziata 15 anni prima) e la musica contenuta al suo interno sembra molto aperta ad altri stili musicali, particolarità che ha caratterizzato ampiamente l’approccio compositivo del musicista, che questa volta appare più vicino al folk sinfonico che all’ambient ritualistica. Tra le influenze del disco compaiono diversi elementi symphonic black metal in stile Nokturnal Mortum: tali rettaggi si trovano soprattutto nei blast beat di batteria (un esempio è l’epica The Mown Dawns Lie On the Ground, dove collabora con la sua voce niente meno che Masha Aripnova degli Arkona) e gli acidi scream vocali del cantante, per il resto la musica può definirsi un incrocio tra pagan e folk metal. Tra i brani che spiccano maggiormente è d’obbligo citare l’avvincentetitle track, resa da subito nota attraverso un videoclip promozionale, che con la sua ritmica trascinante e la travolgente melodia epica rimane facilmente memorizzabile, ponendosi come uno dei brani migliori di CREEDamage. Merita di essere menzionata anche la cover di The Lake, brano dei Bathory del periodo Blood on Ice , resa davvero bene anche grazie alla voce principale di Wulfstan dei Forefather. Altro brano molto coinvolgente è sicuramente The Eyes of Abyss, prima vicina al black metal sinfonico poi pienamente folk con tanto di cornamuse e flauti, senza dimenticare un intermezzo in stile progressive metal (con tanto di breakdown e slap di basso). Uno dei momenti più interessanti del disco è rappresentato senza dubbio dalla trilogia finale Krade che mostra tre brani di musica sinfonica che si dilungano per quasi 20 minuti, portando l’ascoltatore lontano dai territori esplorati prima per avvicinarlo in una nuova dimensione più epica ed ipnotica, che per qualche spunto ricorda vagamente i Summoning.
Il panorama slavo ha sempre offerto molti ottimi gruppi nell’ambito del folk metal e Munruthel è stato parecchio importante sia come membro dei Nokturnal Mortum (ai tempi era considerato il miglior batterista dell’Ucraina!) che come solista. Questo disco non è di certo fondamentale all’interno della sua discografia, poiché si tratta di un buon album che però è ben lontanto dall’essere definito memorabile. Aldilà di questo però è senz’altro una valida dimostrazione del fatto che questa scena abbia ancora molto da offrire.
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Ma se questo disco è pagan, vuol dire che potrebbero dunque esistere anche dei dischi "Buddist" oppure "Muslim"? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ardent Dance of War’s God 2. Rolls of Thunders From Fiery Skies 3. CREEDamage 4. The Mown Dawns Lie on the Ground 5. The Age of Heroes 6. The Lake (Bathory Cover) 7. The Eyes of Abyss 8. Carpathians Shield 9.Krada I: The Blood 10.Krada II: The Surya 11.Krada III: The Fire
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Line Up
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Munruthel (voce, tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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