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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Acacia - Tills Döden Skiljer Oss åt
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( 2656 letture )
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Gli Acacia sono un gruppo svedese che condivide con gli Shining il luogo natio, il bassista Christian Larsson e soprattutto il genere musicale, il depressive rock, proponendone però una versione meno inquieta e feroce, una declinazione molto personale che predilige tempi lunghi, un andamento a tratti lento e cadenzato, atmosfere malinconiche e meditative ed ampie contaminazioni con il black metal. L’album è composto da cinque brani di notevole durata, tanto che potremmo definirlo una suite costituita da movimenti molto simili tra loro dal punto di vista della tonalità e della struttura: una scelta senza dubbio ardita ma qui perfettamente riuscita, poiché ogni brano esprime senza soluzione di continuità il susseguirsi di passaggi di matrice stilistica diversa eppure in piena e perfetta euritmia tra loro. Questa virtuosistica armonia è merito di un mood che uniforma e rende omogenee le singole composizioni e che possiamo definire come un’atmosfera sonora malinconica dai tratti delicati e dolenti che a volte virano verso l’elegiaco, finanche il romantico, o si irrobustiscono in passaggi di matrice black, nei quali la sostanza è certo più aspra ma ugualmente foriera di una drammaticità intrisa di cupa melodia. Ora, è interessante rilevare le modalità specifiche con le quali questi differenti movimenti musicali vengono realizzati. La voce maschile pulita, che riesce ad interpretare tanto le parti più intimiste che quelle aggressive, si abbina efficacemente sia a sonorità rock che a passaggi acustici, dove chitarra, piano ed archi l’accompagnano con discrezione esaltandone così l’intensità espressiva; essa duetta inoltre con la voce di Moa Thorén, limpida e dolcissima, con esiti tra i migliori dell’album. Ad un growl cupo ma quasi mai algido o violento sono affidati i momenti più dinamici e forti; in questi troviamo una trama musicale intessuta dall’usuale doppia cassa e dalle taglienti chitarre, anche se in alcuni momenti ai beat iperveloci e martellanti della doppia cassa si sovrappongono, con un singolare effetto sorpresa, le soavi note del pianoforte. Naturalmente ampio spazio è garantito ai passaggi unicamente strumentali, sia acustici che non, sempre ben calibrati e mai ridondanti. Il pregio maggiore di questo lavoro risiede proprio nell’equilibrio, o sarebbe il caso di chiamarlo equilibrismo, del songwriting che armonizza tra loro i diversi passaggi presenti nei singoli brani variando le atmosfere senza che colludano l’una con l’altra e senza che il mood caratterizzante, malinconicamente disforico, si abbatta sull’ascoltatore con la cupa pesantezza di una nebbia nordica e diventi foriero d’insostenibile tedio.
Un lavoro di cesello, insomma, realizzato grazie ad una solida abilità compositiva, ad una cura dell’esecuzione meticolosa sin nei minimi dettagli e ad una grande capacità interpretativa. La ricerca melodica degli Acacia è in fieri, sta accadendo sotto i nostri attenti orecchi e difficilmente ce ne lasceremo sfuggire il prosieguo.
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6
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ascoltato appena è stata pubblicata la recensione...in un mese è cresciuto sempre più, inizialmente faticavo a trovare un filo che unisse le varie tracce...ora le sento scorrere molto naturalmente, in maniera genuina. ottimo ascolto. |
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5
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Interessante, questi non li conoscevo. Sentirò al più presto la recensione mi invoglia  |
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4
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In realtà il genere è in uso da diversi anni, basti pensare ai Katatonia (non quelli degli esordi) ad esempio; uscita che invece io ho molto gradito, proprio per il fine lavoro melodico e l'equilibrio tra le atmosfere più intime e i passaggi feroci, dosati con sapienza. |
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3
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Depressive Rock/Metal questo mi mancava. Della seria "gente allegra il ciel l'aiuta" |
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2
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certo che 86 e un voto proprio alto! a me questo disco sembra di una banalità sconcertante, non che sia brutto, ma è proprio un disco da 6 niente di più. non vorrei esagerare ma il cantato pulito a doppia voce su sto disco è roba da san remo... |
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1
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depressive rock??! WTF! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Död Mans Mask 02. Förnimmelsens Lund Af Längtan 03. Amourens Redoxreaktion 04. Egocentrisk Isolation 05. Tills Döden Skiljer Oss å
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Line Up
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Ulf Nylin (Voce) Moa Thorén (Voce) Christian Larsson (Chitarra, Basso, Voce) Andreas Thorén (Chitarra, Basso, Voce) Seiya Ogino (Tastiera) Richard Schill (Batteria)
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RECENSIONI |
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